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Elezioni Usa, è Trump il candidato repubblicano

Adesso è ufficiale: sarà Donald Trump il candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali di novembre, quando andrà a sfidare con ogni probabilità l’ex First Lady Hillary Clinton, con la quale è già iniziato lo scontro verbale. Il tycoon ha raggiunto il cosiddetto magic number per la nomination alla corsa alle presidenziali per i repubblicani: 1.237 delegati lo sosterranno alla convention di luglio, e dunque sarà inequivocabilmente lui a correre per la Casa Bianca.

“La gente che sta dietro di me ci ha permesso di superare la soglia”, rivendica Trump in conferenza stampa, dopo aver completamente ribaltato ogni tipo di pronostico negli ultimi mesi, lui che partiva da assoluto underdog rispetto alle più quotate candidature prima di Jeb Bush e poi di Marco Rubio e da ultimo di Ted Cruz, che però non sono mai riusciti a convincere l’elettorato “di destra” americano. 

Nell’ultimo periodo Trump, accusato più volte di xenofobia e misoginia, ha provato a dare una svolta alla sua immagine cambiando staff e annunciando, proprio ieri, che in caso di vittoria alle elezioni di novembre nominerà come vicepresidente probabilmente una donna o un esponente delle minoranze. “Ci saranno molte donne coinvolte – ha rimarcato – guarderemo alla competenza”. E a proposito di staff è da poco arrivato un nuovo scossone : il tycoon newyorkese ha separato la sua strada da quella del direttore politico della sua campagna, Rick Wiley, assunto solo pochi mesi fa. Non è chiaro se Wiley sia stato licenziato: alcuni media statunitensi parlano di disaccordi con il manager della campagna di Trump, mentre dallo staff del candidato repubblicano si afferma che il suo era un incarico a tempo determinato. “Rick Wiley è stato assunto a breve termine come consulente – si legge in una nota -. Lo ringraziamo per averci aiutato durante questo periodo di transizione”.

Trump intanto continua ad andare giù duro contro la sua ormai quasi certa avversaria, Hillary Clinton, sull’emailgate, e ha replicato anche a Barack Obama che dal G7 lo ha definito “ignorante degli affari del mondo e sprezzante”, e dice che i leader mondiali sono spaventati da lui. “Se i leader mondiali sono scossi da me – ha detto Trump – è una cosa buona”. “Se guardo all’Islam radicale, estremo – ha aggiunto -, non sono per niente contento: dobbiamo trovare una soluzione. Obama non l’ha mai trovata, non vuole nemmeno pronunciare le parole ‘terrorismo islamico estremo’”.

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