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Enel 2025-2027: nel nuovo piano dividendi al rialzo e investimenti per 43 miliardi di euro. Numeri in crescita, focus su reti e rinnovabili

Ufficio stampa dell'Enel

Dopo un 2024 segnato da obiettivi concreti come riduzione dell’indebitamento, dismissioni strategiche e un rinnovato focus sui settori più redditizi, Enel è pronta a scrivere un nuovo capitolo con il Piano Strategico 2025-2027: gli investimenti salgono a circa 43 miliardi di euro, ben 7 miliardi in più rispetto al piano precedente. Oltre a puntare su reti e rinnovabili, il colosso energetico alza il tiro anche sui dividendi, portandoli da 0,43 a 0,46 euro per azione. Con questa mossa, Enel mantiene fede alle attese del mercato e mette in campo numeri che si preannunciano solidi, con un ebitda ordinario previsto tra 24,1 e 24,5 miliardi di euro per il 2027 e un utile netto tra 7,1 e 7,5 miliardi. La solidità finanziaria rimarrà centrale: il rapporto tra debito netto e ebitda si manterrà attorno a 2,5x a fine piano, ben sotto la media del settore (3,4x), garantendo flessibilità per cogliere opportunità di mercato.

“Le azioni manageriali realizzate nell’ultimo anno ci hanno consentito di raggiungere tutti gli obiettivi comunicati ai mercati e di rafforzare la solidità finanziaria del gruppo – commenta il ceo Flavio Cattaneo – possiamo così aprire un nuovo capitolo di crescita, che creerà ulteriore valore per gli azionisti e tutti i nostri stakeholder. Tra il 2025 e il 2027, ci concentreremo sulle attività core e sull’allocazione flessibile del capitale, aumentando gli investimenti, principalmente in asset regolati con rendimenti prevedibili, che favoriranno al contempo un’accelerazione della transizione energetica. Continueremo inoltre a migliorare l’efficienza e la redditività, anche attraverso nuove opportunità di business. Questa strategia ci permette di rivedere al rialzo la politica dei dividendi nel periodo di piano”. Che fosse iniziata una nuova era per Enel lo si era capito con la prima acquisizione targata Cattaneo. Adesso il Capital Market Day ne svela i numeri.

Il nuovo piano non sorprende il mercato: il titolo scivola a Piazza Affari cedendo oltre l’1% a 6,70 euro per azione intorno alle 10:30.

Il piano in pillole

Il piano, presentato lunedì 18 novembre a Milano, si fonda su tre direttrici principali. La prima è la ricerca di redditività, flessibilità e resilienza, con una gestione oculata degli investimenti per bilanciare rischi e opportunità. A questo si aggiunge un lavoro costante su efficienza ed efficacia, mirato a ottimizzare processi e offerte, valorizzando al massimo le risorse già esistenti. Infine, l’attenzione a una sostenibilità finanziaria e ambientale punta a mantenere la solidità necessaria per affrontare le sfide del cambiamento climatico senza trascurare gli obiettivi di crescita. Il piano include anche un focus sull’innovazione. Enel sta costituendo due nuove NewCo per gestire gli impianti di connessione e i servizi di manutenzione e costruzione. Inoltre, il gruppo guarda con interesse al settore dei Data Center, dove prevede di integrare soluzioni di connessione alla rete con energia rinnovabile.

Enel, boom di investimenti nel Piano 2025-2027

Enel prevede investimenti complessivi per 43 miliardi di euro nel triennio, distribuiti tra reti, rinnovabili e servizi ai clienti. In particolare, il potenziamento delle reti elettriche si prende la fetta più grande, con 26 miliardi di euro, un aumento del 40% rispetto al piano precedente. L’Italia, con i suoi 16 miliardi, e la Spagna (4 miliardi) saranno i principali destinatari, Paesi dove i quadri normativi favoriscono nuovi interventi e che da sole assorbiranno il 78% del budget, mentre l’America Latina si aggiudica una parte del 22% del totale. L’incremento degli investimenti nelle reti “accrescerà Rab”, ha evidenziato il cfo De Angelis durante la call con gli analisti. Nel dettaglio porterà “la Regulated Asset Base (Rab) del gruppo a circa 52 miliardi di euro nel 2027 rispetto a circa 43 miliardi di euro stimati nel 2024)”, spiega una nota evidenziando che gli investimenti destinati alle reti contribuiranno per circa il 40% all’ebitda ordinario di gruppo nel 2027. De Angelis ha anche sottolineato che si passa da un capex “Gross” a un “Rab-in”, spiegando che il “90% del capex netto confluisce nella Rab”.

