Shanghai smarrita dopo la grande frana, Wall Street in rosso dopo un black out storico (3 ore di stop). L’Eurozona celebra con un rimbalzo l’inizio (non il primo forse l’ultimo) del conto alla rovescia per la Grecia. Ecco la fotografia, drammatica, dei mercati alle prese con l’Orso.
Il fronte più delicato è la Cina, al centro di un’altra giornata ad altissima tensione. La Borsa di Shanghai si avvia a chiudere in rialzo del 2,5%, Shenzen+2,7% dopo una partenza in profondo rosso (-3%) . Ma il rimbalzo, maturato nel finale dopo una seduta difficile, è solo il frutto di una nuova dose di incentivi da parte delle autorità monetarie. In particolare sono state ulteriormente ridotte le garanzie a vantaggio di alcuni clienti dell’area pubblica e che la banca centrale ha assicurato “abbondanti capitali” a sostegno degli acquisti. Ma si allunga intanto l’elenco delle società quotate sospese: 1.439 in tutto, più o meno la metà del listino.
VIETATE A SHANGHAI LE VENDITE AI SOCI DI MAGGIORANZA
Pechino ha peraltro fatto ricorso a misure drastiche per frenare l’emorragia. L’autorità di controllo dei mercati ha imposto da stamane per i prossimi 6 mesi il divieto di vendere azioni ai soci di maggioranza delle società quotate. Per la prima volta, insomma, si cerca di congelare l’Orso.
TOKYO TAMPONA LE PERDITE, WALL STREET SOTTO I LIVELLI DI GENNAIO
Le notizie in arrivo da Shanghai hanno condizionato gli altri mercati asiatici. Tokyo, già sotto del 3%, ha ridotto le perdite allo 0,7% dopo il rimbalzo delle borse cinesi. Hong Kong recupera il 3,5% dopo il tonfo drammatici di mercoledì quando, parola di un operatore “il mercato è stato usato come un bancomat dai clienti cinesi a caccia di cash per tamponare le perdite”. Setto copione a Sidney e a Seoul: partenza in profondo rosso, finale in ripresa, pur all’insegna dell’incertezza.
Le Borse Usa hanno cancellato ieri i guadagni del 2015. Pesa su Wall Street, ferma ieri per più di tre ore per guasti tecnici non meglio precisati (smentita l’ipotesi di attacchi di hacker), la sindrome Cina, ben più grave delle preoccupazioni per la Grecia, passata in secondo piano. L’indice Dow Jones ha perduto l’1,47% (da inizio anno -1,7%), l’S&P 500 l’1,66% (-0,6% nel 2015). Il Nasdaq, ieri -1,75%, conserva da gennaio un guadagno del 3,7%.
La paura per la frana delle Borse cinesi ha eclissato la pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Fed, da cui è emerso che la banca entrale attendono segnali più convincenti dall’economia per avviare l’aumento dei tassi, vivamente sconsigliato dal Fmi.
Il cambio euro/dollaro si è leggermente rafforzato a 1,107, da 1,101 di ieri. In lieve ripresa il petrolio e le commodities, dopo i pesanti cali di ieri: Brent a 56,4 dollari al barile (-0,6%), Wti a 51,4 dollari (-1,7%). Positivi a Piazza Affari i titoli petroliferi dopo i recenti ribassi: Eni +1,9%, Saipem +4,2%, Tenaris +3,9%.
EUROPA IN RECUPERO, MILANO +2,6%
Le Borse europee, concentrate sul dossier Grecia, non hanno subito ieri lo shock della crisi cinese che, probabilmente, si farà sentire oggi. Piazza Affari, dopo quattro giornate di pesanti ribassi, ha guidato il recupero dei listini europei. A Milano l’indice FtseMib chiude in rialzo del 2,6% con guadagni diffusi in tutti i settori, ad eccezione del lusso colpito dal terremoto finanziario dei mercati asiatici.
