“La destra reazionaria e sovranista alle prossime Europee gioca una partita per lei storica, uscire dalla marginalità e diventare decisiva per le maggioranze all’Europarlamento. Giorgia Meloni da una parte si accredita come leader affidabile e mainstream di un grande Paese europeo, dall’altra vuole guidare partiti da sempre antieuropei, non di rado xenofobi e nazionalisti. L’Europa non è l’Italia, questo gioco non le riuscirà e dovrà scegliere da che parte stare, con il rischio di restare ancora fuori dalla maggioranza europea”. Lo dice Emma Bonino, leader di +Europa, in una intervista a Repubblica.
Per questo Bonino ritiene che le prossime elezione Europee siano un bivio per la Ue: “Siamo arrivati fin qui in una comfort zone consociativa, con il Ppe ed i socialisti a governare insieme, aprendo a liberali e verdi. Ho spesso contestato questo consociativismo, ma è chiaro che se la destra di Vox e Afd, di Le Pen ed Orbán, di Salvini e dei polacchi del PiS dovesse entrare in maggioranza, l’Unione perderebbe la sua anima democratica e liberale”.
+Europa organizza una convention il 24 febbraio per gli Stati Uniti d’Europa, “abbiamo invitato i rappresentanti delle famiglie politiche europee che si ritrovano nel gruppo di Renew Europe. I partiti dell’Alde come +Europa e quindi Matteo Renzi per Italia Viva e Carlo Calenda per Azione. A loro e a personalità e movimenti che vorranno partecipare, ho proposto di lavorare per una lista di scopo sugli Stati Uniti d’Europa, in modo che nessun voto liberal-democratico e federalista venga sprecato per arginare la destra sovranista. E poi abbiamo invitato Elly Schlein per il Pd, Angelo Bonelli per i Verdi, Enzo Maraio per i socialisti”. E il M5S? “Conte e il M5S dal punto di vista europeo sono, per usare un eufemismo, un enigma: hanno esordito con il leader della Brexit, Nigel Farage, e hanno appena votato contro il sostegno alla difesa Ucraina. Confido che Calenda accetti l’invito: non voglio polemizzare con lui sul passato. Dobbiamo unirci sull’Europa”.