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Enel: balzo dell’utile a doppia cifra, trainano rinnovabili e reti

Imagoeconomica

Enel chiude il 2018 con un risultato netto in crescita del 26,7% a quota 4,7 miliardi. L’utile netto ordinario è in miglioramento del 9,5% a quota 4 miliardi, l’Ebitda è stabilmente sopra i 15 miliardi e tocca i 16,3 miliardi (+4,5%). Il Cda ha approvato i conti e propone all’assemblea un dividendo complessivo pari a 0,28 euro per azione, con un pay-out implicito pari al 70%, superiore del 18% rispetto al dividendo pagato nel 2017. E’ con questi risultati, trainati da reti e rinnovabili in forte avanzata, che l’Ad e direttore generale Francesco Starace si è presentato alla conference call con gli azionisti, al termine di una giornata di Borsa che aveva anticipato l’andamento positivo del gruppo premiandolo con un rialzo dello 0,65% a 5,58 euro, un valore che aggiorna i massimi raggiunti da Enel nel corso dell’anno.

“Enel ha raggiunto ottimi risultati, centrando tutti gli obiettivi 2018 – ha affermato Francesco Starace – e questo ci consente di confermare gli obiettivi finanziari per il 2019“. E ancora: “Con oltre 3 GW di nuova capacità rinnovabile aggiunta nel 2018, Enel Green Power ha stabilito un nuovo record di settore e si conferma motore di crescita per il Gruppo, insieme al business della distribuzione che, attraverso l’acquisizione di Eletropaulo in Brasile, ha portato a 73 milioni il numero di clienti connessi alle reti di Enel. I modelli di business sostenibile continuano a rappresentare il fondamento della presenza globale del Gruppo”.

Se queste sono le prime dichiarazioni a caldo del Ceo, esaminando i dati del bilancio più nel dettaglio l‘indebitamento finanziario netto è salito  del 9,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 41,08 miliardi, ” al livello più basso – precisa il comunicato del gruppo – del livello previsto per il 2018 dal piano industriale 2019-2021″. Ad vere fatto salire il debito è essenzialmente il costo delle acquisizioni di Eletropaulo in Brasile, dell’Opa totalitaria su Enel Generación Chile nell’ambito della riorganizzazione delle partecipazioni cilene e dell’effetto cambi.

Guardando poi ai ricavi saliti a 75,6 miliardi (1 miliardo in più rispetto al 2017) questi includono i maggiori ricavi da rinnovabili in Italia, Spagna, Nord, Centro e Sud America, i maggiori ricavi da mercato libero in Italia e le variazioni di perimetro di cui si è appena detto.

Scendendo alle singole aree, in Italia i minori ricavi da produzione e trading sono stati sostanzialmente compensati da un aumento dei ricavi da fonti rinnovabili, infrastrutture e reti, e alle maggiori quantità vendute sul mercato libero. In totale l’Italia continua a portare all’Enel 38,3 miliardi di ricavi con un’incidenza di circa il 50% sul totale. L’Ebitda è in miglioramento del 6,4% a 7,3 miliardi e sono in forte aumento (+36,8) gli investimenti. I ricavi in Iberia sono in diminuzione del 2,5% a quota 19,49 miliardi ma sono stati compensati da maggiori ricavi da generazione e trading e da maggiori vendite di rinnovabili.

Le cose cambiano quando si passa dall’Europa al continente americano. Il Sud America balza in avanti con ricavi in crescita del 12% a 14,7 miliardi per effetto dell’acquisizione di Eletropaulo in Brasile, dell’aumento delle tariffe in Colombia e delle maggiori vendite di energia in Perù che hanno compensato gli effetti di cambio negativi. Ma vola soprattutto il Nord America con ricavi in crescita del 21% a 1,5 miliardi.

I maggiori investimenti hanno riguardato l’Italia, come si è visto, e il Brasile per le reti; Spagna, Sud Africa e India per le rinnovabili.

Con questi risultati raggiunti, l’Enel conferma gli obiettivi 2019 tutti in crescita: Ebitda a 17,4 miliardi, utile netto a 4,8 miliardi, pay out ratio confermata al 70% e dividendo minimo in aumento a 33 centesimi.

 

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