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Elezioni Giappone: Abe trionfa, ma affluenza ai minimi

Dopo lo scioglimento anticipato della Dieta, la Camera Bassa del Parlamento, Shinzo Abe ha vinto le elezioni in Giappone, confermandosi premier e ottenendo una maggioranza più solida di quella su cui poteva contare prima del voto. La coalizione al potere da dicembre 2012, basata sul legame storico Liberaldemocratici-New Komeito, si aggiudica 325 seggi (rispettivamente 290 più 35) sui 475 totali, oltre quindi i due terzi, contro i 326 (295 più 31) sui 480 della scorsa legislatura. Molto male, però, l’affluenza, che si è attestata attorno al 52%, nuovo record negativo dal dopoguerra dopo il 59,32% registrato nel 2012.

Il voto era considerato come una sorta di referendum sull’Abenomics, il programma economico concepito da Abe sulla falsariga del quantitative easing targato Fed, che ha portato la Bank of Japan a varare forti stimoli per combattere stagnazione e deflazione. Secondo lo stesso Premier, i risultati delle urne “indicano che gli elettori sperano che la ‘Abenomics’ sia ulteriormente promossa. La priorità è il rilancio dell’economia”.

Il premier ha promesso di riunire i leader della coalizione e gli imprenditoriali per mettere a punto una strategia che, col rialzo dei salari, possa innescare “un circuito virtuoso sulla ripresa delle attività economiche” prima che l’ulteriore aumento al 10% della tassa sui consumi sia effettivo ad aprile del 2017. “La coalizione deve ora accelerare sulle promesse fatte in campagna elettorale”, ha aggiunto Abe.

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