Neanche il tempo di prendersi, in Francia, una denuncia dalla pugile algerina Imane Khelif per cyberbullismo dopo averla attaccata per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, ed ecco che il vulcanico Elon Musk apre un nuovo fronte “di guerra”. Questa volta ci spostiamo in Brasile, dove per la verità lo scontro con le istituzioni era già aperto da qualche mese, da quando cioè, lo scorso aprile, il proprietario del social network X aveva pubblicamente criticato Alexandre De Moraes, membro del Supremo Tribunal Federal, accusandolo apertamente di censura. “Moraes deve andare via, la sua è una censura illegale. Questa non è giustizia, è un giustiziere che viola ripetutamente e in flagrante la legge”: questo il duro post pubblicato sabato scorso da Musk, nell’annunciare che in seguito alle tensioni degli ultimi mesi X ha preso la decisione di chiudere i propri uffici in Brasile, ma che il social rimane disponibile per gli utenti brasiliani. La mossa è solo l’ultimo capitolo di una disputa che va avanti da mesi e che ha un sapore molto politico: come negli Stati Uniti Musk si è nettamente schierato a favore del candidato repubblicano Donald Trump, così in Brasile è presto diventato l’idolo dei bolsonaristi e la sua piattaforma social, X, si è trasformata in una fabbrica di attacchi politici e notizie false. Infatti ad innescare il tutto era stata la decisione del giudice Moraes di aprire un’indagine sull’ex Twitter per diffusione di fake news e attacchi al sistema elettorale in Brasile, e soprattutto di ordinare il blocco di diversi account, anche di personaggi molto popolari negli ambienti della destra brasiliana, compresi parlamentari.
Elon Musk sotto accusa in Brasile: tra multe, indagini e scontri politici
Elon Musk si era prima opposto lamentando che “queste sollecitazioni violano la legge brasiliana”, salvo poi adeguarsi e ottemperare all’ordine del tribunale supremo, che nel Paese sudamericano vigila in maniera molto severa – e spesso discussa – sul sistema democratico, ad incominciare dai mezzi di informazione e i social network. Nonostante l’obbedienza del patron di X (anche per evitare una multa che sarebbe stata di circa 20.000 dollari al giorno per ogni profilo non bloccato o riattivato), Moraes aveva rincarato la dose inserendo pure Musk nel registro degli indagati nell’inchiesta che nel frattempo aveva effettivamente appurato l’esistenza di una trama golpista nata all’indomani dell’elezione di Lula nel novembre 2022 e portata avanti da “milizie digitali antidemocratiche”. L’imprenditore statunitense è stato anche indagato per ostruzione alla giustizia, per essersi inizialmente rifiutato di ottemperare alla decisione del Supremo Tribunal Federal. Dallo scorso aprile però questa vicenda non ha fatto altro che esacerbare gli animi e compattare l’elettorato bolsonarista a favore di Elon Musk e contro le istituzioni brasiliane, al punto che lo stesso ex presidente Jair Bolsonaro ha fatto del boss di X un simbolo della lotta per la libertà: “La nostra libertà, in buona parte, è nelle sue mani”, è arrivato a dire di recente il leader di estrema destra. Contro Musk si è invece schierato il presidente Lula e tutta la sinistra, che ne ha criticato gli atteggiamenti rivendicando la regolamentazione dei social network e ricordando che “il Brasile non è una giungla di impunità, a comandare qui non sono le big tech”. Addirittura lo stesso presidente e altri esponenti del suo partito, per protesta, pur restando attivi su X, hanno aperto un profilo sul social rivale in Brasile, BlueSky. E alla notizia della chiusura degli uffici di X nel Paese, il ministro lulista Paulo Teixeira ha commentato lapidario: “Bye bye Musk”. In tutto questo, pare che X abbia in qualche modo tenuto attivi alcuni profili denunciati da Moraes per diffusione di notizie false, accumulando una multa da 300.000 reais. Che in dollari sono circa 60.000, bazzecole per Musk ma segno che lo scontro è tutt’altro che risolto. Ed ha la stessa tossica natura di quelli che stanno già da anni inquinando il dibattito pubblico in rete negli Stati Uniti e in Europa.