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Enea: i vecchi cellulari e pc diventano miniere d’oro

FIRSTonline

Vecchi computer, schermi e telefonini diventano vere e proprie miniere di metalli preziosi e nel frattempo, dagli scarti delle industrie nascono bottiglie e vaschette di plastica green, 100% biodegradabile. Queste sono alcune soluzioni tecnologiche per l’economia circolare che Enea presenta nel suo stand a Ecomondo, la Fiera internazionale di riferimento in Europa per la sostenibilità ambientale, in programma dal 5 all’8 novembre a Rimini. 

Il progetto per produrre bioplastica per il confezionamento dei prodotti alimentari si chiama Biocosì. L’obiettivo è di arrivare a riciclare circa l’80% degli scarti della produzione di burro e formaggi, attraverso il recupero differenziato di tutte le componenti del siero e la produzione di bioplastica biodegradabile e bioderivata dal lattosio stesso.

Il processo hi-tech per estrarre materiali preziosi e materie prime strategiche da Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche invece, risponde all’esigenza di riutilizzarli per realizzare nuovi prodotti quali telefoni cellulari, cavi di fibre ottiche, celle fotovoltaiche, turbine eoliche, rivelatori all’infrarosso, leghe leggere in alluminio.

“Questo processo eco-innovativo, che abbiamo sviluppato nel nostro centro di Brindisi in collaborazione con la start-up pugliese EggPlant, è ispirato al principio ‘zero-rifiuti‘ dell’economia circolare e risponde a esigenze etiche e ambientali, ma anche economiche, perché consente di tagliare di circa il 23% il costo unitario di produzione. Le bioplastiche, infatti, rappresentano circa l’1% dei 300 milioni di tonnellate di plastiche prodotte ogni anno in Europa e la European Bioplastics stima che la domanda crescerà del 50% nel medio termine, da circa 4,2 milioni tonnellate del 2016 a 6,1 milioni nel 2021”, sottolinea Valerio Miceli, ricercatore ENEA presso la Divisione Biotecnologie e agroindustria.

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