L’impegno degli Emirati Arabi Uniti verso una maggiore diversificazione delle fonti di crescita offre alle imprese che operano nei mercati internazionali grosse opportunità, non solo nel solco dei settori tradizionali. Come riportato dal focus SACE, tali possibilità spaziano dai settori inerenti la qualità della vita al risparmio energetico, dalle telecomunicazioni al turismo fino alle grandi opere infrastrutturali.
L’ottimo ambiente per gli affari, tra i migliori della regione, senza dimenticare i programmi di sviluppo federali e locali e l’elevata ricchezza pro-capite, offre opportunità per molti dei settori chiave del Made in Italy. La presenza italiana nel Paese, inoltre, è già robusta: gli EAU costituiscono la principale destinazione per l’export di beni italiani nell’area Medio Oriente e Nord Africa (MENA), giunto nel 2014 a quota 5,3 miliardi di euro.
I beni italiani esportati spaziano dalla fornitura di gioielli alla meccanica strumentale, dai beni della moda alla metallurgia agli autoveicoli. Le imprese nostrane con una sede in loco sono più che quadruplicate nell’ultimo decennio e, nonostante questo, non manca spazio per un’ulteriore crescita nel Paese. A tale proposito le stime SACE, calcolate sulla base di uno scenario conservativo, indicano una crescita dell’export italiano negli EAU di almeno il 3% annuo, per arrivare al 2018 a un valore complessivo di beni esportati superiore a 6 mld.
Il potenziale emiratino è confermato dall’elevato valore del SACE Export Opportunity Index, pari a 78/100, punteggio equivalente a quello della Germania, dove 100 rappresenta la massima opportunità. La metodologia è disponibile sul sito SACE al seguente link.
Nel corso degli ultimi cinque anni gli eventi economici emiratini hanno stabilito le priorità e gli obiettivi futuri della Federazione che, dopo la crisi finanziaria del 2009-2010, è riuscita a superare le difficoltà ed ha attraversato indenne il periodo della Primavera Araba, mantenendo la stabilità politica interna e riproponendosi come rifugio sicuro per i capitali in fuga dai Paesi dell’area colpiti dall’instabilità. Tra il 2011 e il 2014 l’economia è tornata a crescere a ritmi superiori al 5% annuo. Gli EAU godono, infatti, di una buona diversificazione economica, eccellenti infrastrutture e un’ampia capacità finanziaria, tutte caratteristiche che rendono gli Emirati tra i mercati petroliferi meglio protetti dall’eventuale protrarsi di prezzi del greggio contenuti.
Per poter operare con successo in loco, tuttavia, le imprese esportatrici non possono prescindere dal mettere in atto un’ottica di ottimizzazione “value for money” dato il contesto locale fortemente concorrenziale. L’offerta di prodotti e servizi di qualità, in grado di soddisfare gli elevati standard richiesti dalla domanda locale, non può quindi prescindere dall’affiancarsi a un’offerta finanziaria altrettanto competitiva.
In quest’ottica, l’apertura dell’ufficio di SACE a Dubai consentirà di ampliare ulteriormente il supporto già offerto alle imprese italiane. Tale supporto si concretizza in impegni per circa 300 milioni complessivi nei soli EAU e in 5 miliardi nell’intera area, in settori afferenti la chimica, petrolchimica, metallurgia, edilizia, meccanica strumentale e beni di consumo, con potenziali progetti di espansione e un sempre maggiore coinvolgimento delle PMI.