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Enea presenta il primo disco solare al mondo

La ricerca italiana in campo energetico compete con risolutezza con i Paesi più avanzati. La sfida per le nuove tecnologie si gioca sulle disponibilità finanziarie. Di quelle private si sa. Di quelle pubbliche teniamo conto sempre della loro scarsità. Ben che va, della severa selezione di ciò che viene contribuito. E di progetti presentati e castigati dalla carenza di  euro ce ne sono migliaia nelle Università e nei centri di ricerca.

Enea ce l’ha fatta ad avere un finanziamento di 5.8 milioni di euro per mettere a punto un disco solare che produce energia elettrica. Un progetto selezionato dall’Ue che si è concluso bene. Un disco che genera energia pulita, catturata dal sole grazie ad un sistema a turbina. Lo potranno utilizzare aziende, centri commerciali, scuole, edifici pubblici. Non importa se sono collegati alla rete elettrica. Possono anche  essere scollegati, ci pensa il disco ad assicurare il fabbisogno necessario. Prima di vederlo sul mercato, però, passerà un po’ di tempo.

Comunque il prodotto vuole affermarsi come eccellenza made in Italy. I presupposti ci sono e possono essere utili per finanziare altri progetti simili. Dopo quattro anni di sperimentazione, il 29 settembre l’Enea lo presenta al pubblico nel centro della Casaccia, alle porte di Roma. Il prototipo si sottoporrà al giudizio di esperti e utilizzatori, che ne scopriranno direttamente il funzionamento. Tecnicamente si tratta di un disco con un diametro largo oltre 10 metri quadrati con specchi che incorporano energia. La novità mondiale è che l’energia  può essere fornita on demand in qualsiasi ora del giorno e della notte. Non ci sono limitazioni. 

Dal sole si intercettano circa 70 kW capaci – per avere un idea – di soddisfare un intero condominio. I tecnici vanno fieri del loro lavoro. E’ il primo esempio al mondo che abbina i progressi sulle tecnologie del solare a concentrazione, all’uso delle turbine ad aria. Nei giorni in cui discutiamo della nuova strategia energetica, il disco dell’Enea assume un valore multiplo. Ne guadagna l’ambiente senza emissioni in atmosfera o centrali a combustibili. Ne beneficia la bolletta elettrica. Se ne avvantaggia la rete di distribuzione. C’è, allora, anche l’ambizione di riconoscimenti internazionali sebbene la presentazione al pubblico, in fondo, è una tappa intermedia verso la commercializzazione. 

La ricerca ha messo a frutto una tecnologia di avanguardia, cerato un prodotto che può soddisfare esigenze di vario tipo. Bisognerà accreditarlo e diffonderlo sui mercati. Nel 2018 ci saranno altri test ed altre simulazioni. Ma gli scienziati dell’Enea vogliono mantenere lo spirito del progetto OMSoP, finanziato nel 2013 dall’Unione europea. Dentro, come partner, troviamo le Università Roma Tre, la City University di Londra, il Royal Institute Technology di Stoccolma e le aziende Compower, Innova e European Turbine Network. Per tutti una scommessa vinta.

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Tags: Enea