Maia Sandu ce l’ha fatta, la Moldavia guarda all’Unione europea. L’ex Repubblica Socialista Sovietica ha scelto di continuare il suo percorso verso l’Ue, riconfermando l’attuale presidente (in carica da dicembre 2020) con il 54,91% dei voti. Al ballottaggio, la presidente filo-europea ha superato l’ex procuratore Alexandr Stoianoglo, sostenuto dai socialisti filorussi, che ha ottenuto il 45,09%.
Il risultato è arrivato dopo un inizio incerto, con un testa a testa che ha visto il candidato pro-Mosca partire in vantaggio nei primi dati parziali, per poi cedere il passo a Sandu. La Presidente ha trionfato grazie al sostegno della capitale Chisinau e di una diaspora moldava tradizionalmente filo-occidentale, che ha contribuito con oltre 320.000 voti, un apporto decisivo per il risultato finale. Il sostegno dei moldavi all’estero ha dunque rappresentato l’ago della bilancia, rinnovando l’impegno della Moldavia nel suo percorso verso l’Unione Europea. Con una partecipazione al voto maggiore rispetto al primo turno (54%), il risultato delle urne sembra delineare più chiaramente il futuro del Paese, riducendo le probabilità di un ritorno sotto l’influenza russa e confermando, seppur di misura, la decisione di aderire all’Unione Europea espressa nel referendum di due settimane fa.
Ritorno alla stabilità politica
La vittoria di Sandu segna un passo importante per la stabilità politica della Moldavia, allontanando il rischio di una nuova influenza russa. La presidente ha dichiarato: “Oggi, cari moldavi, avete dato una lezione di democrazia. Nella nostra scelta per un futuro dignitoso, nessuno ha perso”. La rielezione rappresenta un chiaro mandato per proseguire il dialogo con l’Unione Europea, nonostante le sfide significative che il paese deve affrontare.
“Moldova, oggi avete vinto. Insieme, abbiamo dimostrato la forza della nostra unità, della democrazia e l’impegno per un futuro dignitoso”, ha scritto Sandu su X. “Grazie, cari moldavi, in patria e all’estero. Camminate con orgoglio: siete libertà, speranza e resilienza. Sono orgogliosa di servire tutti voi“, ha aggiunto.
Elezioni Moldavia: le reazioni internazionali
Dopo la vittoria di Sandu, leader europei hanno espresso il loro sostegno. Il presidente francese Emmanuel Macron ha commentato che la “democrazia” ha trionfato sulle interferenze, mentre Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, si è detta “felice di continuare a lavorare” con Sandu per un “futuro europeo” della Moldavia: “Congratulazioni, cara Maia Sandu, per la tua vittoria. Ci vuole una forza rara per superare le sfide che hai dovuto affrontare in queste elezioni. Sono felice di continuare a lavorare con te per un futuro europeo per la Moldova e il suo popolo”, ha scritto la presidente su X.
Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso le sue congratulazioni in un post su X: “L’Ucraina sostiene la scelta europea del popolo moldavo ed è pronta a lavorare insieme per rafforzare la nostra partnership. I moldavi hanno fatto una scelta chiara: hanno scelto un percorso verso la crescita economica e la stabilità sociale. Solo una vera sicurezza e un’Europa pacifica e unita possono garantire a ogni persona e a ogni famiglia la sicurezza di affrontare il futuro con speranza e certezza”.
Le ombre delle interferenze esterne
Il ballottaggio non è stato privo di controversie. Durante la campagna, si sono registrate numerose interferenze russe: si sono verificati cyber attacchi per sabotare le comunicazioni tra i seggi esteri e Chisinau, falsi allarmi bomba per interrompere il voto in Germania e Regno Unito, e minacce anonime agli elettori. Inoltre, sono stati segnalati trasporti organizzati della diaspora filorussa, con voli da Mosca, Minsk, Baku e Istanbul, e bus dalla Transnistria.
Nei giorni scorsi, la polizia ha affrontato il problema della compravendita di voti, una pratica denunciata da Maia Sandu: “i ladri vogliono comprare i nostri voti e il nostro Paese, ma il potere del popolo è infinitamente superiore.” Per contrastare tali attività, Sandu aveva intensificato la sua campagna sui social e nei villaggi, mentre la polizia avvertiva la popolazione tramite sms e altoparlanti nei supermercati: “Se vi viene offerto denaro per votare, rifiutate.”
Moldavia: un paese diviso in due
Il risultato delle elezioni ha messo in luce la polarizzazione del paese. Mentre la capitale Chisinau e le aree con una forte diaspora mostrano un chiaro sostegno per l’integrazione europea, le regioni rurali e alcune aree come la Transnistria e la Gagauzia rimangono fortemente orientate verso la Russia. Divisioni che rappresentano una sfida continua per la Moldavia, paese con una popolazione di 3,5 milioni di abitanti, e richiederanno un approccio equilibrato da parte di Sandu nei prossimi anni.
Maia Sandu si prepara ora a un secondo mandato in un contesto complesso, con la consapevolezza che il suo governo dovrà affrontare numerose sfide, tra cui la lotta alla povertà (è considerato il più povero d’Europa) e la riforma della giustizia. La presidente ha promesso di essere “la presidente di tutti“, cercando di unire un paese diviso e di guidare la Moldavia verso un futuro europeo. Degli undici sfidanti di Sandu al primo turno, infatti, solo uno, l’ex pugile olimpico e attuale parlamentare Octavian Ticu, l’ha sostenuta. Tutti gli altri si sono coalizzati con Stoianoglo, ma senza successo. Sandu è consapevole delle divisioni esistenti e ha promesso: “Nei prossimi quattro anni sarò la presidente di tutti.”