La parabola di un “uomo affrettato”. Così definisce Le Monde la fulgida ascesa al trono dell’Eliseo di Emmanuel Macron, 39enne di Amiens “sconosciuto al grande pubblico fino a due anni fa, quando era ministro dell’Economia”. Da allora, era l’estate del 2014, quello che diventerà il presidente più giovane della storia della Repubblica francese ha conquistato contro ogni pronostico, passo dopo passo, il consenso popolare, mettendosi in proprio meno di un anno fa quando ha fondato il suo movimento, “En Marche!”, che ha preso le distanze non solo dall’Esecutivo di cui ha fatto parte (il mandato di Hollande verrà ricordato come uno dei meno apprezzati di sempre), ma soprattutto dagli estremismi – o populismi che dir si voglia – che tanto sono andati di moda, in Francia come altrove, negli ultimi anni.
Macron si è dunque smarcato da qualsiasi etichetta, collocandosi agli antipodi soprattutto di Marine Le Pen, favorita dai sondaggi all’inizio della campagna elettorale e poi grande sconfitta sia al primo turno sia al ballottaggio, pur con un tasso di astensione che fa riflettere: il malcontento i francesi lo hanno in parte confermato non andando a votare in massa. Anzi, uno su quattro degli aventi diritto non si è presentato alle urne per il secondo turno: un dato record, il più alto dalla tornata del 1969, quando vinse Georges Pompidou.
Ma chi è l’astro nascente della politica francese ed europea, l’uomo che ha salvato il continente da un secondo schiaffo dopo quello dell’uscita dall’Unione del Regno Unito? Il suo percorso inizia con la frequentazione di una scuola gesuita ad Amiens, sua città natale. Poi la laurea in filosofia a Parigi con tesi su Niccolò Machiavelli, e infine nel 2004 il diploma conseguito all’ENA, l’Ecole nationale de l’Administration di Strasburgo dove si forma da decenni tutta la classe dirigente francese.
Macron inizia subito la sua carriera nella pubblica amministrazione che culmina nel 2007, quando entra a far parte della Commissione Attali, voluta dall’allora presidente Sarkozy per rilanciare l’economia della Francia. Nello stesso anno, sempre bruciando prodigiosamente tutte le tappe del successo, diventa banchiere della famiglia Rothschild: è il più giovane direttore degli affari finanziari della storia della banca. La sua nomina avviene nel mese di settembre, dieci giorni prima del crollo di Lehman Brothers. Si occuperà tra le tante cose del più grande deal del 2012, l’acquisto da parte di Nestlè della filiale di alimenti per bambini di Pfizer: un’operazione da 9 miliardi di euro. Torna a dedicarsi alla cosa pubblica sempre nel 2012, quando all’inizio della presidenza Hollande viene nominato vice segretario generale dell’Eliseo, che da oggi occupa in qualità di presidente.
La storia recente sono i due anni da ministro dell’Economia, durante i quali Macron ha contribuito a partorire la discussa Loi Travail, il Jobs Act alla francese che ora vorrebbe confermare, mentre tutti i suoi avversari alle presidenziali proponevano di cambiarlo. Da responsabile del dicastero di Bercy si è anche occupato dello spinoso caso Renault, per risolvere il quale fece salire lo Stato dal 15 al 20% del capitale della casa automobilistica controllata dalla giapponese Nissan. Si è dimesso ad agosto del 2016, e solo a metà novembre ha annunciato la sua candidatura ufficiale alla presidenza della Repubblica: in sette mesi, bruciando ancora una volta le tappe e ribaltando i pronostici che lo davano inizialmente intorno al 10%, è arrivato alla carica pubblica più alta.
Di lui dice di essere “un centrista che prende il meglio della sinistra e il meglio della destra” e il suo programma è tutto basato sull’Europa e sulle riforme economiche, prime fra tutte un taglio senza precedenti della spesa pubblica e l’abolizione dell’imposta sulla prima casa per l’80% dei francesi che la pagano, oltre che la riduzione dell’aliquota per le imprese dal 33 al 25%. Dal 2007 è sposato con Brigitte, di 24 anni più grande di lui: durante gli anni del liceo lei era stata la sua insegnante di teatro. Suona il pianoforte e nel tempo libero ama giocare a tennis, ma non disdegna nemmeno il calcio: è simpatizzante del Marsiglia, oltre che grande appassionato del Tour de France. Macron proviene da una famiglia benestante, i genitori sono entrambi medici. Ha un fratello e una sorella, che hanno seguito le orme dei genitori diventando anche loro medici.