Con l’attenzione del mercato rivolta ai risultati finanziari di Enel, attesi il 6 novembre, e al Capital Market Day, previsto per il mese prossimo, i numeri di Enel Américas si presentano come un’anteprima promettente. Nei primi nove mesi dell’anno, la controllata sudamericana ha registrato un incremento dell’ebitda, arrivando a 3 miliardi di dollari (+4%), mentre il fatturato è salito del 6% a 10,35 miliardi, trainato dai “migliori risultati nella distribuzione in Argentina e Colombia, e della generazione in Brasile e America Centrale”, si legge in una nota. A ulteriore conferma di questa crescita, nel terzo trimestre l’azienda ha aumentato la propria capacità rinnovabile di oltre 800 MW in Brasile e Colombia, raggiungendo il 98% della propria matrice energetica da fonti rinnovabili.
Enel Américas: sui conti pesa la svalutazione del real brasiliano
Nel terzo trimestre, i ricavi hanno continuato a crescere, aumentando del 5% e arrivando a 3,6 miliardi di dollari. Tuttavia, l’ebitda ha mostrato una flessione del 6,1%, scendendo a 939 milioni di dollari. Aurelio Bustilho de Oliveira, direttore di Enel Américas, ha spiegato che il calo è dovuto a una performance inferiore nel settore della generazione in Colombia, causata da minori livelli di produzione idraulica e dall’aumento degli acquisti di energia sul mercato spot. Inoltre, la svalutazione del real brasiliano rispetto al dollaro ha avuto un impatto non trascurabile.
Enel Américas: indebitamento più che dimezzato e utile netto triplicato
Un aspetto positivo è rappresentato dalla significativa riduzione dell’indebitamento, che ha mostrato una flessione del 30%, passando dagli 8,1 miliardi di dollari di fine 2023 ai 5,7 miliardi di dollari a settembre 2024 (lordo). Anche il debito netto è diminuito drasticamente, con un abbattimento del 65%, scendendo da 6,5 a 2,3 miliardi di dollari. Questi risultati sono stati possibili grazie alla cessione degli asset in Perù, che ha generato oltre 4,4 miliardi di dollari, e a una gestione efficace delle passività in Brasile, spiega la nota.
Le dismissioni hanno anche impresso un’accelerazione all’utile netto, che è quasi triplicato, arrivando a 2,5 miliardi di dollari, rispetto ai circa 780 milioni dello stesso periodo del 2023. L’operazione in Perù ha dato un contributo di 1,7 miliardi di euro all’utile dei nove mesi. Nel terzo trimestre, però, l’utile è sceso da 307 a 176 milioni di dollari (-43%), principalmente a causa di ritenute fiscali sui dividendi. Nonostante ciò, il flusso di cassa ha mostrato segnali positivi, toccando i 90 milioni di dollari, rispetto a un risultato negativo di oltre un miliardo nei primi nove mesi del 2023. Infine, il colosso energetico mantiene una robusta liquidità di 4,7 miliardi di dollari, con il 73% in contante e il 27% in linee di credito.