Due sconfitte brucianti per Recep Erdogan, forse le più pesanti nei suoi oltre 20 anni al potere, arrivate proprio in un momento in cui il presidente turco pensava di non avere più rivali. Alle elezioni amministrative che si sono tenute domenica in Turchia l’Akp, il partito di Erdogan non è infatti riuscito ad espugnare le due città principali, Istanbul e Ankara, dove ancora una volta a prevalere è stato il partito di popolare repubblicano (Chp), la principale forza d’opposizione del paese, ma ha perso anche in molte delle città più grandi della Turchia. La sconfitta più bruciante però è proprio quella che si è consumata nella capitale, dove Erdogan è nato e dove ha iniziato la sua ascesa politica. “Chi governa Istanbul governa la Turchia”, ha sempre sostenuto il presidente che negli ultimi mesi si era speso moltissimo per riconquistare Istanbul, potendo contare anche sulla pressoché totale assenza di pluralismo, sul controllo dei media e su un’opposizione frammentata.
Elezioni in Turchia: Erdogan perde in tutte le principali città
Domenica 58 milioni di cittadini turchi sono stati chiamati alle urne per eleggere i sindaci di oltre 4mila città. Gli occhi di tutti erano concentrati sulle due città principali, Ankara e Istanbul, entrambe in mano all’opposizione e che Erdogan sperava di riconquistare per rinsaldare ulteriormente il suo potere in Turchia, dove è presidente dal 2014. E invece il partito popolare repubblicano (Chp), è stato riconfermato al governo di entrambe le città, ottenendo complessivamente il 37,7% dei voti, contro il 35,5 per cento dell’Akp, il partito conservatore di Erdogan. L’affluenza è stata del 78%, sette punti in meno rispetto alle elezioni del 2019.
Ad Ankara il candidato del Chp Mansur Yavas ha ottenuto il 60,3% dei voti contro il 31,7% di Turgut Altinok sostenuto dall’Akp. A Istanbul il candidato del CHP Ekrem Imamoglu, già sindaco della città e principale leader dell’opposizione a livello nazionale, ha vinto con il 51 per cento dei voti, mentre il candidato dell’Akp Murat Kurum si è fermato al 39,6%. Nella capitale la gente è scesa in piazza al grido: “La Turchia è nata secolarista e tale rimarrà”. Sia Imamoglu che Yavas sono considerati potenziali sfidanti di Erdogan alle presidenziali del 2028.
“Oggi i nostri elettori hanno preso una decisione molto importante, hanno deciso di stabilire una nuova politica in Turchia“, ha affermato Ozgur Ozel, il segretario del principale partito di opposizione. “Il Chp ha ottenuto un risultato storico e ha deciso come governare il nostro Paese e i nostri comuni”, ha aggiunto Ozel, in un discorso trasmesso in tv.
“Abbiamo vinto”, ha affermato Ekrem Imamoglu. “La popolazione di Istanbul ci ha dato l’autorità”, ha detto Imamoglu dichiarando la vittoria. “Avete aperto la porta per il futuro, ha vinto la democrazia“, ha detto Imamoglu, ringraziando gli elettori e criticando “il sistema autoritario” di Recep Tayyip Erdogan.
Per quanto riguarda le altre città, Il Chp ha vinto anche a Smirne, a Bursa e ad Adana, su tutta la costa dell’Egeo e del Mediterraneo, conquistando 35 città su 81, mentre il partito filocurdo ha dominato nel sud est. L’Akp ha mantenuto il controllo il controllo su gran parte dell’Anatolia centrale, come Konya, Kayseri, Erzurum, e nel Mar Nero, nelle città di Rize e Trebisonda.
Erdogan: “Non abbiamo ottenuto ciò che volevamo”
“Purtroppo non abbiamo potuto ottenere il risultato che volevamo alle elezioni”, ha commentato Erdogan, durante un discorso dalla sede del suo partito Akp ad Ankara, trasmesso dalla tv di Stato Trt. Erdogan ha ammesso la sconfitta, dopo che i candidati del suo partito hanno perso ad Ankara e a Istanbul e in tutte le maggiori città del Paese. “Se Dio vuole, continueremo il nostro percorso vincendo”, ha aggiunto il presidente turco.