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Elezioni Giappone: il nazionalista Shinzo Abe è il nuovo premier

Vittoria schiacciante (e prevista) in Giappone di Shinzo Abe, il leader nazionalista e conservatore del Ldp. E’ lui il settimo premier nipponico negli ultimi sei anni. Abe discende da Nobosuku Kishi, membro del gabinetto del generale Tojo che sferrò l’attacco a Pearl Harbour e venne processato per crimini di guerra in Cina.

Tre anni dopo una clamorosa sconfitta, nel voto di ieri in Giappone i liberaldemocratici hanno conquistato 294 seggi sui 480 della Camera bassa, ma il prossimo ministro Shinzo Abe sa che la vittoria non equivale a quel mandato illimitato che sembrava rappresentare in un primo momento.

Un’analisi del voto, così come gli stessi commenti di Abe, suggeriscono infatti che sarebbe stato meglio se l’esponente politico si fosse concentrato su quel che veramente preme agli elettori, cioè l’economia, piuttosto che su questioni che dividono, come la revisione della costituzione pacifista giapponese. Le iniziative aggressive da parte della Cina nella contesa territoriale sul piccolo arcipelago del Mare della Cina orientale potrebbero comunque rafforzare il sostegno alle posizioni rigide di Abe verso Pechino.

Insieme a un partito alleato, il Komeito, i liberaldemocratici (Ldp) hanno anche conquistato la maggioranza dei due terzi, che potrebbe contribuire a rompere lo stallo politico permanente nel Parlamento. E’ stata invece una dura sconfitta per il partito democratico, che era al governo: ha conquistato solo 57 seggi, meno di un quinto di quelli ottenuti nel 2009, quando vinse per la prima volta nella storia giapponese.

Lo stesso Abe, comunque, ha ammesso che la sua vittoria è stato più un voto di rifiuto per i democratici che di fiducia per lo Ldp, che ha quasi sempre governato il Giappone dopo la Seconda guerra mondiale. “La nostra vittoria questa volta non significa che la fiducia nel Partito liberaldemocratico sia stata completamente ripristinata. Piuttosto, è stata una decisione dell’opinione pubblica di mettere fine alla stagnazione e alla confusione politica degli ultimi tre anni, causate dal malgoverno politico del Partito democratico”, ha detto oggi Abe. “Dobbiamo procedere e ottenere risultati”.

L’affluenza al voto di ieri è stata sorprendente bassa, il 59%, secondo una stima dell’agenzia di stampa Kyodo. E il partito di Abe non ha comunque ottenuto la maggioranza assoluta tra coloro che sono andati a votare. Il principale partito di opposizione ha ottenuto il 43% dei voti circa nei 300 collegi uninominali, e il 28% – rispetto al 16% dei democratici e al 20% del nuovo Partito della restaurazione, di destra – nel voto proporzionale per gli altri 180 seggi.

Le reazioni alla Borsa di Tokyo non si sono fatte attendere. L’indice Nikkei+1,4% sale trainato dall’export e “drogato” dal calo dello yen, ai minimi dall’aprile 2011. Il titolo più effervescente è Tokyo Electric Power, ovvero il colosso delle centrali nucleari, compresa Fukushima: in campagna elettorale Abe si era schierato per la riapertura delle centrali. In lieve calo gli altri listini asiatici.

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