Truth Social è un social network creato dalla TMTG (Trump Media & Technology Group), società americana di media e tecnologia, fondata nel gennaio 2021 dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lanciato il 21 febbraio del 2022 e riservato agli utenti provenienti da Stati Uniti e Canada, in soli 65 giorni è arrivato in cima alla classifica delle App social più scaricate dall’Apple Store. A farlo notare è stato Elon Musk, con un Tweet su Twitter, da poco diventato di sua proprietà.
Musk su Twitter esalta Truth di Trump: è il più scaricato
Musk dunque strizza l’occhio a Donald Trump su Twitter. Non si sa se si tratti di simpatie personali per l’ex presidente e la sua creatura digitale o di semplice stupore per la “strana” classifica. Qualche utente di Twitter la vede come una sfida futura per il neoacquisto di Musk e rilancia: “È tempo di cambiare le cose“. Poco prima Musk aveva commentato gli umori diffusi per la sua nuova acquisizione, in questo modo: “L’estrema reazione anticorpale di coloro che temono la libertà di parola dice tutto“. Unendo i puntini, si potrebbe pensare che l’imprenditore voglia eleggere Truth a campione della libertà di espressione e farne addirittura la sua musa per il rilancio di Twitter, per dire no alla censura, nemmeno quella delle fake news di Donald Trump. Non è un mistero infatti che Elon Musk voglia riportare The Donald su Twitter a un anno dalla sua espulsione: e anche questo tweet si muove in quella direzione, nonostante l’ex presidente Usa finora abbia declinato l’invito. L’ammiccante messaggio di Elon Musk, inoltre, conferma le sue intenzioni: quelle di puntare su algoritmi più aggressivi per moltiplicare l’effetto domino dei messaggi e sulla totale libertà di espressione, senza vincoli o sanzioni anche nei confronti di palesi fake news.
Truth di Trump è in testa alla classifica social: vero o falso?
Per mettere a fuoco la questione però è necessario fare una considerazione: il presunto successo di Truth è legato al download. Non si può stilare una classifica di gradimento confrontando quante persone hanno scaricato delle app, da una certa data in poi. Per fare un esempio: chi già possiede Facebook, YouTube, WhatsApp o Instagram, che sono realmente le più popolari (e infatti non figurano nella graduatoria pubblicata da Musk), non vorrà e non potrà mai ripetere il download per lo stesso dispositivo, a conferma del proprio gradimento. Insomma, si tratta di una classifica di quello che, nel gergo dell’Information Technology, viene definito come “picco dell’hype cycle” ossia il momento più favorevole dei numeri che, in genere, anche quando sono consolidati, si riducono di molto. Sono quelle le cifre ragionevoli e il confronto – nella fase di hype – con i prodotti che possono già vantare questo tipo di dato significativo, non ha alcun senso.
Inoltre, va ricordato che l’unico modo per fruire del social network di Trump è quello di scaricare l’app dall’Apple Store, quindi usarla su dispositivi mobili. Gli altri social network invece vivono tranquillamente di vita propria sul web. Un utente di Facebook potrebbe anche non avere il corrispettivo mobile installato sullo smartphone o sul tablet. Lo stesso si può dire di YouTube o di Instagram (non di WhatsApp). Insomma, il conteggio dei download da un mobile store, mancherebbe di una grossa fetta di utenza.
Nel frattempo, Elon Musk – evidentemente invitato a fare chiarezza sui suoi cinguettii – ha fissato in alto il Tweet dove spiega: “Per libertà di parola, intendo semplicemente ciò che corrisponde alla legge. Sono contro la censura che va ben oltre la legge. Se le persone vogliono meno libertà di parola, chiederanno al governo di approvare leggi in tal senso. Pertanto, andare oltre la legge è contrario alla volontà del popolo“. No, la situazione non è affatto migliorata…