“François Hollande non si è mai fatto dominare da Nicolas Sarkozy“, è stato il responso di Françoise Fressoz, editorialista di Le Monde, dopo due ore e mezza (troppe, davvero troppe) di dibattito televisivo in diretta, ieri sera, tra il candidato socialista e il Presidente attuale, a pochi giorni dal ballottaggio di domenica prossima. Il problema per Hollande poteva essere proprio quello, che Sarkozy, il comunicatore nato, prendesse il sopravvento, avesse l’iniziativa nelle proprie mani. Così non è stato.
Per l’iperpresidente (come lo chiamavano i francesi nei tempi d’oro), il dibattito di ieri sera rappresentava la grande possibilità di invertire la sua tendenza negativa nei sondaggi. Ora, non è detta l’ultima parola: si vedrà come nei primi sondaggi i francesi hanno reagito a questa grande kermesse televisiva, che caratterizza ogni elezione presidenziale, dal 1974 a oggi. E poi, ci sono tanti indecisi, soprattutto nelle file di coloro che hanno votato Marine Le Pen al primo turno, che ancora non sanno chi voteranno domenica prossima. Ma una cosa è certa: il miracolo Sarkozy non c’è stato.
Hollande ha saputo sempre reagire agli attacchi. Si è rivelato anche lui, sorprendentemente, aggressivo, ma con il suo stile, senza strafare. “Sarò il Presidente della giustizia”, ha detto agli inizi. Per poi aggiungere: “Perché attraversiamo una crisi forte, che colpisce i più deboli. I privilegiati sono già stati troppo protetti”. Voglio essere il Presidente dell’unione, basta con le divisioni”. Sarkozy gli ha subito chiesto di essere più concreto (“più fatti”) e ha ricordato come “nei miei cinque anni di Presidenza non c’è stata violenza, né scontri sociali. C’è chi parla di unione e chi l’unione l’ha generata”.
Gran parte del dibattito (a tratti molto tecnico) è stato dedicato all’economia. “La disoccupazione è cresciuta, la competitività si è degradata e la Germania fa meglio di noi“, ha sottolineato Hollande. Sì, il modello tedesco, uno dei leitmotiv di questa campagna. “La Germania ha portato avanti una politica che è il contrario di quella che voi proponete ai francesi – ha ribattuto Sarkozy -: ad esempio, ha introdotto l’Iva sociale“. E’ quanto vuole anche il Presidente francese attuale, se sarà rieletto: la possibilità di accrescere l’imposta sul valore aggiunto e di consacrare l’aumento per finanziare una parte dei contributi sociali che spettano alle imprese. Con l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro. Sarkozy è ritornato anche a lamentarsi della settimana lavorativa di 35 ore, voluta dalla sinistra alla fine degli anni Novanta. “Ma siete al governo da 10 anni – gli ha detto Hollande, ricordando che la destra gestisce la Francia da prima del 2007, l’anno della sua elezione -, perché non le avete tolte le 35 ore?“.
A livello europeo, Hollande ha ricordato che vuole rinegoziare il fiscal compact, il patto sul pareggio di bilancio, voluto da Merkozy, aggiungendo anche misure destinate a generare la crescita. “Pure Mario Monti – ha precisato – si rende conto che il trattato così com’è non basta”. Sul fiscal compact ha rimproverato a Sarkozy di aver ceduto alla Merkel. “Lei osa dire che non ho ottenuto niente dalla Germania? – ha ribattuto piccato Sarkozy -. Sono io che ho strappato ai tedeschi la possibilità che la Bce possa prestare alle banche all’1%”. Sarko si è “scaldato” anche quando il rivale ha tirato in ballo Berlusconi: “Guardi come l’Italia è stata ridotta da anni di Governo di un suo amico, Silvio Berlusconi“. Il candidato della destra ha tenuto a precisare “che non è mio amico e che ormai sembra che sia favorevole al candidato Hollande“.