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Elezioni Uk, occhi sulla Scozia: guida completa in 6 punti

Il 6 maggio per il Regno Unito un Super Thursday, con elezioni da una parte all’altra del Regno per eleggere oltre 5mila rappresentati – Fondamentale il voto in Scozia per comprendere il futuro della lotta indipendentista – Occhi su Londra, ma anche sul cosiddetto Muro Rosso

Elezioni Uk, occhi sulla Scozia: guida completa in 6 punti

Gli occhi sono tutti puntati sulla Scozia, perché dal nuovo assetto parlamentare di Edimburgo dipenderà il futuro della lotta indipendentista che riguarda direttamente anche l’Unione Europea, ma le elezioni locali e regionali che si tengono in Gran Bretagna giovedi 6 maggio rappresentano un unicum nella storia. Mai prima d’ora, in un solo giorno, c’erano stati in palio oltre 5.000 posti di rappresentanza tutti insieme. Non a caso la stampa inglese parla di “Super Thursday”, super giovedì, un appuntamento elettorale cruciale per comprendere la direzione che prenderà la Gran Bretagna post Brexit. Per i conservatori si tratta di un test importante per capire l’opinione dei cittadini sulla gestione della pandemia, per i laburisti rappresenta l’ennesima sfida per comprendere se la rivoluzione interna portata avanti negli ultimi anni avrà effetti sulle urne o se c’è la necessità di cambiare ancora. Per la politica britannica, tutta, queste elezioni saranno fondamentali per vedere se la Gran Bretagna è riuscita a superare la Brexit unita o se le conseguenze del divorzio dall’Ue daranno maggior forza alle volontà separatiste e indipendentiste sempre più diffuse in alcuni territori del Regno.

ELEZIONI GRAN BRETAGNA: TUTTE LE SFIDE

Perché in palio ci sono tanti posti? Perché a causa della pandemia i voti previsti nel 2020 sono slittati di un anno. Giovedì 6 maggio si tengono dunque due elezioni in un colpo solo, quelle dello scorso anno e quelle già in programma per il 2021. Da questi appuntamenti si capirà quale sarà la narrativa politica delle prossime elezioni generali che si terranno tra due anni. 

Come detto, questa tornata elettorale deciderà le sorti di oltre 5.000 seggi di cui 143 nei consigli inglesi, 129 nel parlamento scozzese, 60 nell’Assemblea gallese, 25 nell’Assemblea di Londra. A questi si aggiungono 13 sindaci eletti direttamente (tra i quali quello della Capitale), 39 commissari di polizia e un’elezione suppletiva di Westminster per il collegio elettorale di Hartlepool.

Secondo quanto spiegato dall’esperto di elezioni Robert Hayward a Politico “ha più senso guardare i risultati su base geografica, per vedere se i partiti guadagneranno o perderanno terreno nei campi di battaglia chiave, piuttosto che prestare troppa attenzione ai numeri complessivi”. E dunque occorre guardare in primis alla Scozia, ma anche al cosiddetto Muro Rosso, un’area nel Nord e nelle Midlands dell’Inghilterra dove i conservatori hanno conquistato seggi storicamente appartenenti ai laburisti nelle ultime elezioni generali del 2019. Attenzione anche a ciò che potrebbe accadere a Londra, dove però la conferma dell’attuale sindaco Sadiq Khan appare scontata. 

ELEZIONI AL BUIO

Queste elezioni sono interessanti anche perché accompagnate da un’incertezza senza precedenti. A causa della pandemia di Covid-19 i candidati non hanno potuto fare la solita campagna elettorale, andando di seggio in seggio per cercare di racimolare voti e saggiare direttamente l’opinione dell’elettorato. Distanziamento e prudenza sono stati i capisaldi di questo voto, regole che hanno messo a dura prova anche i sondaggi. 

“Tutti i politici hanno una sensazione peggiore alla fine di aprile di quanto io abbia mai conosciuto”, ha detto Hayward.

LE ELEZIONI IN SCOZIA

L’appuntamento elettorale più importante del Super Thursday è quello che si tiene in Scozia per eleggere i 129 membri del Parlamento di Holyrood. In vantaggio c’è ancora l’SNP, lo Scottish National Party. La vittoria del partito guidato dall’attuale premier Nicola Sturgeon non sembra essere in discussione, ma fondamentale sarà capire i margini di questa vittoria, perché dalle percentuali dipenderà il futuro dell’indipendentismo scozzese. 

Quelle del 6 maggio sono, d’altronde, le prime elezioni dopo quella Brexit fortemente avversata da Edimburgo. Ricordiamo infatti che al referendum del 2016 il 62% degli scozzesi votò per il “Remain” e da allora sono in molti a chiedere la separazione della Scozia dal Regno Unito e un ritorno in grande stile nell’Unione Europea. 

