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Elezioni in Francia, ballottaggi: lotta all’ultimo seggio, è l’ora della desistenza. Cosa sono le triangolazioni e perché gli scenari possibili sono tre

Elezioni legislative in Francia, verso il secondo turno: Marine Le Pen e Jordan Bardella a caccia della maggioranza assoluta che vale 289 seggi. Ma la partita si gioca nei collegi dove i candidati del Nuovo Fronte Popolare e quelli di Macron possono trovare un’intesa sugli accordi di desistenza

Elezioni in Francia, ballottaggi: lotta all’ultimo seggio, è l’ora della desistenza. Cosa sono le triangolazioni e perché gli scenari possibili sono tre

Elezioni in Francia, domenica 7 luglio il secondo turno di un voto legislativo che, al primo round, ha consegnato la vittoria alla destra estrema di Marine Le Pen e Jordan Bardella i quali però, in vista del ballottaggio, sono a caccia della maggioranza assoluta. E dunque ora le forze politiche che si contendono la partita si ritrovano in trincea a combattere seggio per seggio: gli strateghi dei partiti e delle coalizioni francesi hanno a disposizione fino alle 18 di martedì 2 luglio per mettere a punto i loro piani e presentare le candidature. Obiettivo numero uno: impedire che il Rassemblement National di Le Pen e Bardella, assieme a Eric Ciotti che ha portato il 4% alla causa di Rn, possa raggiungere il numero magico: 289, vale a dire i seggi necessari per la maggioranza assoluta.

Elezioni Francia, accordi di desistenza per sbarrare la strada a Rn

Il Rassemblement national, insomma, ci prova ma inizia a delinearsi più chiaramente il tentativo di ‘sbarramento’ messo in atto dalle forze di sinistra e di centro per impedire all’estrema destra di conquistare l’Assemblea nazionale. All’indomani del primo turno delle elezioni legislative in Francia, dopo il boom del Rn, la partita si gioca nei collegi dove i candidati del Nuovo Fronte Popolare e quelli macronisti possono trovare un’intesa sui cosiddetti accordi di desistenza.

Sullo sfondo di tensioni, le ultime cifre sono: 172 candidati arrivati al terzo posto che hanno già proclamato la loro desistenza nelle 306 ‘triangolari’ e nelle 5 ‘quadrangolari’. Si tratta della totalità degli oltre 120 candidati della sinistra, che desiste “sempre e ovunque”, secondo i dettami di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, affinché non un solo voto vada al Rn, di 50 di Ensemble e di un candidato Républicains. Restano in piedi altre 135 triangolari. Sono poi 190 i duelli, i faccia a faccia in cui il Rn parte quasi ovunque in posizione di forza.

Elezioni Francia, maggioranza assoluta oppure no?

Secondo diverse proiezioni l’estrema destra avrebbe potuto ottenere la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale – i 289 deputati di cui si parlava sopra – in assenza di ritiri. Una ipotesi che sembrerebbe superata dagli accordi annunciati. In caso invece di ritiri parziali, Rn sfiorerebbe la maggioranza senza ottenerla, mentre con uno sbarramento totale (tutti i partiti tranne l’estrema destra), il partito di Jordan Bardella e Marine Le Pen potrebbe conquistare 261 seggi.

Elezioni Francia, cosa sono le triangolari

A far aumentare in modo spettacolare il numero delle triangolari, che erano soltanto 8 nelle ultime legislative del 2022 e addirittura una sola nel 2017, è stata l’impennata dell’affluenza, arrivata a quota 66,71, quasi il 20% in più delle ultime elezioni dei deputati. Più alto il numero dei votanti, più alto di conseguenza quello dei candidati che superano la quota del 12,5% necessaria a qualificarsi per il secondo turno. L’affluenza ha reso possibile anche l’effetto di promuovere deputati ben 76 candidati già al primo turno: 39 del Rn, 31 del Nuovo Fronte Popolare, 2 di Ensemble, 2 delle liste ‘Altri di destra’, 1 dei Républicains e 1 degli Amici di Ciotti, che si sono accordati con il partito di Le Pen.

Elezioni Francia, gli scenari possibili sono tre

Gli scenari possibili al momento sono tre, secondo una simulazione diffusa dalla rivista Le Grand Continent: il primo, maggioranza assoluta sicura per il Rn con circa 300 deputati nel caso di mancate desistenze nelle triangolari con il partito di Le Pen; il secondo, Rn che sfiora quota 289 e maggioranza assoluta che resterebbe lontana di soli 15 seggi nel caso di desistenza soltanto della gauche, con Ensemble che guadagnerebbe una ventina di deputati; il terzo, maggioranza soltanto relativa, anche se consistente, per Rn se la strategia di desistenza fosse comune a tutti gli altri schieramenti.

Elezioni Francia, cosa stanno dicendo i leader politici

“Non dobbiamo fare errori, l’estrema destra è sul punto di accedere alle più alte cariche dello Stato”, è l’allarme lanciato dal presidente francese, Emmanuel Macron all’Eliseo davanti ai suoi ministri, in un incontro che i media francesi raccontano come “teso”. Nel governo e tra i macronisti “ci sono disaccordi sulla linea” da tenere, riferiscono i giornali.

Il leader del Rn, Jordan Bardella, in una lettera ai francesi, lancia un appello “a fare la scelta di una svolta responsabile”. Secondo Bardella, che ignora Macron e ingaggia lo scontro con il Nuovo Fronte Popolare personificato dal numero uno della France Insoumise, Jean Luc Melenchon, il ballottaggio sarà un duello tra Rn e il Fronte Popolare: “Non si può affidare il destino della Francia a questi incendiari che assumono una strategia di conflitto permanente”, dice.

Il risultato del primo turno in Francia preoccupa i partner di Parigi: “Nessuno può restare indifferente se tra i nostri strettissimi partner e migliori amici prevale un partito che vede nell’Europa il problema e non la soluzione”, ha detto la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha parlato di un “grande pericolo” per la Francia e l’Europa. Nessun commento diretto da parte di Mosca, ma il Cremlino fa sapere di seguire “molto da vicino” le elezioni in Francia.

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