Dopo mesi di attesa, John Elkann si è finalmente presentato davanti alle commissioni parlamentari di Camera e Senato. Intervenuto come amministratore delegato ad interim di Stellantis, in seguito alle dimissioni di Carlos Tavares, Elkann ha confermato che la nomina del nuovo ceo avverrà entro la prima metà del 2025. “Il processo sta procedendo secondo i tempi stabiliti: il nuovo ceo di Stellantis sarà annunciato entro la prima metà dell’anno”.
Nel suo intervento non ci sono state novità rispetto al Piano Italia annunciato a dicembre, ma ha confermato il ruolo centrale che il Paese continuerà a giocare nella strategia del gruppo italo-francese.
L’Italia al centro della strategia Stellantis
Nel corso della sua audizione, Elkann ha, infatti, ribadito il ruolo cruciale dell’Italia all’interno del gruppo automobilistico. “Ci siamo preparati con grande attenzione, perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale“, ha sottolineato il nipote di Gianni Agnelli.
Ripercorrendo gli ultimi vent’anni, ha evidenziato la crescita del gruppo fino a diventare il quarto costruttore automobilistico mondiale. “Oggi Stellantis è un’azienda redditizia, con un fatturato di 157 miliardi e 5,5 milioni di veicoli venduti. Vent’anni fa lottavamo per la sopravvivenza, oggi siamo tra i leader del settore. Questo anche grazie all’Italia e agli italiani, a cui va la nostra gratitudine”.
Dal 2004, Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di veicoli, generando un valore complessivo di quasi 700 miliardi di euro. Ogni euro creato dal gruppo, secondo Elkann, ne genera altri nove nell’economia nazionale. “Negli ultimi vent’anni, abbiamo pagato direttamente 14 miliardi di imposte all’erario, che salgono a 32,2 miliardi considerando il gettito legato all’Iva e alle imposte versate per conto dei dipendenti”. Sul fronte della ricerca e sviluppo, ha sottolineato investimenti per 53 miliardi di euro, con un rapporto di 50:1 rispetto ai contributi pubblici ricevuti.
Il Piano Italia e il futuro degli stabilimenti italiani
Elkann ha poi illustrato gli investimenti previsti per gli stabilimenti italiani. A Pomigliano, la produzione della Panda Ibrida continuerà fino al 2030, con l’arrivo della nuova generazione del modello. A Melfi saranno prodotti la nuova Jeep Compass e la Lancia Gamma, mentre a Cassino verrà installata la piattaforma STLA Large per le nuove Alfa Romeo Giulia e Stelvio. A Mirafiori, infine, partirà la produzione della Fiat 500 Ibrida entro novembre 2025.
“Nel solo gennaio e febbraio 2025, la Panda è stata scelta da oltre 25.400 clienti, con una quota di mercato del 10%, superando da sola tutti i marchi concorrenti in Italia. Questo dimostra il continuo affetto degli italiani per la Pandina”, ha commentato.
Sui nuovi modelli in arrivo, Elkann ha confermato che a Melfi è già in produzione la DS N°8 e si stanno preparando le linee per la nuova Jeep Compass e la Lancia Gamma. A Cassino, oltre alla Maserati Grecale e alle attuali Giulia e Stelvio, saranno prodotte le nuove generazioni di questi ultimi modelli. A Mirafiori, oltre alla Fiat 500 elettrica, partiranno i test sui prototipi della 500 Ibrida a maggio, con produzione prevista per novembre.
“Negli ultimi vent’anni, il mercato domestico è calato del 30%, mentre l’occupazione si è ridotta del 20%. Nonostante questo, Stellantis ha difeso la produzione e i posti di lavoro grazie all’export dei marchi italiani”, ha aggiunto Elkann.
Elkann: “2025 anno difficile, servono più colonnine di ricarica”
Elkann ha poi parlato a grandi linee di due situazioni complesse: il futuro di Maserati e la Gigafactory di Termoli. “Stiamo lavorando per garantire il futuro di Maserati, che resta legato all’Italia e alla Motor Valley”, ha assicurato. Per quanto riguarda la Gigafactory, il progetto è attualmente sospeso in attesa delle decisioni di ACC, ma Stellantis ha già avviato alternative per la produzione di motori termici e cambi per auto ibride.
Guardando al futuro, Elkann ha messo in guardia sulle difficoltà del mercato automobilistico in Italia, che nei primi due mesi del 2025 ha registrato un calo del 7%. Ha criticato l’Europa per le “azioni di corto respiro” e ha chiesto un maggiore impegno nelle infrastrutture di ricarica. “In Italia ci sono un terzo delle colonnine di ricarica rispetto all’Olanda. Il ritmo di installazione rimane troppo lento per convincere i clienti a passare all’elettrico”, ha affermato.
Infine, ha evidenziato la necessità di un approccio più ampio alla transizione energetica. “L’elettrificazione è il mezzo più efficace per la decarbonizzazione, ma per raggiungere gli obiettivi climatici del 2035 è essenziale sfruttare l’intera gamma di tecnologie a basse e zero emissioni“. Sul tema delle batterie, Elkann ha sottolineato il divario con la Cina: “A livello globale ci sono 263 Gigafactory, di cui 214 in Cina e solo 13 in Europa. Le aziende cinesi dominano il mercato non solo in termini di produzione, ma anche di tecnologia, mentre in Europa non controlliamo né l’estrazione né la raffinazione dei materiali critici necessari”.
Elkann: “Futuro industria auto non è bellico”
Nel rispondere ad alcune domande poste dai parlamentari sui dubbi riguardo a un possibile utilizzo delle competenze automotive nel settore della difesa, Elkann è stato chiaro: “il futuro di Stellantis non è fare armi non è l’industria bellica“.
“Osserviamo che la Cina e gli Stati Uniti hanno un’importante industria bellica e un’importante industria dell’auto” – ha spiegato Elkann -” riteniamo che non sia una scelta tra industria dell’auto e l’industria bellica, questi due Paesi ci stanno dimostrando che si possono avere due industrie forti. Non riteniamo che il futuro dell’auto sia l’industria bellica. Il futuro dell’auto è legato al fatto che l’Europa e l’Unione Europea decidano in termini di politica industriale dove è importante mettere le risorse”.
Ultimo aggiornamento ore 18,37