Un’altra parte importante dei fondi sarà destinata alle energie rinnovabili, dove il colosso energetico prevede di investire 12 miliardi di euro per aumentare la capacità di circa 12 Gw, concentrandosi principalmente su eolico onshore, idroelettrico e batterie, che insieme copriranno oltre il 70% degli investimenti nel settore. Con l’obiettivo di raggiungere circa 76 Gw di capacità rinnovabile e incrementare la produzione green di oltre il 15% entro il 2027, principalmente in Europa e negli Usa, che contribuiranno per circa il 55% alla produzione totale di energia rinnovabile del gruppo nel 2027. Gli investimenti lordi nelle rinnovabili saranno così allocati: circa il 65% in Europa (circa il 34% in Italia e circa il 31% in Spagna), il restante 35% iin America Latina e Nord America. Chiudono il cerchio i 2,7 miliardi di euro destinati all’area clienti, con l’obiettivo di offrire soluzioni integrate per energia, prodotti e servizi e aumentare la base clienti nel mercato libero dell’elettricità in Italia e Spagna a oltre 19 milioni nel 2027.

Il piano di investimento non è solo una questione di numeri, ma di scelte strategiche: circa il 75% dei fondi sarà destinato all’Europa, con il resto che andrà ad America Latina e Nord America. Una decisione che punta a una distribuzione geografica equilibrata, in linea con i ritorni attesi e le opportunità di crescita.

Numeri e dividendi in crescita

Nei primi nove mesi del 2024, Enel ha registrato un ebitda di 17,4 miliardi di euro e prevede di chiudere l’anno con un risultato compreso tra 22 e 23 miliardi. Questa performance, del 30-40% superiore alla media dell’ultimo decennio, è stata possibile grazie a una rigorosa politica di efficienza sui costi, ritoccate anche nel nuovo Piano: un risparmio previsto di 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni (circa 500 milioni di euro in più rispetto al Piano precedente). L’obiettivo è ottenere risultati più alti con costi più contenuti, tutto mentre si accelera verso una transizione energetica sempre più green.

Il gruppo prevede che l’ebitda nel periodo di piano supererà i 70 miliardi di euro: circa 27 miliardi riferiti alle reti, 4 miliardi alla generazione di elettricità coperta da schemi regolatori di lungo termine, circa 23 miliardi riferiti a Power Purchase Agreements (Ppa) principalmente in America Latina e in Nord America, circa 10 miliardi di euro relativi ai clienti finali con volumi venduti a prezzi fissi.

Inoltre, Enel prevede che il costo complessivo dell’indebitamento lordo diminuirà fino al 3,9% nel 2027.

Una delle novità più apprezzate dal mercato è sicuramente la revisione al rialzo dei dividendi. La cedola per il 2024 sale a 0,46 euro per azione, con la possibilità di aumentarla ulteriormente nei prossimi tre anni, fino a un payout del 70% sull’utile netto ordinario consolidato. Rispetto alla precedente politica dei dividendi, è stato inoltre rimosso il vincolo del raggiungimento della neutralità dei flussi di cassa.

Cattaneo: “Investimenti profittevoli altrimenti remuneriamo gli azionisti”

“Abbiamo sempre in mente la remunerazione degli azionisti e tutte le nostre azioni vanno in questa direzione, ci focalizziamo su attività core, su business e geografie in grado di creare valore e generare cassa – ha affermato il ceo Cattaneo durante la presentazione del Piano alla comunità finanziaria -. Abbiamo la possibilità di comprare qualcosa di grosso al giusto prezzo, migliorando il profilo dei dividendi, oppure non troviamo nulla possiamo premiare gli azionisti in altro modo con buyback o con aumento dividendo o una ricca cedola. Possiamo agire su più fronti. Il Gruppo è in ottima salute ed in grado di ottenere risultati soddisfacenti”. Il top manager ha ribadito che Enel “è l’unica in grado di agire senza compromettere il quadro finanziario, quindi a fine arco piano saremo solo a 2,5X di rapporto debito/ebitda e per questo parliamo di posizione flessibile”.

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