Un trionfo della destra Anti-Ue. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato delle elezioni politiche in Polonia, che hanno visto la netta vittoria del partito Diritto e Giustizia (PiS), guidato dall’ex premier Jaroslaw Kaczynski e dalla candidata Beata Szydio, che potrà formare un governo da sola, senza cercare alleati.
Diritto e Giustizia, secondo le rilevazioni, avrebbe ricevuto il 39,1% dei voti contro il 24,3% di Piattaforma civica (Po), il partito dell’attuale premier Ewa Kopacz, e potrà contare su 242 deputati su un totale di 460 nella Camera Bassa, il Sejm.
La vittoria di Pis, per quanto indiscutibile, ha già destato la preoccupazione dell’Europa, spaventata dalle prospettive di un nuovo governo nazionalista e antieuro, contrario all’ingresso della Polonia nell’unione valutaria, che potrebbe varare nuove politiche anche sul delicatissimo tema dei migranti.
E alcune incertezze si annidano anche intorno al ruolo del 66enne Kaczynski che, dopo aver guidato il Paese tra il 2005 e il 2007, non ricoprirà alcuna carica ufficiale, ma detterà comunque la linea politica di un Paese in cui le due principali cariche, quella di premier e di capo dello Stato (Andrzej Duda) sono ricoperte da persone indicate proprio da Kaczynski. Alcuni esperti, inoltre, ritengono possibile che Beata Szydio possa presto lasciargli il posto di premier.
La linea del nuovo Governo polacco può essere già abbozzata: chiusura nei confronti degli immigrati e dell’euro, più basi Nato nel Paese e un rinnovamento dell’esercito, oltre al ritiro della riforma delle pensioni introdotta dai centristi e al rialzo delle tasse per le banche e per le grosse società che operano in Polonia.