La Borsa di Parigi è salita dello 0,7%, Francoforte +0,6%, Londra +0,9%. In buona salute il mercato del debito. Il mercato dei titoli di Stato è in ripresa: il Btp decennale è stato scambiato a un rendimento del 2,21% con spread a 153, in calo di 8 punti base.
TSIPRAS INFIAMMA STRASBURGO. E CHIEDE SOLDI ALL’ESM
Dopo l’ultimatum Ue al governo di Atene, con la decisione di fissare a domenica la scadenza a domenica per un accordo, il premier Alexis Tsipras ha parlato ieri al Parlamento europeo dicendo la Grecia presenterà domani proposte molto specifiche. Nel frattempo Atene ha presentato una richiesta ufficiale all’ Esm (European Stability Mechanism), il fondo salva Stati della Ue, per avere un prestito. La richiesta verrà valutata oggi. Intanto il ministero delle Finanze di Atene ha smentito indiscrezioni stampa secondo cui si starebbe preparando a pagare pensioni e stipendi con dei “pagherò”, una sorta di seconda valuta temporanea.
BANCHE ALLA RISCOSSA. LA LEX PROMUOVE IL GESTITO ITALIANO
Salgono le banche: Unicredit +3,3%, Intesa +3,5%. Monte Paschi +5,7%: la banca senese ha perso nelle ultime sette sedute oltre il 25%. Avanzano Mediobanca (+3,1%), Banco Popolare (+4%) e Pop. Emilia +5,6%.
Grandi elogi del Financial Times alle società del risparmio gestito italiano. La Lex Column del quotidiano britannico sostiene che, ai multipli di mercato a cui trattano (Fineco 20 volte gli utili, 18 Banca Generali, 14 Mediolanum e 15 Azimut +1,9%) hanno tutte le carte in regola per salire, perché faranno la parte del leone nella crescente raccolta di capitali delle famiglie italiane, che piano piano stanno uscendo dai depositi e dai bond bancari .
VIVENDI ACCENDE TELECOM: POSSIBILI NUOVI ACQUISTI
Brilla Telecom Italia (+4,5%): il premier Renzi ha evitato l’incontro con il top management di Vivendi, primo azionista di Telecom con il 14,9%. Arnaud de Puyfontaine, pdg di Vivendi, dopo un incontro con il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha affermato che non si può escludere in futuro una ulteriore crescita del gruppo francese nell’azionariato della compagnia telefonica tricolore. La società presieduta da Vincent Bolloré avrebbe la possibilità di salire al 22% tramite l’acquisto di quote da fondi.
Balzo di Mediaset, che guadagna il 5,4%.
IL GRANDE CALDO SPINGE GLI ELETTRICI
L’ondata di caldo di questi giorni ha fatto aumentare notevolmente i consumi di energia elettrica. E i grandi produttori, nonostante i black out della rete, se ne avvantaggiano. A2A si mette in mostra con un rialzo del 4,5% a 1,060 euro. Martedì il picco massimo di energia elettrica immessa nella rete di distribuzione dell’utility lombarda di A2A Reti Elettriche ha raggiunto i 1.625 MW, circa il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2014.
In buon rialzo ieri anche Enel (+2,5%) ed Iren (+4%). Brilla Enel Green Power (+5,9%): al momento della punta massima, il fabbisogno nazionale è stato coperto da una produzione da fonte rinnovabile prossima al 40%. Terna, che possiede e gestisce la rete per il trasporto dell’energia elettrica, ha chiuso in rialzo del 2,4% portandosi a 3,976 euro. La società ha segnalato che è stato raggiunto un nuovo record assoluto nei consumi elettrici a quota 56.883 megaWatt.
EFFETTO CINA SUI TITOLI DEL LUSSO
Limita le perdite stamane ad Gong Kong Prada (-1,6%). Ieri, sull’onda della crisi cinese, il lusso è stato l’unico comparto negativo di Piazza Affari: Ferragamo -1,9% e Tod’s -3,7%.
Tra gli industriali rimbalzano Finmeccanica (+4,2%) e Cnh Industrial (+2%). StM +0,1%, Fiat Chrysler +0,1%, Prysmian +1,8%.