Un vero e proprio terremoto politico che rende molto complicata la formazione di un nuovo Governo: è questo il clamoroso risultato delle elezioni del 4 marzo che registra – secondo l’aggiornamento dello spoglio alle 10 e 30, con 56.566 sezioni scrutinate su 61.401 – un boom oltre le previsioni del Movimento Cinque Stelle (32,1%), il crollo del Pd (18,9%), e il sorpasso della Lega (17,8%) su Forza Italia (13,9%).
Nessuno ha raggiunto la soglia del 40% e dunque una maggioranza certa non c’è: la più vicina al traguardo è la coalizione di centrodestra a trazione leghista, ma non è detto che sarà quella che si realizzerà.
Deludente il risultato di Liberi e Uguali (3,4%) così come di +Europa, che si ferma al 2,6%, rimanendo così fuori dal Parlamento. Non superano la soglia di sbarramento nemmeno Civica Popolare e Insieme sul versante di centrosinistra, né Noi con l’Italia nel centrodestra.
Ma al di là delle percentuali è la distribuzione dei seggi quella che davvero conta, considerando che la maggioranza al Senato è a quota 158. Allo stato nessuno la raggiunge, ma la più vicina è la coalizione di centrodestra che raccoglierebbe 132 seggi contro i 112 dei Cinque Stelle e i 50 del centrosinistra.
Il problema – che verrà alla luce con l’elezione dei presidenti delle due Camere – sarà dunque trovare una maggioranza e sia il centrodestra che il Movimento 5 Stelle dovranno trovare alleati. Sul piano numerico è in teoria più vicino al traguardo il centrodestra che il M5S e, paradossalmente, il Pd potrebbe essere l’ago della bilancia, anche se dopo il tracollo il partito di Renzi sembra deciso a incamminarsi sulla via dell’opposizione e a non votare né per il centrodestra a trazione leghista né per i Cinque Stelle. Oggi si capirà anche se Renzi resterà davvero alla guida del Pd o getterà la spugna.
Sullo sfondo resta però – ed è questo il problema politico di più stringente attualità – la scomposizione dei poli e avanza l’ipotesi di un asse tra Cinque Stelle e Lega per dar vita a un governo di chiara impronta populista. Del resto i programmi dei Cinque Stelle e della Lega sono per molti aspetti molto vicini e da mesi si susseguono i segnali di possibile convergenza tra i due gruppi. I numeri vanno in questa direzione. Infatti unendo i 112 senatori dei Cinque Stelle con i 63 di Salvini si arriverebbe oltre quota 158 e la maggioranza ci sarebbe di sicuro a Palazzo Madama. E così alla Camera, dove i Cinque Stelle potrebbero contare su 215 seggi e la Lega su 123 e unendosi supererebbero la soglia della maggioranza assoluta, che a Montecitorio è 316 seggi, anche se a livello di coalizioni è avanti il centrodestra con 245 seggi rispetto ai 135 del centrosinistra e, appunto, ai 215 di M5S.
Le prossime ore faranno capire meglio gli sviluppi della situazione politica, che preoccupa sia l’Europa che i mercati, ma il segnale che esce dalle urne è chiaro: Di Maio e Salvini sono i due grandi vincitori, Renzi e Berlusconi i grandi sconfitti.