E’ stato un anno da incorniciare, il 2019, per l’Enav, la società quotata in Borsa, a controllo pubblico, che gestisce il traffico aereo civile in Italia. Sono molte le novità che hanno caratterizzato l’esercizio appena chiuso. Una su tutte: la rivoluzione dei droni che, come spiega l’Ad Roberta Neri, “siamo pronti non solo a gestire ma anche a promuovere attivamente investendo nelle persone e in un business che ci attendiamo in forte crescita”. I conti saranno approvati giovedì prossimo, ma le anticipazioni dicono che saranno decisamente positivi e in linea con la governance annunciata, trainati dalla crescita del traffico aereo e dalle politiche industriali avviate proprio da Neri in questi anni. Roberta Neri, che secondo il recente Rapporto Consob sulla Corporate Governance è una delle sole 15 donne che in Italia guidano una società quotata, è arrivata in Enav nel 2015, ha completato il suo secondo mandato ed è a pieno titolo nel turbine dei rinnovi al vertice delle società pubbliche atteso in marzo-aprile. Ma più che alle nomine la Neri in questi giorni sta pensando e operando per fronteggiare al meglio l’emergenza Coronavirus.
Cosa è ragionevole prevedere per il 2020 alla luce dell’imprevista emergenza sanitaria? E come si svilupperà l’attività del gruppo nei prossimi mesi? Glielo abbiamo chiesto dopo aver varcato il portone del palazzo Enav sulla via Salaria a Roma e rispettato tutte le norme anti-contagio, già in vigore per la tutela dei dipendenti. Ecco cosa Roberta Neri ha risposto a FIRSTonline.
Tra pochi giorni Enav approverà il bilancio 2019. E’ stato un anno caratterizzato da una forte crescita del traffico aereo tanto che già l’ultima semestrale confermava la guidance per l’anno e l’aumento del 4% del dividendo. Conferma anche adesso?
“Posso senz’altro confermare la guidance, i dati saranno resi noti dopo la riunione del Cda del 12 marzo. Stiamo per chiudere un bilancio economico-finanziario positivo e di traffico caratterizzato, in particolare, da una forte crescita del traffico di rotta: +6,5% nel 2019 che segue all’aumento del 9,3% già registrato nel 2018. Nonostante l’emergenza coronavirus, che tutti speriamo si risolva al più presto, le stime restano favorevoli anche nel lungo periodo e indicano un possibile raddoppio del traffico nell’arco dei prossimi 15 anni”.
Le azioni Enav incorporano la crescita del gruppo. Sono passate dai 3,3 euro dell’Ipo del luglio 2016 a 6,1 euro del 20 febbraio 2020. Un sostanziale raddoppio del loro valore prima del tracollo delle Borse seguito alla diffusione del coronavirus. L’epidemia sta avendo un impatto non trascurabile sulle compagnie aeree e sul settore. Cosa ci si può attendere ora?
“Siamo di fronte ad un evento inaspettato e straordinario di fronte al quale penso si debba innanzitutto assicurare la salvaguardia delle persone. Credo però si debba mantenere un approccio ragionevole nelle valutazioni sull’impatto del coronavirus per il settore. In Enav siamo responsabili e attenti ad assicurare la continuità del servizio del trasporto aereo. E sono fiduciosa non solo sull’effetto transitorio dell’epidemia ma anche sulla capacità di rimbalzo, una volta superata l’emergenza. Il turismo, i viaggi, la propensione a muoversi riprenderanno se si allenta la tensione”.
Un approccio improntato all’ottimismo, dunque.
“Direi improntato alla volontà di affrontare le cose in modo positivo e poggiando su dati oggettivi. Enav risente solo in parte del load factor che colpisce le compagnie aeree: non siamo danneggiati quando calano i passeggeri e solo in parte quando queste cancellano i voli. Il 70% del traffico che gestiamo, infatti, è traffico di rotta. Riguarda perciò il transito sullo spazio aereo italiano e non l’atterraggio. Infine, la regolamentazione europea che disciplina il settore e vale per tutti i service provider prevede una sorta di “ammortizzatore tariffario” che attutisce gli effetti di una congiuntura negativa. Anche nel caso di una eventuale recessione economica la storia insegna che è possibile un allentamento dei vincoli, per esempio europei, e resto perciò fiduciosa anche su questo fronte”.
Torniamo al 2020 e alle prospettive industriali.
