Stravince David Cameron: il leader del Partito conservatore e primo ministro uscente ottiene una maggioranza schiacciante alle elezioni del Regno Unito, che gli consentirà di governare tranquillamente da solo. Le urne hanno dunque decretato non solo la sconfitta del Labour guidato da Ed Miliband, ma anche scongiurato l’ipotesi di alleanze in Parlamento. Il risultato definitivo vede infatti i Tories ottenere 331 seggi su un totale di 650 (maggioranza assoluta), mentre i laburisti sono fermi a 232. In terza posizione si piazzano gli indipendentisti del Partito nazionale scozzese, che sorprendono conquistando ben 56 seggi a discapito dei liberaldemocratici, fermi a 8.
Quello del libdem è da considerarsi il vero flop di questa tornata elettorale: 47 seggi in meno rispetto al 2010 per il partito guidato da Nick Clegg che infatti, così come fatto dallo stesso Miliband, si è immediatamente dimesso. La vittoria di David Cameron ha dunque fatto vera e propria strage degli avversari: risultato negativo e conseguenti dimissioni anche per il leader del partito di estrema destra Nigel Farage: per il partito anti-europeo britannico Ukip solo 1 misero seggio, persino uno in meno rispetto al 2010, quando ancora non ci fu il boom che portò all’inaspettato risultato delle Europee del 2014.
In termini percentuali (che hanno importanza relativa in virtù del sistema elettorale uninominale), il Partito al governo negli ultimi cinque anni si è portato a casa le preferenze di quasi il 37% degli elettori britannici, con i laburisti fermi poco sopra il 30. Farage si porta a casa un buon 12%, meglio degli indipendentisti scozzesi e del liberaldemocratici, ma in virtù del sistema elettorale che premia i vincitori seggio per seggio, ne ha ottenuto solo uno (nel collegio di Clacton, in Inghilterra). Proprio per questo motivo i seggi conquistati dal Partito scozzese sono – come prevedibile – uuasi tutti quelli della Scozia, mentre il risultato complessivo nazionale vale meno del 5%.
L’unico Paese dove il Labour fa sensibilmente meglio dei conservatori è la storica roccaforte del Galles, dove Miliband ottiene una preferenza su 4 e 25 seggi su 40 totali, contro gli 11 destinati a David Cameron, che però va meglio nell’area del South Wales. Altri seggi vengono poi spartiti da partiti minori (Verdi, Sinn Fein, Unionisti dell’Ulster, Sdlp), mentre vanno segnalati gli 8 posti in Parlamento conquistati dal Partito demcoratico unionista dell’Irlanda del Nord: gli stessi dei libdem a livello nazionale. Per quanto riguarda invece le città principali, a Londra centro (seggio di Cities of London and Westminster) vincono i conservatori, ma nell’aera metropolitana prevale il partito laburista, così come nelle altre grandi città: Liverpool, Manchester, Birmingham, Leeds. L’unico seggio dei Verdi è stato preso a Brighton, mentre l’ultimo seggio assegnato in assoluto, per il quale è stato necessario aspettare ore, è quello di St Ives, nell’estremo Sud-Est: se lo aggiudica Cameron.
Nelle sue prime parole da presidente-bis, David Cameron ha ribadito il programma del suo partito che “rappresenta un solo regno, uno Stato unito, da est a ovest, da nord a sud”. Poi la promessa: “Faremo il referendum per decidere se restare fuori o dentro l’Europa”. Parlando di fronte a Downing Street ha infine dichiarato: “Ho visto la regina e formerò un nuovo governo”.