Elezioni israeliane in bilico. Con il 99,5% delle schede scrutinate, i blocchi di destra e di centrosinistra sono virtualmente in parità. Secondo i risultati diffusi stamattina dalla Commissione elettorale, la coalizione di destra guidata dalla lista comune Likud-Israel Beiteinu e il centrosinistra ottengono 60 seggi ciascuno. La lista del premier uscente ha conquistato 31 seggi, undici in meno rispetto a quanti ne avevano i due partiti separati nella precedente legislatura. A sorpresa si è piazzato secondo, con 19 seggi, il nuovo partito centrista Yesh Atid, di Yair Lapid, mentre al terzo posto sono arrivati i laburisti, con 15 seggi.
In qualità di leader della lista che ha conquistato il maggior numero dei seggi, il premier uscente Benjamin Netanyahu, nonostante l’arretramento registrato, otterrà probabilmente l’incarico di formare il prossimo governo dal presidente Shimon Peres.
Poco dopo la mezzanotte, Netanyahu aveva annunciato la sua vittoria: “Sono orgoglioso di essere il vostro primo ministro – aveva detto da Tel Aviv -. Vi ringrazio per avermi dato la chance, per la terza volta, di guidare lo Stato di Israele. E’ un grande privilegio e una grande responsabilità”. Netanyahu aveva inoltre annunciato di voler formare “una coalizione di governo che sia la più ampia possibile”, e che la prima priorità del prossimo governo resterà quella di “impedire all’Iran di dotarsi dell’arma atomica”.
Tra gli altri alleati “naturali” di Netanyahu, il Focolare britannico, la formazione nazional-religiosa dell’imprenditore-colono Naftali Bennett, ha conquistato undici seggi, come il partito ultraortodosso sefardita Shass, mentre gli ortodossi ashkenaziti di Giudaismo unificato della Torah ne hanno ottenuti sette.
Il nuovo movimento centrista dell’ex ministro degli Esteri Tzipi Livni, Hatnouha, che ha fatto campagna per il rilancio del processo di pace con i palestinesi, ha ottenuto invece sei seggi. Anche il partito di sinistra Meretz ne ha conquistati sei, i partiti arabi 12 e Kadima due.