“Dicevamo che i risultati 2019 sono stati trainati dall’aumento del traffico aereo. Hanno inciso però anche le acquisizioni e le prospettive di internazionalizzazione del gruppo. Nel 2020 andrà a pieno regime l’acquisizione di IDS AirNav fatta a luglio scorso: siamo molto soddisfatti per la valenza industriale di questa acquisizione che accelera la nostra crescita sul mercato non regolato e per la performance che sta fornendo. Al momento, abbiamo all’attivo nuovi contratti per 10 milioni di euro che ci consentono di entrare su mercati in cui non eravamo presenti come l’Argentina, il Brasile, l’Australia; o di rafforzarci dove eravamo già, per esempio in Africa, nello Zambia”.
La vera rivoluzione innescata nel 2019 è quella dei droni. E le prospettive per i prossimi anni sono impressionanti…
“Siamo stato coinvolti perché il ruolo di ENAV è quello di garantire la sicurezza nello spazio aereo e quindi anche ad un nuovo traffico quale quello degli UAV (Unmannhed aereal veicle). Dal primo marzo è scattato l’obbligo di registrazione dei droni di peso uguale o superiore a 250 grammi. Per questo, e per fornire servizi come le mappe di volo, abbiamo costituito la nuova società D-Flight, di cui manteniamo il controllo ma con una presenza significativa dei partner industriali Leonardo e Telespazio che detengono il 40% del capitale. Abbiamo contato 8.000 registrazioni nel giro di pochi giorni. E’ un segnale incoraggiante e prevediamo un’evoluzione del settore che accompagneremo con l’erogazione graduale di nuovi servizi”.
Quali per esempio?
“Penso alla possibilità di autorizzare le missioni critiche al di là del raggio visivo che oggi vincola l’utilizzo dei droni. Si aprono enormi possibilità di impiego, per esempio, per il monitoraggio e la manutenzione delle infrastrutture e siamo già in contatto – insieme a Enac – con gruppi come Enel, Snam e Terna. Le stime a livello globale segnalano una forte crescita della produzione industriale dei droni. Oggi stiamo solo cominciando a vedere il fatturato ma si tratta di un business in forte crescita che intendiamo gestire e promuovere attivamente”.
Non possiamo chiudere questa intervista senza avere affrontato il tema della sostenibilità, diventato un fattore cruciale per attirare l’interesse degli investitori, come dimostra la recente presa di posizione del Fondo BlackRock.
“E’ un tema che ci vede attivi su due versanti, entrambi legati alla maggiore efficienza delle rotte. Da un lato, siamo tra i fondatori di Aireon, la piattaforma di controllo satellitare del traffico aereo operativa dallo scorso anno, nella quale abbiamo investito 61 milioni di dollari per l’11% del capitale. Ci attendiamo un congruo ritorno in dividendi. Con Aireon è possibile la sorveglianza del 100% del traffico areo anche in quelle zone oceaniche o impervie, che non venivano raggiunte dalla vista dei radar posizionati a terra. Il tema non è la sicurezza del volo, comunque garantita sia chiaro, ma il miglior utilizzo dello spazio aereo in termini di tempo, carburante e CO2. Per avere un’idea: venti minuti in meno sulla rotta Roma-New York consentono di risparmiare 6 tonnellate di carburante”.
Come procede il programma Free route?
“Siamo partiti in anticipo, a fine 2016, rispetto al vincolo europeo che scatterà per tutti nel 2022. Questo ci ha consentito, solo nel 2019, di tagliare 14 milioni di km di rotte attraversate, risparmiando 53 milioni di chili di carburante e 167 milioni di chili CO2. In tre anni i risparmi complessivi sono di 128 milioni di kg di carburante e 400 milioni di kg di CO2. Soprattutto, ha reso lo spazio aereo italiano più attraente per le compagnie e così ha contribuito alla crescita del traffico di attraversamento. Infine, ci tengo a sottolineare che l’attenzione alla sostenibilità ci vede attivi non solo sul piano ambientale ma anche delle condizioni di lavoro e di eliminazione delle disuguaglianze, incluse quelle di genere”.
Il Rapporto Consob sulle società quotate italiane ha censito solo 15 donne in posizione di Ad. Lei è una di queste. Cosa si può fare, e lei che cosa può concretamente fare, per superare questo gap?
“Penso si debba puntare sulla valorizzazione delle persone e delle competenze professionali e fare in modo che ciò porti a un mix migliore di quello attuale. E’ un approccio che vale per le differenze in generale, a mio avviso, e non solo per quelle di genere. Se mi chiede cosa ho fatto in concreto in Enav, posso dirle che con la mia gestione sono state nominate le prime due donne a capo di un impianto operativo al centro di controllo di Milano e alla torre di controllo dell’aeroporto di Brindisi. In generale mi piacerebbe vedere un mondo in cui le persone vengano valutate in base alle competenze professionali e un mondo in cui non siano necessarie percentuali di garanzia”.