Nessuna sorpresa da Mosca. Il partito Russia Unita che supporta il presidente Vladimir Putin ha vinto le elezioni parlamentari, conquistando la maggioranza dei due terzi. Secondo i dati della Commissione elettorale centrale, dopo l’80,1% dei voti scrutinati, Russia Unita ha ottenuto il 49,42%, risultando primo partito della Duma. Segue il Partito Comunista con il 19,28% delle preferenze (dal 13% del 2016). Più staccati il Partito Liberale Democratico (7,55%), Una Russia Giusta (7,37%) e Nuovo Popolo (5,37%). La soglia di sbarramento, lo ricordiamo, è fissata al 5%.
La vittoria di Russia Unita dunque non è in discussione, ma mostra un deciso calo rispetto ai risultati ottenuti nel 2016, quando vinse con il 54% dei voti. Un ribasso cospicuo che secondo molti osservatori si deve soprattutto al peggioramento del tenore di vita dei cittadini e alle accuse di corruzione provenienti da Alexey Navalny.
I critici del Cremlino, che hanno denunciato brogli elettorali su larga scala, continuano a parlare di elezioni irregolari. Secondo loro, infatti, se le votazioni trasparenti, ma soprattutto se tutti gli oppositori di Governo non fossero stati fatti fuori, arrestati o costretti a fuggire dal paese, le cose sarebbero andate diversamente.
Le autorità elettorali hanno risposto dicendo di aver annullato i risultati dei seggi dove si sono riscontrate delle ovvie irregolarità, e che nel complesso la tornata elettorale è stata corretta.