X

Enel 2022, Starace: “La transizione è realtà, siamo alla svolta”

FIRSTonline

Il 2019 è stato per Enel un anno di svolta. L’anno in cui la produzione elettrica da fonti rinnovabili e quella da fonti convenzionali, a livello globale, hanno raggiunto il punto di equilibrio. Lo ha sottolineato l’Ad Francesco Starace, nel corso della presentazione del Piano Strategico 2020-22 alla comunità finanziaria a Milano. Un piano che prevede una crescita degli investimenti a 28,7 miliardi, la metà dei quali destinati all’energia verde e all’accelerazione della transizione energetica; che prevede una crescita dell’Ebitda oltre 20 miliardi a fine periodo e assicura un pay out del 70% con un dividendo minimo in rialzo da 32 a 40 centesimi nel 2022. E debiti in salita a 47,3 miliardi. Siamo così entrati in piena transizione energetica.

Guardando al futuro, ha infatti proseguito il numero uno del gruppo elettrico, “siamo arrivati al punto in cui nel nostro portafoglio globale rinnovabili e generazione termoelettrica hanno raggiunto un punto di equilibrio. E’ la trasformazione digitale nei fatti e non a parole. La transizione energetica è pronta a decollare e noi ci siamo già preparati nel tempo, sapendo che i prossimi tre anni presentano uno scenario di mercato più volatile dei tre che li hanno preceduti”.

SOSTENIBILITÀ E UN’UNICA PRODUZIONE, QUELLA VERDE

Le parole chiave di Enel rimangono sostenibilità e crescita, ma evolvono con alcune novità rilevanti. La metà degli investimenti del Piano (14,1 miliardi) verrà per questo indirizzata sullo sviluppo di nuova capacità rinnovabile. Un’accelerata che dovrà compensare il phase out degli impianti a carbone. La decarbonizzazione taglierà del 74% la produzione da carbone a fine piano. In Italia è attesa la chiusura di La Spezia, Fusina, Torre Valdaliga Nord e Brindisi, impianti a carbone che saranno tutti fermati entro il 2025. Contestualmente le rinnovabili assicureranno il 60% della produzione elettrica di Enel nel mondo con un’accelerazione degli investimenti a 12,5 miliardi (uno in più rispetto al precedente piano). L’aumento atteso della nuova capacità verde è di 14.000 Megawatt al 2022. In pratica, ha sottolineato Francesco Starace, non ha più senso gestire la produzione in due linee separate (Egp e Termoelettrico). E’ già nata la nuova Linea di Business unica per la generazione elettrica che sarà prevalentemente verde (al 60% nel 2022) . Il ritorno degli investimenti sulla decarbonizzazione è alto, tra il 12 e il 13%. L’Ebitda al 2022 è previsto volare oltre i 20 miliardi (dai 17,9 stimati per quest’anno). La crescita verrà da EGP (1,4 miliardi), dalle reti (0,7 miliardi) e da Enel X (0,4). In calo invece l’apporto del termoelettrico che contribuisce per 100 milioni soltanto.

La transizione energetica: decarbonizzazione e rinnovabili nel Piano Enel 2020-22

DIGITALIZZAZIONE E PIATTAFORMA DIGITALE

L’altra “gamba” della strategia Enel è forse la novità più sorprendente del nuovo piano, già incardinato dal 2015 sugli obiettivi della sostenibilità e della crescita delle rinnovabili. Enel infatti investirà 1,1 miliardi per sviluppare i nuovi servizi a valore aggiunto spinti dalla decarbonizzazione ed elettrificazione del mercato energetico. Con due dati rilevanti: l’aumento di 4 volte e mezzo della capacità di accumulo (da 113 a 439 MegaWatt) e di ben 9 volte dei punti di ricarica globali per auto elettriche (da 82 mila a 736 mila). Il vertice Enel lo chiama platformization e si riferisce alla nuova piattaforma digitale attraverso la quale gestire 75 milioni di clienti globali (160-180 milioni di persone se si considerano le famiglie) ma anche fornitori, prosumers, assets vari (come le colonnine, appunto) e città intelligenti. Tutto in un unico luogo. “Ci hanno pensato Amazon e Google, non si vede perché non possano pensarci anche altri”, ha commentato Francesco Starace che ha affidato il compito alla Enel X guidata da Francesco Venturini. Una novità che apre nuovi scenari, sicuramente, per il futuro.

E IN ITALIA ARRIVA LA LIBERALIZZAZIONE

Il piano strategico di Enel abbraccia anche la fine del mercato regolato in Italia prevista per il prossimo anno a luglio e destinata ad essere rinviata per la terza volta, come ha appena annunciato il ministro Patuanelli. Il gruppo ha comunque messo in conto un aumento della concorrenza in Italia e ha tagliato da 23,9 a 18 Milioni i clienti (-50% la quota ereditata dal mercato regolato) che a fine piano dovrebbero essere tutti sul mercato libero. Il contributo dell’Italia all’Ebitda di gruppo è previsto scendere dal 42 al 39% ma l’America Latina colmerà il gap, crescendo dal 30 al 33%. Il Brasile da solo contribuisce crescendo dal 9 al 14%. A questo riguardo, visto l’emergere di conflitti sociali in tanti Paesi del Continente latino-americano, Starace ha tranquillizzato: “La situazione è in evoluzione, si tratta di “dolori di crescita”con la classe media che non accetta più il vecchio modo di governare. Ma non ci preoccupa, ci sono fattori molto positivi come il varo della riforma previdenziale in Brasile o la riforma costituzionale in chiave democratica in Cile rientrano nell’evoluzione normale dei Paesi emergenti”.

OPEN FIBER E ALITALIA

In conclusione, alcune domande rivolte all’Ad hanno lambito la trattativa con Tim su Open Fiber e l’ipotetica cordata nazionale per Alitalia. Declinata la partecipazione a quest’ultima, Starace ha puntualizzato che “Open Fiber non può essere guardata alla stregua di una start up. E’ ormai diventata una grande azienda che sta cablando l’Italia e dà lavoro a 12-15 mila persone. Non si può perciò spacchettare o snaturare. Non abbiamo fretta di vendere, non abbandoniamo situazioni di questo tipo d’emblée, servono approfondimenti”.

I target del Piano Strategico Enel al 2022 in rapporto al 2019 e 2015
Related Post
Categories: Finanza e Mercati