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Elezioni Usa: si vota anche dallo spazio. Gli astronauti “alle urne” per le presidenziali tra Harris e Trump

Credits: Nasa

Mancano 22 giorni alle elezioni Usa e milioni di statunitensi stanno già esprimendo la loro preferenza in anticipo grazie al voto per corrispondenza, un processo in cui la scheda elettorale viene spedita a casa di un elettore registrato, che la compila e la restituisce tramite posta ordinaria o consegnandola di persona presso un centro elettorale o in una cassetta di sicurezza. È una modalità molto utilizzata negli Stati Uniti, dove i seggi elettorali sono pochi e talvolta distano chilometri e chilometri dai centri abitati più piccoli. C’è però chi riceverà la fantomatica scheda in “una casa” tanto particolare quanto distante: la Stazione Spaziale Internazionale. Da quasi trent’anni, infatti, in occasione delle elezioni Usa si vota anche dallo spazio. 

Elezioni Usa: si vota anche dallo spazio

Anche gli astronauti hanno diritto di partecipare al voto e non importa che siano fisicamente impossibilitati ad andare al seggio, trovandosi in orbita a circa 400 chilometri dalla Terra. Sono cittadini, sono elettori e in quanto tali il prossimo 5 novembre avranno la possibilità di scegliere chi mandare alla Casa Bianca tra Donald Trump e Kamala Harris, o meglio, di scegliere chi votare tra i Grandi Elettori che decideranno per loro. 

La legge texana che consente agli astronauti di votare

Da 27 anni a questa parte gli astronauti statunitensi possono votare dallo spazio. Lo prevede una legge del Texas approvata nel 1997. Da decenni, infatti, gli astronauti sono soliti prende la residenza in quello Stato per stare vicini al Johnson Space Center della Nasa (quello di “Houston abbiamo un problema”, per intenderci) dove si trovano le strutture di addestramento e il Centro di controllo missione per i voli spaziali con equipaggio umano.

Cosa prevede la legge? In base a quanto stabilito: “una persona che soddisfa i requisiti di ammissibilità di un elettore ai sensi del Codice elettorale del Texas, Capitolo 101, ma che sarà su un volo spaziale durante il periodo di voto anticipato e il giorno delle elezioni, può votare”. In parole povere, pur essendo fisicamente fuori dalla Terra, gli astronauti possono esprimere il proprio voto. Il primo a farlo, proprio nel ‘97, fu David Wolf, che espresse la propria preferenza dalla stazione spaziale russa Mir per le elezioni di metà mandato vinte da Bill Clinton contro Bob Dole. “Mi ha fatto sentire più vicino alla Terra, come se la gente della terra si prendesse davvero cura di me lassù”, ha raccontato Wolf a The Atlantic nel 2016. Le ultime sono state Jasmin Moghbeli e Loral O’Hara, che lo scorso marzo, mentre si trovano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, hanno votato alle primarie Usa in occasione del Super Tuesday.

Come votano gli astronauti dallo spazio? 

Funziona, più o meno, come il classico voto per posta. Prima di partire, gli astronauti compilano il modulo per richiedere la scheda elettorale per corrispondenza (la Federal Post Card Application). Dopo aver votato su una scheda elettronica a bordo della Stazione spaziale, inviano il documento sulla Terra tramite la rete satellitare usata dalla Nasa per le comunicazioni spaziali (Tracking and Data Relay Satellite System). La scheda, una volta acquisita dalle antenne terrestri presso la White Sands Test Facility nel Nuovo Messico, viene trasferita al Centro di controllo missione presso il Johnson Space Center in Texas e poi all’addetto della contea responsabile delle operazioni di voto. Per preservare la riservatezza del voto, la scheda elettorale è criptata e resa accessibile solo all’astronauta e all’addetto della contea tramite un set di credenziali univoche inviate per email, spiega la Nasa.

I due astronauti che voteranno alle elezioni presidenziali 2024

Butch Wilmore e Sunita Williams sono i due astronauti che voteranno dallo spazio in occasione delle presidenziali 2024. Per loro, è stata fatta un’eccezione sull’eccezione. I due, infatti, non avevano chiesto di votare per corrispondenza prima di partire. Il motivo? Sarebbero dovuti rientrare sulla terra mesi fa. La loro missione, partita a giugno, sarebbe dovuta durare solo otto giorni, ma a causa di un problema tecnico sono rimasti bloccati nello spazio e torneranno sulla Terra solo nel 2025. Vista l’eccezionalità del caso, Wilmore e Williams hanno inviato il modulo mentre erano già in orbita ed è stata concessa loro la possibilità di votare.

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