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Elezioni Usa: requisiti, modalità e strumenti di voto. Nel libro di goWare, tutto quello che può fare o no un elettore americano

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Secondo appuntamento con il professor Stefano Luconi sulle elezioni americane. Da qualche settimana è disponibile nelle librerie online e, su ordinazione, in quelle di città, La corsa alla Casa Bianca 2024. L’elezione del presidente degli Stati Uniti dalle primarie a oltre il voto del 5 novembre, edito da goWare, un saggio agile e leggibile del professor Luconi, docente di Storia e istituzioni delle Americhe all’Università di Padova.

Dopo aver visto il meccanismo delle primarie la scorsa settimana, quest’oggi abbiamo interpellato il Prof. Luconi su tre aspetti molto delicati e anche controversi delle elezioni americane che sono: i requisiti per accedere al voto, le modalità di voto, molto diverse da quelle italiane per esempio, e infine gli strumenti di voto che ha a disposizione l’elettore.

La disputa sui brogli

Come sappiamo, piuttosto tristemente per la più grande democrazia del mondo, più di due terzi dell’elettorato repubblicano ritiene che le elezioni presidenziali del 2020 siano state “rubate” (stolen) all’effettivo, per loro, vincitore. Questa situazione altamente deprecabile si è verificata, nell’opinione della maggioranza dei repubblicani, per via di brogli elettorali massivi resi possibili dal sistema di voto. Brogli che, però, non sono mai dimostrati. Anche i ricorsi sono sempre stati respinti dai tribunali.

L’emittente Fox News, la maggiore risorsa dell’opinione pubblica populista, che aveva abbracciato la tesi di un broglio nel voto elettronico, ha dovuto risarcire con oltre 700 milioni di dollari una delle società che forniva i dispositivi per il “Direct Recording Electronic” (DRE). E adesso si trova ad affrontare la causa miliardaria di un altro fornitore di questo sistema di voto elettronico.

Donald Trump non ha mai riconosciuto la legittimità della elezione di Joe Biden e, con un gesto clamoroso per la democrazia americana, non ha concesso la sconfitta.

Come si vede l’argomento delle modalità di voto, dei requisiti degli elettori e di come si contano i voti è bollente.

Abbiamo chiesto al professor Luconi, che conosce bene il sistema istituzionale americano, sul quale ha anche scritto un libro, di fornirci qualche dettaglio su questo aspetto così cruciale e per noi italiani anche di non facilissima comprensione.

Requisiti per votare

Professore cosa deve fare un cittadino americano per votare?

“Deve iscriversi nelle liste elettorali”.

In quanto cittadino non è automatica questa iscrizione?

“No, occorre iscriversi. Tuttavia, per incoraggiare la partecipazione elettorale, riducendo gli oneri burocratici, dal 1993 l’iscrizione è automatica quando i cittadini richiedono la patente di guida o l’accesso a forme di assistenza sociale”.

Possono iscriversi tutti i cittadini o si deve superare una sorta di prova di educazione civica come si vede in Selma, un film di Ava DuVernay sull’esclusione degli afroamericani dal voto nel Sud all’epoca della Great Society?

“Oggi i principali requisiti per iscriversi nelle liste degli elettori sono comuni a tutti gli Stati: possesso della cittadinanza (non era così ovunque all’inizio del Novecento), compimento dei 18 anni d’età e residenza in uno Stato o nel distretto di Columbia (cioè a Washington)”.

Succede in tutti gli Stati dell’Unione ?

“Sì. I territori degli Stati Uniti (ad esempio, Portorico e le Samoa), però, non hanno diritto a grandi elettori per le elezioni presidenziali. I cittadini che ci vivono, pur potendo partecipare a primarie e caucus, saranno esclusi dal voto per la Casa Bianca il 5 novembre”.

Tutti gli Stati hanno le stesse regole?

