Per l’enciclopedia medica di Humanitas è una pianta ricca di sostanze benefiche, a partire dalle fibre, che promuovono il buon funzionamento dell’intestino, contrastano la stitichezza e favoriscono il regolare assorbimento di colesterolo e zuccheri, aiutando a combattere l’ipercolesterolemia e l’ipoglicemia. Grazie alla presenza del beta-cariofillene, ha anche proprietà antinfiammatorie. Inoltre, contiene due fenoli, il timolo e il carvacrolo, che lo rendono un antisettico naturale. La pianta ha un elevato contenuto di vitamina C e di vitamina E, che hanno proprietà antiossidanti e aiutano a rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Inoltre, contiene un’alta quantità di potassio, che aiuta a mantenere sotto controllo la pressione cardiaca, e di calcio, che favorisce la salute di denti e ossa.
Tutto questo concentrato di proprietà medicinali, benefiche per il nostro organismo, si trova in una delle piante più comuni usate in cucina soprattutto quella del sud d’Italia per insaporire, antipasti, minestre, e trasversalmente piatti di pesce e piatti di carne: l’Origano. Pianta già apprezzata e lodata da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) il filosofo e botanico discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici che per primo usò questo nome per un’erba aromatica il suo nome è formato da due parole “òros” (= monte) e “ganào” (= io mi compiaccio) che insieme potrebbero alludere ad un concetto di “delizia della montagna” o anche “bellezza, luminosità, ornamento, gioia della montagna”, oppure perché cresce bene in montagna o nei piani alti delle zone assolate.
Apprezzato da Teofrasto il botanico discepolo di Aristotele l’origano continua a sorprendere per le sue innumerevoli proprietà salutari
Le specie di questo genere (circa 40 – 50) sono originarie soprattutto del bacino del Mediterraneo (ma alcune specie sono presenti anche in Asia).
Utilizzato largamente in cucina l’origano non è importante presenta un largo spettro di proprietà terapeutiche: antalgico, antisettico, analgesico, antispasmodico, espettorante, stomachico e tonico. Il suo olio essenziale è molto utilizzato nell’aromaterapia. I suoi infusi sono consigliati contro la tosse, le emicranie, i disturbi digestivi e i dolori di natura reumatica svolgendo una funzione antinfiammatoria. L’origano è anche un buon repellente per le formiche: basta cospargerlo nei luoghi frequentati e ricordarsi di sostituirlo spesso per tenerle lontane.
Ma questa straordinaria pianta non termina mai di destare sorprese. Ora i ricercatori ENEA grazie ai fondi del 5×1000 hanno messo a punto un trattamento innovativo e a basso costo come battericida per succhi di frutta
A base del nuovo trattamento metodo è stato pubblicato sulla rivista internazionale open access “Foods” (MDPI). l’olio essenziale di origano, noto per i suoi effetti antimicrobici contro diversi batteri, in particolare Escherichia coli.
“La contaminazione di cibi e bevande da parte di batteri patogeni rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica a livello globale. Ci siamo concentrati su Escherichia coli, una delle principali specie del normale microbiota intestinale dell’uomo, che comprende anche ceppi patogeni e alteranti associati a succhi di frutta non pastorizzati”, spiega Annamaria Bevivino, responsabile del Laboratorio di ENEA Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari, che ha studiato l’innovativo trattamento.
A differenza degli attuali processi industriali di pastorizzazione l’origano salvaguarda tutte le proprietà nutrizionali dei succhi di frutta
Dalla sperimentazione condotta su succhi di frutta a base di albicocca, pesca e mela, opportunamente inoculati con un ceppo di riferimento di E. coli, è emerso che l’azione sinergica di calore a 65 ° C e dell’olio essenziale di origano (Origanum vulgare) può rappresentare un’alternativa antimicrobica promettente per migliorare la sicurezza dei succhi di frutta, perché in grado di abbattere drasticamente la carica batterica, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche e nutritive dei succhi spremuti a freddo.
“L’efficacia dell’olio essenziale di origano risiede nel suo carattere di idrofobicità che gli consente di penetrare nella membrana cellulare del batterio patogeno, compromettendone la funzionalità. Questa azione può essere migliorata e resa ancora più efficace grazie all’applicazione combinata di un trattamento termico blando”, aggiunge Bevivino.
Gli attuali processi industriali di pastorizzazione e di confezionamento asettico consentono la stabilizzazione e la conservazione del succo di frutta a temperatura ambiente; tuttavia, l’intensità del trattamento termico può influire in modo negativo sulle caratteristiche nutrizionali del prodotto finale. Esistono anche altre tipologie di processi che, nella maggior parte dei casi, richiedono tecnologie all’avanguardia e investimenti elevati che le piccole e medie imprese non possono sostenere. “Il trattamento che abbiamo messo a punto all’ENEA potrebbe rappresentare una soluzione sicura, efficace e anche a basso costo per l’industria alimentare, recuperando sottoprodotti come antimicrobici naturali e riducendo i consumi di energia termica associati al trattamento di pastorizzazione”, sottolinea la ricercatrice ENEA.
Per testare e confermare l’efficacia del nuovo trattamento stabilizzante nei succhi di frutta, i ricercatori ENEA hanno utilizzato metodologie avanzate di analisi, come la citometria a flusso e l’ordinamento cellulare attivato dalla fluorescenza (FACS), che permettono l’indagine in tempo reale ed estremamente attendibile delle popolazioni batteriche target. “Abbiamo constatato che le tradizionali tecniche di analisi non sono in grado di individuare le cellule batteriche nello “stato vitale ma non coltivabile (VBNC)”, con importanti risvolti sia in termini di qualità̀ che di sicurezza per il consumatore nel caso siano coinvolti microorganismi patogeni. Dai nostri test, infatti, conclude Bevivino è emerso che il trattamento termico o il trattamento con olio essenziale, se usati singolarmente, hanno portato ad un’inattivazione parziale del ceppo batterico, influenzandone principalmente la coltivabilità piuttosto che la vitalità. Il trattamento combinato, invece, è stato in grado di ridurre drasticamente la coltivabilità e la vitalità di E. coli a lungo termine”.