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ELEZIONI REGIONALI – Grillo: “No a inciuci con la sinistra”

Il risultato delle elezioni Regionali si apre a diverse interpretazioni, con un unico comune denominatore, almeno per chi non si trova sotto l’egida del Pd: la sconfitta di Matteo Renzi, malgrado il Pd abbia conquistato 5 Regioni su 7. La prima interpretazione è quella di Beppe Grillo che, nonostante il Movimento 5 Stelle non governerà nessuna regione in ballo, ringrazia sentitamente l’elettorato “che ha attribuito il ruolo di primo partito al M5S in Liguria, Campania e Puglia e di secondo in altre regioni”.

Grillo ha voluto chiarire di non voler stringere nessuna “alleanza con la sinistra, gli inciuci non ci appartengono”, prima di passare all’attacco del premier: “Renzi ha dimezzato i voti delle europee. Non si gestisce un Paese con le menzogne e con l’arroganza. Il prossimo ringraziamento sarà alle politiche con il tacchino del Pd nel forno”. 

Secondo il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S), il risultato delle elezioni Regionali rappresenta “un segnale al presidente del Consiglio: si deve fare il reddito di cittadinanza. Non vogliamo poltrone, vogliamo il reddito di cittadinanza prima dell’estate”.

Festeggia anche Salvini, il segretario della Lega, secondo cui “La vera alternativa a Renzi siamo noi”. Forte dei risultati ottenuti dalla Lega, che ha trionfato in Veneto e ha riportato un grande risultato in Liguria, Salvini si prende il centrodestra (“Il leader sono io. Berlusconi sa leggere i numeri”) e apre a possibili alleanze con Forza Italia, ma non con Alfano: “Con chi sta con Renzi non è possibile alcuna alleanza”.

Anche per Salvini lo sconfitto è Renzi: “Spero che Renzi prenda atto che la sua politica è stata bocciata: se non è questo qualche segnalino di allarme per il ‘messia’ Renzi”.

La pensa così anche Renato Brunetta, il capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Paita e Moretti asfaltate, De Luca se confermato non è certo candidato renziano, Emiliano neanche, anzi sarà antagonista di Renzi”.

La vera preoccupazione del capogruppo di Fi alla Camera è quella della dispersione dei voti moderati. Un’emorragia a cui si può porre fine sono se Forza Italia riuscità “a rilanciare il nostro messaggio politico, meno tasse, possiamo riportare al voto il nostro elettorato moderato”. Nessun cenno di autocritica però sul fatto che i voti di Forza Italia abbiano subito un tracollo e che il partito di Berlusconi è sceso al quarto posto, dietro Pd, Grillo e Lega.

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Categories: Politica