Il futuro di Open Fiber, il player della fibra ottica impegnata da cinque anni a cablare il territorio nazionale, arriva a una svolta. Dopo avere in precedenza dato il via libera alla cessione del 40% al fondo australiano Macquarie, l’Enel, che finora deteneva il 50% di Open Fiber, ha deciso di vendere il suo restante 10% alla Cassa depositi e prestiti (Cdp) per 530 milioni di euro.
Alla fine di tutte le operazioni avviate, la Cassa diventerà così il primo azionista di Open Fiber, di cui assumerà il controllo, seguita dal fondo australiano. Finisce così un’epoca di cui Enel è stata protagonista nello sviluppo della fibra ottica in Italia così come più di vent’anni fa lo fu, sempre nelle telecomunicazioni, con il lancio di Wind.
Oltre alla ricca plusvalenza che incasserà, Enel può ben dire di aver contribuito allo sviluppo delle tlc e della banda ultralarga in Italia ed è comprensibile la soddisfazione espressa ieri dal suo Ad, Francesco Starace. “Siamo estremamente soddisfatti di questi cinque fantastici anni in Open Fiber”, nei quali “l’Italia è passata dalle ultime posizioni fino a diventare un leader nella Ue in termini di cablaggio FTTH”, passando dal 15 al 45% di copertura di unità immobiliari, con benefici per il Paese e per le aziende coinvolte. Ad oggi Open Fiber ha collegato tramite infrastruttura in fibra circa 11,5 milioni di unità immobiliari in Italia.
“Ed è a Cdp e Macquarie – ha concluso Starace – che lasciamo l’onore di portare avanti questo progetto infrastrutturale, che è essenziale per la ripresa e la crescita del Paese”. Esperienza che Enel conta di ripetere in altri Paesi.