A cercare di contendere seggi allo SNP ci sono in primis il Partito conservatore guidato da Douglas Ross e il Partito laburista di Anas Sarwar. Tra i partiti che, secondo i sondaggi, potrebbero rafforzarsi grazie al voto delle urne figurano anche i Liberal Democratici Scozzesi e i Verdi scozzesi. Importante però saranno anche i risultati dei 25 piccoli partiti che partecipano alle elezioni. Tra essi c’è anche Alba, partito indipendentista dell’ex Primo ministro ed ex leader dell’SNP, Alex Salmond, che secondo i sondaggi potrebbe arrivare all’11% ed entrare di diritto in maggioranza.

C’è poi un’altra incognita che, da sola, basterà a determinare il futuro della Scozia: l’affluenza. Se gli indipendentisti dovessero spuntarla, ma l’affluenza alle urne fosse scarsa (la media solitamente è intorno al 53%), Londra potrebbe approfittarne per sconfessare il risultato sostenendo che “la causa è stata sostenuta solo dalla metà della popolazione”. Se invece l’affluenza fosse alta, le volontà separatiste di Edimburgo potrebbero uscirne ulteriormente rafforzate. 

“L’SNP prenderà qualsiasi tipo di maggioranza come mandato per un nuovo referendum sull’indipendenza”, sottolinea Politico. Fondamentale sarà dunque il numero di voti che il principale partito scozzese riuscirà ad ottenere. Se riuscirà a conquistare la maggioranza assoluta la campagna indipendentista prenderà piede già all’indomani delle elezioni, con la richiesta di un secondo referendum dopo quello del 2014. Se invece lo Scottish National Party avrà bisogno di formare un governo di coalizione con i Verdi o addirittura (scenario improbabile) con il sostegno degli altri piccoli partiti indipendentisti “i suoi oppositori a Nord del confine e a Westminster sosterranno che il dibattito sull’indipendenza è morto”, spiega il giornale. 

IL SINDACO DI LONDRA

La vittoria del partito laburista a Londra non è e non è mai stata in discussione. A sfidare il sindaco in carica Sadiq Khan, in vantaggio siderale nei sondaggi (potrebbe già vincere al primo turno), c’è il candidato conservatore Shaun Bailey, che però sembra avere ben poche – se non nessuna – chance di spuntarla. 

Kahn, lo ricordiamo, è un avvocato 51enne, esperto in diritti umani. È musulmano e ha origini pakistane. Bailey, un anno in meno del rivale, è invece di origini giamaicane ed è stato consigliere speciale dell’ex Premier David Cameron. Insieme a loro, a correre per la carica di sindaco ci sono altri 19 candidati. Nella capitale si vota anche per rinnovare i venticinque membri dell’Assemblea. 

GLI ALTRI VOTI CHIAVE

In Inghilterra, da tenere sott’occhio per comprendere i futuri equilibri del Paese sono anche le elezioni suppletive di Hartlepool e i voti del West Midlands, della Tees Valley e del West Yorkshire. Se i laburisti dovessero perdere terreno o uscire sconfitti dalle urne in quelle che vengono considerate delle roccaforti, le ripercussioni potrebbero essere elevate anche su scala nazionale, coinvolgendo direttamente il leader del partito, Keir Starmer. 

Dall’altro lato della barricata, l’attenzione rimane alta anche sui conservatori. Secondo i sondaggi il partito di Boris Johnson dovrebbe perdere qualche seggio in questa fase di un ciclo parlamentare. Se però, al contrario, i Tories riuscissero a mantenere la loro posizione o addirittura a guadagnare qualche scranno, Johnson potrà gridare al successo, soprattutto se riuscisse a prendere Hartlepool o il West Yorkshire.

Da tenere d’occhio anche ciò che accade in Galles, dove se i laburisti riusciranno a mantenere lo stesso numero di seggi sarà considerata una vittoria del primo ministro Mark Drakeford, apprezzato negli ultimi mesi per il modo in cui ha gestito la pandemia. I conservatori sperano invece di rinvigorirsi dopo il risultato deludente del 2016, quando riuscirono a conquistare solo 11 seggi. In questo contesto, gli analisti guarderanno anche ai risultati dei candidati anti-devolution perché dai loro risultati potrebbe dipendere il sostegno all’indipendenza gallese e all’abolizione del Senedd (Assemblea gallese).

VOTI E RISULTATI

I seggi si aprono alle 7 del mattino di giovedì 6 maggio e si chiudono alle 22 dello stesso giorno. Molti elettori hanno già votato per posta, caratteristica che, insieme alle regole imposte per limitare i contagi, allungherà lo spoglio e il conteggio dei voti. È probabile dunque che alcuni dei risultati più attesi arriveranno solo nella tarda serata di sabato o addirittura domenica mattina, anche perché nella maggior parte dei territori il conteggio dei voti comincerà solo venerdì. 

Nei dettagli, venerdì potrebbero arrivare i risultati delle elezioni di Colchester, Derby, Dudley e parti dell’Essex, così come quelli delle elezioni suppletive di Hartlepool e della corsa al sindaco di Doncaster. Gli altri risultati potrebbero invece arrivare tra venerdì e sabato, soprattutto quelli della Scozia, attesi nella tarda serata dell’8 maggio. 

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