I liberali, partner al governo degli ultimi quattro anni, stanno sgambettando la cancelliera Angela Merkel nelle ore poco prima delle elezioni in Germania. Dopo la sconfitta netta della FDP nelle elezioni regionali in Baviera una settimana fa, Philipp Rösler e Rainer Brüderle temono di non superare la soglia del 5 per cento per entrare in parlamento. Quattro anni fa avevano un risultato straordinario di 14,6, per cento. Ora gli ultimi sondaggi prevedono per loro solo tra il 5 e il 5,5 per cento. Per questo i liberali hanno cambiato tattica chiedendo agli 61,8 milioni di tedeschi che votano di dare loro il secondo voto, cioè quello proporzionale per il partito. In passato questa tattica ha sempre funzionato. Ma questa volta la cancelliera ha detto di no. “Tutti i 2 voti alla CDU”, ha detto alla televisione.
Il motivo è palese: Angela Merkel è preoccupata per un altro partito. Il nuovo AfD, l’alternativa per la Germania, il partito anti-euro, sta prendendo quota. I sondaggi li vedono tra il 4 e il 4,5 per cento, un aumento forte rispetto ai 2 per cento di qualche settimana fa. E i fondatori di questo partito nuovo, nato qualche mese fa, provengono dalla stessa CDU. Potrebbero rubare voti al partito della Merkel con il loro programma che dice “tornare al marco tedesco non deve essere un tabù”. Ma non è tanto questo argomento che tira, piùttosto piace a molti tedeschi la loro richiesta di non pagare più niente per il piano di salvataggio Esm. “Chi paga le tasse, non deve pagare i costi della politica di salvare i stati in crisi”, dice il loro programma. La banca centrale europea dovrebbe smettere subito di comprare “prestiti di rottame”.
Se la AfD entra al Bundestag, la ricerca di un partner per una coalizione diventa più difficile. Così alla fine una campagna elettorale noiosissima si è movimentata. I tre grandi istituti di demoscopia, Forsa, Allensbach e Emnid, danno la CDU al primo posto, tra il 39 e il 40 per cento, ma tutto dipende dagli altri partiti. Ai tedeschi piacerebbe una grande coalizione tra CDU e SPD, come tra il 2005 e il 2009. E secondo i sondaggi circa un terzo dei tedeschi non ha ancora deciso per chi votare.
“La titubante” è il soprannome che il mondo economico ha dato alla cancelliera. Il suo modo di non agire, ma di reagire, ricorda al modo di fare politica di Helmut Kohl. Ha funzionato finora perché in Germania la crisi economica e dell’euro non viene percepita per niente. E poi proprio come carattere nazionale i tedeschi temono qualsiasi cambiamento. Ma quasi in modo unanime gli economisti che contano fanno l’elenco delle misure che il nuovo governo deve decidere per non far decadere la Germania:
crescita: Più occupazione e più misure per la crescita chiede Michael Hüther, direttore del “Institut der Deutschen Wirtschaft”. “Siamo vivendo attualmente dagli sforzi compiuti con le riforme dell’ agenda 2010. Ma non basta più per la competività internazionale della Germania”.
politica energetica: La decisione della cancelliera Merkel dopo l’incidente di Fukushima di cambiare rotta nella politica energetica e di abbandonare l’energia atomica ha suscitato reazioni forte nell’industria del settore. Il prezzo per la corrente aumenterà fortemente da gennaio – sia per le familie sia per le imprese – , il che incide sulla crescita. Il BDI, la Confindustria tedesca, ha preparato un masterplan che il nuovo governo dovrebbe realizzare subito. “Smettere subito di sovvenzionare le energie rinnovabili (vento, fotovoltaica)”, chiedono gli industriali, il loro portavoce è Markus Kerber, direttore amministrativo del BDI. In più chiedono di creare una riserva strategica che provviene dalle centrali a carbone o a gas. “Senza cambiamenti veloci il prezzo troppo alto per la corrente diventa un pericolo per l’economia”, commenta il quotidiano economico Handelsblatt.
Fattore demografico: Abbassare i debiti, chiede Henrik Enderlein, professore per economia politica presso la Hertie School of governance di Berlino. “Siccome i tedeschi saranno sempre più anziani, si abbasserà il Pil. Per combattere questa situazione deve aumentare la produttività.” Enderlein chiede investimenti nella formazione. “La politica economica tedesca non pensa abbastanza al futuro”, spiega. E Hüther del “Institut der Deutschen Wirtschaft” ricorda che mancheranno forze lavorative specializzate in futuro. Per questo la Germania chiede a giovani europei italiani, spagnoli, portoghesi di venire a lavorare in Germania.
Un aumento delle tasse oppure una riforma del sistema sono necessari per il futuro del paese, è la convinzione di tutti gli economisti. E poco prima dell’apertura delle urne Angela Merkel ha ribadito: non aumenteremo le tasse.