Quando tutto sembrava dire il contrario, e a pochi giorni alla presentazione delle liste per le Politiche, Carlo Calenda ed Enrico Letta trovano l’accordo tra Pd e Azione per il Centrosinistra alle Elezioni 2022. Con loro ci sarà anche Più Europa. L’obiettivo è accrescere la possibilità di contrastare l’avanzata del centrodestra e poi, sul fronte programmatico, una prosecuzione del percorso definito dall’agenda Draghi. Ma se per l’accordo ci sono voluti giorni, per le reazioni ci sono voluti secondi.
Dopo il tandem Letta-Calenda, che ne sarà di Fratoianni e Bonelli? E Renzi? Calenda non chiude la porta: “Le porte sono aperte a tutti nella coalizione”, ma ha aggiunto che “non si fa politica solo per i numeri”. Due frasi che sembrano suggerire direzioni opposte l’una rispetto all’altra ma che chiariscono anche come l’ingresso nella coalizione non possa essere “whatever it takes”.
Intanto Fratoianni e Bonelli chiedono un incontro con il Pd per intesa elettorale e definiscono “l’accordo legittimo ma purché non sia vincolante”.
Renzi: “Non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi”
Tra le prime reazioni all’accordo Letta-Calenda quella del leader di Italia viva, Matteo Renzi, che con un Tweet annuncia che scenderà in campo da solo. “Abbiamo voluto Draghi al governo, soli contro tutti. Oggi non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi. Prima della convenienza viene la politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio. Pronti, ci siamo”, scrive su Twitter il leader di Iv.
Ma ancor prima del patto Renzi aveva detto che “se Calenda e Letta si accordano, Forza Italia e Lega brindano”, aggiungendo che “il discorso del voto utile, mettersi tutti insieme con il Pd, non è credibile. Se non ci sono i 5 Stelle la partita è monca di un pezzo nonostante io non li voglia. Capirei la grande alleanza di tutti se ci fossero tutti, ma così, per attutire la vittoria della destra, serve un centro forte”. Secondo il leader di Iv “chi oggi inizia la campagna elettorale come ha fatto Enrico Letta, non sta contrastando la destra, ma le sta regalando la vittoria”. “Se voglio contrastare la destra – ha spiegato l’ex presidente del Consiglio – non posso partire chiedendo la tassa di successione e imbarcando quelli che non vogliono Draghi. L’appello all’unità lo può fare chi toglie i voti alla destra, non chi glieli regala”.
Conte: “Telenovela finita con ammucchiata da Gelmini a Pd”
Sprezzante la reazione di Giuseppe Conte che vede fuori dai giochi del centrosinistra il Movimento 5stelle: “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono nell’agenda Draghi. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi”, scrive su Facebook il presidente dei pentastellati.
Tajani: “Azione quinta colonna del Pd”
“È la quinta colonna del Partito Democratico e della sinistra”. Così su Twitter il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, dopo l’accordo Letta-Calenda. “Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più”, ha aggiunto.
Meloni: “Finisce storiella Azione partito moderato”
Dulcis in fundo non poteva mancare il leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo. L’alleanza – prosegue – fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda”.