Non più una società prevalentemente europea. Non quando il 62% dei ricavi viene da attività in altri continenti. La Exor, finanziaria guidata da John Elkann, sta cambiando profilo. Ed è proprio Elkann a tracciarne il nuovo volto durante la riunione del consiglio di amministrazione che sta avvenendo proprio in queste ore. Nella lettera agli azionisti, Elkann scrive che “il 33% deriva dall’area Nafta (America del Nord,ndr), il 38% dall’Europa e il 29% dal resto del Mondo. In base a questi calcoli, il nostro principale mercato oggi e’ di gran lunga gli Stati Uniti d’America, che rappresentano il 27% dei nostri ricavi”.
Ma il cda si troverà a discutere anche di possibili cessioni. Nella lettera infatti si legge che la holding intende “ridurre il numero dei piccoli investimenti, per concentrarci su poche grandi società”, ma anche di poter prendere in considerazione “investimenti di minore entità, ma solo in questi due casi: una partecipazione di minoranza a prezzi interessanti in una buona società di cui saremmo orgogliosi di far parte (L’Economist, di cui possediamo il 5%, ne e’ un buon esempio) oppure una nuova impresa che ha il potenziale per poter crescere, fino a diventare una grande società. Almacantar, società immobiliare con sede a Londra (UK)”.
Operzioni di buy back per Exor, Fiat Industrial e Chrysler. “Nel 2011 – prosegue la lettera di Elkann – abbiamo investito circa 368 milioni in ciò che conosciamo molto bene. Abbiamo acquistato azioni Exor attraverso un piano di Buy Back. Crediamo fortemente nel potenziale dei nostri attuali investimenti; quindi cosa c’e’ di meglio che comprarli a sconto attraverso le nostre stesse azioni?”. Elkann ha spiegato che “abbiamo anche deciso di incrementare la nostra esposizione a Fiat Industrial e Fiat-Chrysler: oltre a essere fiduciosi nelle loro prospettive di lungo termine, abbiamo colto l’opportunita’ che ci ha offerto il mercato di acquistarle a un prezzo che noi riteniamo interessante.
Preoccupazioni dall’Europa. Elkan nella lettera trova spazio anche per guardare al futuro. “Il nuovo anno e’ iniziato con rinnovato ottimismo nel futuro: molte delle preoccupazioni con cui si era concluso il 2011 sono come svanite. Sono felice di questi sviluppi positivi, ma preferisco rimanere prudente, in particolare perche’ i dati sui consumi, soprattutto in Europa, continuano ad essere deboli. Come diceva il drammaturgo rumeno Eugene Ionesco, “puoi prevedere cosa accadra’ solo dopo che e’ accaduto”. Con questa precauzione in mente, saremo felici se le cose dovessero migliorare, ma senza farci prendere troppo la mano. Quello che posso dire in via riservata sul 2012 e’ che per la nostra organizzazione e per i nostri investimenti sara’ un anno di continua semplificazione. Piu’ e’ semplice, meglio e’: di questo sono convinto”.
Il patrimonio Juventus. Infine per quanto riguarda la prossima assemblea degli azionisti che si svolgera’ il 29 maggio prossimo, Elkann afferma che “sarà davvero un piacere incontrare i nostri azionisti in questa struttura, che è uno dei più recenti e moderni stadi di calcio in Europa, inaugurato proprio lo scorso anno. Grazie a questo stadio, la Juventus, che possediamo al 64%, e’ l’unica squadra italiana a poter iscrivere un attivo immobiliare di questo tipo nel proprio bilancio”.