“Ci sono delle differenze. Per esempio, 17 Stati su 50 consentono a chi diviene maggiorenne entro l’Election Day di votare anche nelle primarie e nei caucus che lo precedono. Le condanne penali sono un altro elemento di disparità. In due Stati e nel Distretto di Columbia i detenuti non perdono il diritto di voto. I pregiudicati recuperano i diritti politici con la scarcerazione in 23 Stati, dopo un periodo di buona condotta in altri 14 e in seguito a un eventuale provvedimento ad personam del governatore nei restanti 11. Stati come la California precludono il voto per alcune malattie mentali”.

Esiste un periodo minimo di residenza nello Stato per poter votare in quello Stato?

“Sì. È diverso, però, da Stato a Stato. Muta anche il termine ultimo (talvolta un mese prima dell’Election Day) per iscriversi nelle liste degli elettori. Solo il North Dakota non prevede la registrazione, ma esclusivamente nel caso delle presidenziali. Non è necessario rinnovare l’iscrizione se non si cambia residenza o partito”.

Modalità di voto

Si può votare per posta?

“Sì. Tutti gli Stati permettono il voto per posta: 15 richiedono una giustificazione (malattia, lavoro, studio e perfino vacanza), 27 e il Distretto di Columbia lo autorizzano senza bisogno di una motivazione, 8 ammettono solo il voto per corrispondenza”.

Come avviene il voto postale?

“Affinché le schede siano valide, nella maggior parte degli Stati, le buste che le contengono devono recare il timbro postale al più tardi del giorno delle elezioni o del precedente e giungere alle commissioni elettorali prima dell’ora di chiusura dei seggi. Sono ammesse proroghe per l’arrivo delle schede provenienti dall’estero”.

Come se ne determina la validità?

“Per dimostrare che il voto è stato espresso dall’avente diritto, l’elettore firma una dichiarazione sul plico in cui è inserita la busta anonima con la scheda. Questa firma deve collimare con quella depositata all’atto dell’iscrizione nella lista dei votanti. Il confronto tra due autografi, che non sono quasi mai identici, può provocare contestazioni, come è accaduto nel 2020 su istigazione di Trump che in questo modo ha tentato, sia pure vanamente, di far annullare gran parte dei voti per Biden spediti per posta”.

Che cosa sono le drop box che si vedono anche in alcuni film?

“Sono urne speciali simili alle cassette della posta. Servono per depositare il voto di persona non solo il giorno ufficiale delle elezioni. 34 Stati collocano in luoghi pubblici monitorati drop box dove chi non si fida a inviare la scheda per posta può collocarla antecedentemente all’Election Day”.

Esistono seggi dove si può andare a votare in un giorno diverso dell’Election Day?

“Sì. 46 Stati e il Distretto di Columbia allestiscono seggi particolari, dove è possibile votare in un periodo variabile, in base agli Stati, da 46 a 3 giorni prima di quello delle elezioni”.

Strumenti di voto

In Italia, in linea di massima, occorre recarsi al seggio elettorale della propria residenza, anche se diversamente domiciliati, al quale siamo stati assegnati, identificarsi con un documento e riempire una scheda elettorale in una cabina privata. E in America come si vota?

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“Sono le contee, non gli Stati, che stabiliscono gli strumenti di voto. La maggioranza consente a chi vota in presenza di scegliere tra la scheda cartacea, da contrassegnare a mano, e un sistema di voto elettronico, che stampa la scheda dopo che l’elettore ha espresso le sue preferenze operando attraverso uno schermo (BDM: Ballot Marking Device)”.

Tutti gli elettori hanno a disposizione questa opzione?

“Si stima che a novembre il 69% degli elettori avrà a disposizione questa alternativa, il 26% potrà utilizzare solo il BMD, il restante 5%, residente soprattutto in Louisiana, disporrà unicamente di un sistema elettronico che immagazzinerà i voti in un disco rigido senza produrre una scheda cartacea (DRE: Direct Recording Electronic). L’uso esclusivo del BDM nelle contee della Georgia non impedì a Trump nel 2020 di ingiungere al segretario di questo Stato di “trovare 11.780 voti” repubblicani in più”.

E chi vota per posta?

“Chi vota per posta o si avvale delle drop box usa ovunque le schede cartacee”.

Grazie professore. La prossima settimana parleremo dei finanziamento delle campagne elettorali dei candidati.

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