Settimana calda per le sorti politiche europee. Tra l’8 e l’11 giugno si andrà a votare in Gran Bretagna, Francia ed Italia. Elezioni politiche in UK, dove si affronteranno Theresa May e Jeremy Corbyn, parlamentari in Francia ed amministrative in Italia.
FRA BREXIT E TERRORISMO, IN UK IL RISULTATO E’ ANCORA INCERTO
Quello dello scorso 3 giugno è il terzo attentato terroristico negli ultimi tre mesi tra Londra e Manchester. L’incubo del terrorismo ha creato panico e terrore, facendo crescere l’insoddisfazione della popolazione verso l’intero sistema di sicurezza britannico, troppe volte colpito ormai da attentatori già conosciuti da Scotland Yard ma mai fermati.
Gli ultimi avvenimenti potrebbero incidere sulle elezioni Politiche dell’8 giugno, che vedranno sfidarsi Theresa May e Jeremy Corbyn. La prima, conservatrice ed in carica dopo le dimissioni di Cameron, ha deciso di anticipare le elezioni per capitalizzare il successo della Brexit. Corbyn invece, uomo del partito laburista, ha basato la campagna elettorale sull’attacco continuo alla sua rivale, accusandola su più fronti, su tutti la sicurezza. Proprio ieri ha puntato il dito sul premier in carica, ritenendola colpevole dei “tagli alla polizia che hanno aperto falle nella sicurezza” imposti proprio da May quando era Ministro dell’Interno.
Nelle ultime settimane, gli svariati istituti statistici di sondaggi ed i bookmaker (che in Gran Bretagna godono di un’elevata credibilità) hanno sempre dato May in testa su Corbyn di circa 10 punti. L’unico istituto che sembra lasciare aperte le porte a scenari a sorpresa è YouGov che, pur prevedendo la vittoria dei Tories, prefigura la possibilità dell'”Hung Parliament”, un Parlamento cioè con nessun partito in grado di ottenere la maggioranza dei seggi.
A due giorni dalle elezioni, i sondaggi danno i conservatori in calo, con i Labour che al 5 giugno avevano 268 seggi ed i Tories 305, rimanendo fissa a 326 la maggioranza richiesta.
Tra due giorni sapremo se l’effetto Isis darà una spallata al governo in carica (così come è successo ai socialisti in Francia), oppure se i cittadini britannici preferiranno scegliere di continuare a dare fiducia a chi ha voluto fortemente la Brexit.
FRANCIA: MACRON CERCA LA CONFERMA IN PARLAMENTO
Nuova chiamata alle urne per i francesi. L’11 giugno il Paese voterà per eleggere il nuovo Parlamento. Il sistema francese prevede il doppio turno in cui, nei singoli collegi, vanno al ballottaggio – previsto per il 18 giugno – i candidati che hanno ottenuto il 12,5% dei voti al primo turno.
Si tratta di un appuntamento politico fondamentale per le sorti della Francia, strettamente connesso alle presidenziali dello scorso mese che hanno consacrato Emmanuel Macron Presidente della Repubblica.
Lo scrutinio è suddiviso in circoscrizioni elettorali: 577, di cui 11 all’estero, dalle quali emergeranno appunto 577 membri dell’Assemblea Nazionale. Il sistema elettorale è un uninominale, maggioritario, a due turni. Un candidato può vincere fin dal primo turno se ottiene il 50% più uno dei voti espressi, che rappresentano almeno il 25% degli iscritti al collegio.
L’obiettivo di Macron è quello di ottenere almeno 289 deputati per ottenere così la maggioranza assoluta nell’Assemblea e non dover giungere a compromessi con le forze politiche rivali.
I sondaggi per ora danno Republique en Marche, il partito di Macron, in testa con il 29,5% dei voti, seguito dai repubblicani e dal Front National di Marine Le Pen.
AMMINISTRATIVE ITALIA: PIU’ DI MILLE COMUNI AL VOTO
Tra l’11 ed il 25 giugno (primo turno e ballottaggi) più di 9 milioni di elettori voteranno in 1005 comuni italiani. Molto probabilmente sarà un primo test nazionale in vista delle possibili politiche anticipate in autunno che dovrebbero vedere l’esordio del sistema elettorale “alla tedesca” con lo sbarramento al 5%.
Fra i comuni interessati (di ben 18 regioni su 20), 25 capoluoghi di provincia, di cui 4 capoluoghi di Regione, e 161 con più di 15mila abitanti. Urne aperte dalle ore 7 alle 23.
Il turno di ballottaggio – al quale partecipano i due candidati a sindaco più votati – riguarda i comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, nel caso nessuno abbia raggiunto la maggioranza assoluta dei voti; oppure, ancora per i Comuni con più di 15mila abitanti, se i due candidati abbiano avuto un numero pari di voti.
A Palermo il M5S dovrà confermare le previsioni dei sondaggi, che vedono il partito di Grillo davanti nonostante il caos delle firme. Anche a Parma i pentastellati dovranno saper gestire la situazione dopo il duro scontro tra i vertici grillini e l’ex sindaco Pizzarotti.
In Lombardia, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia dovranno invece verificare la tenuta della loro alleanza, mentre il Pd di Matteo Renzi dovrà essere in grado di mantenere città strategiche, Genova su tutte.