Alle prossime elezioni politiche non si candiderà, essendo senatore a vita, ma l’endorsement alla federazione delle forze di centro che si riferiscono alla sua piattaforma politica certamente lo farà. Mario Monti ha deciso, scrive sulla prima pagina de “La Stampa” Fabio Martini, il più accreditato dei giornalisti parlamentari che seguono quotidianamente le mosse del Presidente del Consiglio. Nei prossimi giorni, compatibilmente con il cammino parlamentare della Legge di Stabilità, con le conseguenti dimissioni del Governo, Monti farà il suo annuncio con l’obiettivo di dare continuità all’azione risanatrice del suo governo. La federazione delle forze di centro che Monti appoggerà, pur senza candidarsi, comprenderà principalmente “Verso la terza Repubblica” di Luca Cordero Montezemolo e gruppi apparentati, l’Udc di Pier Ferdinando Casini e i montiani in uscita dal Pdl (guidati dagli ex ministri Frattini e Pisanu) con l’appendice di Fli di Gianfranco Fini. Con il valore aggiunto del riferimento simbolico a Monti e alla sua azione di governo, l’obiettivo dello schieramento di centro è di raggiungere il 20% dei consensi e di diventare determinante al Senato per la formazione di un Esecutivo guidato dal Pd di Bersani. In quel caso però Monti – al di là degli incarichi di governo o istituzionali che gli verrebbero proposti – chiederà l’esclusione dell’ala più radicale della sinistra che fa capo a Nicky Vendola per dare il suo via libera alla nascita del nuovo esecutivo. Se questa è la prospettiva politica – annota Martini – sono destinate a stemperarsi le polemiche tra Monti e il Pd che potrebbero ritrovarsi alleati, anche se con ruoli diversi, nella prossima legislatura e nel prossimo governo, anche se resta il malumore del premier verso le ruvide parole di Massimo D’Alema contro la sua discesa in campo.
Dal punto di vista elettorale le formazioni del centro si presenteranno con liste separate alla Camera – perché in questo modo Montezemolo e i gruppi come gli Indipendenti per l’Italia di Ernesto Auci vogliono rimarcare la propria distinzione dalle forze più tradizionali come l’Udc – mentre convergeranno in una sola lista al Senato.