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Enel chiude il bilancio 2021 con 3,2 miliardi di utile e conferma la politica dividendi ma frena in Russia

Enel

Il bilancio Enel 2021 si chiude con un utile netto di gruppo superiore a 3 miliardi, ricavi e Ebitda in aumento, debito netto in crescita a 52 miliardi spinto dal forte aumento degli investimenti (+27,5%) a 13,1 miliardi per accelerare la transizione energetica e la crescita sulle rinnovabili.

Gli occhi degli investitori sono puntati su Enel, la multinazionale italiana dell’elettricità, e fioccano le domande degli analisti nel corso della presentazione del bilancio 2021 approvato dal Cda. Acquisito che i risultati del gruppo nel 2021 hanno dimostrato una forte capacità di ripresa e che il gruppo ha recuperato i livelli pre-Covid, tutte le domande si concentrano sull’attuale situazione di estrema volatilità dei prezzi del gas, sui possibili interventi di price-cap del governo e dei Paesi Ue, sul mantenimento della politica dei dividendi. “Non ci sono ragioni per cambiare la politica dei dividendi”, rassicura Francesco Starace, Ceo e direttore generale di Enel, che si prepara a staccare una cedola di 38 centesimi (+6%) per i suoi azionisti, Tesoro in testa. Al suo fianco il Cfo Alberto De Paoli chiarisce: “Abbiamo zero forniture di gas dalla Russia”. Ecco i numeri del bilancio 2021 e le risposte di Starace-De Paoli alle domande degli analisti.

Bilancio Enel 2021: i principali dati consolidati

  • Ricavi a 88 miliardi rispetto ai 66 miliardi del 2020 (+33,3%)
  • Ebitda ordinario a 19,2 miliardi (+6,6%), Ebitda a 17,6 miliardi (+3,9%), Ebit a 7,6 miliardi (-9,2%)
  • Risultato netto ordinario di gruppo a 5,6 miliardi (+7,6%)
  • Risultato netto di gruppo a 3,2 miliardi (+22,2%)
  • Indebitamento finanziario netto a 51,2 miliardi contro 45,5 miliardi del precedente anno (+14,4%)

Il forte aumento dei ricavi  è da collegare con la ripresa – dopo il lockdown 2020 – e le conseguenti maggiori produzione e vendita di elettricità. Nel dato 2021 va inoltre considerata la cessione del 50% posseduto in Open Fiber che ha consentito a Enel di incassare 1,7 miliardi.

L’uscita da OF ha chiaramente impattato sull’Ebitda che beneficia anche del balzo in avanti di Enel Green Power e dell’entrata in esercizio di nuovi impianti rinnovabili. Nel corso dell’anno Enel ha aumentato la propria capacità di impianti verdi di 5,1 GW – un vero record – raggiungendo una capacità globale di 90,7 GW. In flessione del 24%, invece, la quota di Ebitda dagli impianti termoelettrici.

Bilancio Enel 2021 e scenari 2022: confermata crescita dividendi

Il gruppo conferma la strategia di decarbonizzazione ed elettrificazione come volano per la crescita. Ci sono 11,6 GW rinnovabili in corso di realizzazione. La digitalizzazione procede e nel 2021 sono stati installati 700 mila nuovi contatori digitali. “In questo modo, possiamo cogliere le opportunità lungo tutta la catena del valore e contribuire al contempo all’indipendenza energetica nei Paesi in cui operiamo. È quindi indispensabile – ha affermato Francesco Starace – accelerare gli investimenti nelle rinnovabili”.

Il Ceo di Enel ha sottolineato che il dividend yield complessivo è cresciuto del 7% lo scorso anno e ha garantito un aumento della cedola per il 2022 a 40 centesimi, come nei piani e nonostante gli scenari foschi di questi giorni.  “I risultati del 2022 non sono certo prevedibili – ha risposto Starace ad una precisa domanda sul punto – ma sono sotto il nostro controllo. In caso di aumento delle turbolenze avremo la capacità di pagare i dividendi. Anche in uno scenario peggiore saremo in grado di pagare i dividendi, data la flessibilità finanziaria. Non vediamo motivi per cambiare la politica dividendi, pur in questo scenario di turbolenza”.

Indipendenza energetica e presenza in Russia

Non sono mancate le domande sull’aumento delle bollette elettriche, sul rischio di introduzione di un price cap sul prezzo del kilowattora, sulle incognite delle forniture di gas russo all’Europa.

“Abbiamo deciso di non sviluppare più crescita in Russia e stiamo esplorando i vari scenari per i nostri attuali asset nel Paese. Qualsiasi scenario è sul tavolo. Gli scenari verranno analizzati in base alle leggi e alle sanzioni. È una decisione che prenderemo nei prossimi mesi ma il peso sull’Ebitda, comunque è marginale: le attività contano meno dell’1%”, ha detto Starace. Attualmente Enel controlla tre centrali a gas tramite Enel Russia e due impianti eolici oltre ad avere una quota del 49.5% in LLC Rusenergosbyt (vendita di elettricità).

“Noi abbiamo zero forniture di gas dalla Russia. Il 90% del gas che utilizziamo in Europa – ha aggiunto il Cfo De Paoli – è coperto dai nostri contratti a lungo termine, per il 55% si tratta di Lng dagli Usa che rappresenta il 75% dei nostri contratti in volume”. 

Bilancio Enel 2021 e bollette in Italia

Chiuso l’argomento Russia, resta quello delle bollette italiane. Cosa pensa del rischio di un price cap? Sul tema, Il Ceo di Enel è stato chiaro: “Gli aumenti del gas sono largamente ingiustificati ed è importante fare chiarezza sulle turbolenze in corso. Enel non beneficia dei prezzi alti del gas. È invece nel nostro interesse offrire ai clienti un prezzo competitivo per spingere sull’elettrificazione dei consumi. Per contenere i prezzi dell’elettricità nel breve periodo la sola via è quella di tenere sotto controllo il prezzo del gas. Un price cap sul gas è utile, sull’elettricità è sarebbe il peggior metodo. Il governo lo ha capito e sta cercando una soluzione. L’altro elemento utile è l’abolizione della tariffa regolata che al momento è la più alta: se venisse abolita nel 2022, sarebbe un passo avanti”.

Enel esclude una rimessa in carico di vecchi impianti a carbone: il decommissioning va avanti. Potrebbero invece tornare a produrre gli impianti – come Civitavecchia – attualmente in stand by. Ma solo su richiesta del governo in caso di emergenza sul gas. Confermata invece la possibile Ipo dell’unità e-mobility. Ma “si deciderà nei prossimi mesi”.

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