Alessandra Todde (M5S-Pd) è la nuova Presidente della Sardegna. Ha vinto le elezioni regionali al fotofinish per 3 mila voti in più rispetto al candidato del centrodestra Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari. La Todde ha raccolto oltre 330 mila voti, pari al 45,3% contro il 45% di Truzzu. E’ la prima vota che una donna diventa Presidente della Sardegna ma, paradossalmente, è uno smacco clamoroso per la prima donna premier, Giorgia Meloni, che ha imposto, contro il parere della Lega, la candidatura di Truzzu. Decisivo è stato infatti il voto disgiunto che gli alleati di Meloni hanno praticato in massa: sì alle liste del centrodestra, ma no a Truzzu. Infatti il centrodestra ha complessivamente raccolto più voti di Truzzi e più voti del centrosinistra.
“Cambia il vento” hanno subito commentato i leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte che ha imposto e ottenuto la candidatura di Todde e del Pd, Elly Schlein, che ha accettato di sostenere la candidata dei Cinque Stelle per rafforzare il cosiddetto campo largo. Buono ma non sufficiente il risultato dell’ex Presidente della Regione, Renato Soru, che ha raccolto l’8,7% dei coti ma che per lo sbarramento del 10% previsto dalla Statuto regionale non entrerà in Consiglio.
Non dimentichiamoci che le elezioni sarde sono pur sempre elezioni locali e che perciò il loro effetto sul quadro politico nazionale è limitato anche se in passato proprio la sconfitta alle regionali indusse sul finire degli anni Novanta l’allora premier Massimo D’Alema a dimettersi.
Certamente qualcosa cambierà: la Sardegna dimostra che la Meloni non è invincibile e che i suoi rapporti con gli alleati sono ai minimi storici. Salteranno lo stop al terzo mandato per il Presidenti delle Regioni e per i sindaci e salterà il premierato? E’ presto per dirlo ma lo sapremo presto.