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Enel in Argentina: la strategia del presidente Milei per fermare la cessione di Edesur

Imagoeconomica

Flavio Cattaneo si trova di fronte a un vero e proprio rompicapo: rimanere in Argentina o mettere in vendita la controllata Edesur? Il presidente argentino ultraliberista Javier Milei sembra aver affilato le sue armi politiche, pronto a trattenere il top manager con promesse che potrebbero indurlo a riconsiderare la cessione di Edesur, il gruppo che fornisce elettricità a Buenos Aires. 

Negli ultimi mesi, il governo argentino ha messo in campo una serie di riforme che hanno trasformato un contesto economico incerto in un terreno più favorevole per gli investimenti. Mentre a Buenos Aires si parla di opportunità, il top manager deve comunque affrontare l’iperinflazione e le difficoltà legate all’austerità. Tuttavia, l’impegno di Milei a rispettare i contratti e a tutelare la proprietà privata potrebbe rivelarsi un elemento decisivo per la sua scelta, soprattutto dopo il rinnovo della concessione di El Chocón.

La presenza di Enel in Argentina

Il colosso italiano è presente in Argentina attraverso diverse attività, che vanno dalla generazione di energia alla distribuzione. Gestisce la centrale idroelettrica di El Chocón, con una capacità di 1.328 megawatt, e fornisce elettricità a circa 2,6 milioni di clienti nell’area della Grande Buenos Aires. Inoltre, è coinvolta nell’efficienza energetica e nella mobilità elettrica tramite Enel X Global Retail e Enel X Way. Nel 2022, il gruppo italiano ha ceduto parte delle sue partecipazioni, vendendo il 75,7% di Central Puerto e il 41,2% di Central Dock Sud, incassando poco più di 100 milioni di dollari.

Le riforme di Milei

L’amministrazione di Javier Milei ha adottato un approccio aggressivo per risollevare l’economia argentina, con misure volte a liberalizzare il mercato e attrarre investimenti esteri. Una delle mosse chiave è stata l’introduzione della “Legge Base“, una normativa che facilita le privatizzazioni e stabilisce un contesto più favorevole per le aziende energetiche.

In questo quadro, l’ultraliberista ha avviato il rinnovo delle concessioni per diverse centrali idroelettriche statali, tra cui quella di El Chocón, attualmente gestita da Enel Generación, fino all’estate 2025, precedentemente in sospeso dal governo di Alberto Fernández. Quest’ultimo aveva prorogato la concessione fino al 19 gennaio 2024, con l’intenzione di riportarla sotto il controllo della società pubblica Enarsa (Energía Argentina Sociedad Anónima). Il panorama è dunque più roseo di quanto non sembrasse qualche mese fa. Queste riforme non solo mirano a garantire la continuità degli investimenti nel settore energetico, ma cercano anche di rassicurare le aziende sulla protezione della proprietà privata e sul rispetto dei contratti.

Enel cederà Edesur?

A metà gennaio, l’incontro tra Cattaneo e Milei aveva sollevato discussioni su una possibile revisione della strategia di uscita di Enel dall’Argentina. Le promesse del presidente, inizialmente percepite come utopistiche, ora sembrano avviarsi verso una realizzazione concreta, grazie a un contesto regolatorio che si fa sempre più favorevole. Milei è deciso a prevenire la fuga di capitali e competenze, e le misure adottate stanno iniziando a dare i loro frutti. Le attività di Enel legate alle reti stanno vivendo un momento di crescita significativa, con ricavi che hanno raggiunto i 541 milioni di euro e un margine operativo lordo che torna a essere positivo.

Ora Cattaneo ha il compito di decidere se restare a scrivere il prossimo capitolo della storia di Enel in Argentina o voltare pagina. La decisione finale, scrive Milano Finanza, potrebbe arrivare a fine anno, o giusto in tempo per il Capital Market Day. Riuscirà Milei a convincere il top manager a rimanere e contribuire alla trasformazione del settore energetico argentino? Solo il tempo potrà dirlo.

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