L’Ue verso il taglio obbligatorio dei consumi di elettricità. Tra le proposte che la Commissione europea presenterà in materia di contrasto al caro energia dovrebbe esserci anche l’obiettivo obbligatorio di riduzione dei consumi di elettricità durante le ore di picco, in una fascia oraria giornaliera di 3 o 4 ore. Sulla scelta degli orari, l’Ue sarebbe intenzionata a lasciare agli Stati membri un certo margine di discrezionalità. È quanto emerge dalla bozza di regolamento in materia, visionata da diverse agenzie internazionali.
La scorsa settimana, in occasione di una riunione dei ministri, sono emerse profonde divisioni ed è probabile che i governi spingano per modificare il piano della Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.
Intanto il prezzo del gas torna sotto i 200 euro al megawattora (sui 191 euro intorno alle 17:15 di lunedì 12 settembre).
Crisi gas: le proposte dell’Ue
La bozza propone anche un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas. Il limite si applicherà ai ricavi per megawattora di elettricità prodotta. La quota eccedente di ricavi servirà a compensare le sofferenze economiche di cittadini e imprese “esposti a prezzi elevati di energia elettrica”. Anche in questo caso, spetterà ai Paesi membri decidere con quali misure redistribuire le risorse derivanti dagli extraprofitti.
Infine, gli Stati della Ue dovranno introdurre anche un contribuito di solidarietà temporaneo per l’industria fossile, “sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022”. Le proposte della Commissione passeranno direttamente agli Stati – come previsto dall’articolo 122 -, i quali potranno emendarle e, nel caso, approvarle a maggioranza qualificata.
E il price cap?
L’Europa si sta muovendo per l’introduzione del price cap sul gas, fortemente caldeggiata dal nostro Paese. “Già ieri c’è stata la chiamata per un primo gruppo di esperti, tra cui un italiano” ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani a Radio 24 spiegando che è stato dato il mandato “per settembre” a studiare il price cap e che “nell’arco di due settimane” ci saranno le prime indicazioni. “Per la decisione – ha aggiunto – non serve l’unanimità, si va a maggioranza qualificata”.
Cingolani: “Gas a prezzo controllato per le aziende”
Il Governo italiano sta lavorando a un provvedimento per dare una certa quantità di gas a prezzo controllato alle aziende che stanno soffrendo. “Il provvedimento dovrebbe arrivare la settimana prossima”, ha detto il ministro a Radio 24 aggiungendo che “gli operatori che mettono questo gas a disposizione non sono delle onlus, sono aziende quotate in Borsa, non gli si può chiedere di regalare allo Stato il gas da dare a prezzo scontato, ci sono degli investitori a cui devono spiegare l’operazione”.
Il ministro ha poi proseguito dicendo che con le rinnovabili “non riusciremo a mandare avanti la seconda manifattura in Europa per sempre: l’unica alternativa con l’uscita dal carbone e dal gas è il nucleare“. Cingolani ha anche spiegato che l’accelerazione sulle rinnovabili è fondamentale “ma bisogna avere qualcos’altro, sorgenti continue e programmabili”. “Dobbiamo – sostiene – uscire dal carbone e dal gas perché producono CO2, l’unica alternativa è il nucleare. Io poi dico tecnicamente, di nuova generazione, non le vecchie centrali. Se non facciamo questa scelta tecnologica ed ideale non riusciremo mai a sbloccarci. C’è un muro ideologico che va a scapito dei nostri figli. Stiamo bloccando il futuro dei nostri figli con le ideologie di oggi e questo non va bene”, ha concluso il ministro.