Le elezioni in Germania sono uno, l’ultimo, degli appuntamenti politici più attesi del 2017. Il 24 settembre i tedeschi votano per eleggere i nuovi membri del Bundestag, il parlamento federale tedesco che esprime la rappresentanza popolare della Repubblica Federale, che a sua volta eleggerà il nuovo cancelliere.
Il risultato sembra essere scontato: a meno di clamorose sorprese a vincere dovrebbe essere di nuovo Angela Merkel che si avvia dunque verso il suo quarto mandato consecutivo (fu eletta per la prima volta nel 2005). Merkel è sostenuta dalla Cdu, Unione Cristiano-Democratica della quale è anche presidente, e dalla Csu, partito di centro attivo in Baviera.
A cercare di contenderle il ruolo di capo del Governo ci sarà l’ex numero uno del Parlamento europeo, Martin Schulz, candidato del Partito Socialdemocratico (Spd) che tuttavia negli ultimi mesi sembra aver perso molto terreno e, in base agli ultimi sondaggi, non dovrebbe procure troppe preoccupazioni alla cancelliera uscente.
Dopo la vittoria di Macron in Francia e dei liberali di Rutte in Olanda, anche la Germania si prepara ad affrontare il populismo. Nonostante, a differenza degli altri Paesi europei (Italia compresa), i partiti populisti raggiungano a Berlino percentuali contenute, gli occhi sono puntati sul risultato dei populisti di destra dell’AfD che, per la prima volta, potrebbero riuscire a varcare la soglia del Parlamento.
Sebbene non ci siano troppi dubbi sul nome del prossimo cancelliere, ad attirare l’attenzione dell’intero continente sono le possibili, future, alleanze che Merkel dovrà siglare per riuscire a governare. Per la prima volta ben sei partiti differenti si preparano a fare il loro ingresso nel Bundestag e, dato il sistema elettorale tedesco, la strada verso un nuovo Esecutivo sembra essere in salita. Se i pronostici saranno rispettati, le trattative potrebbero essere molto lunghe (alcuni opinionisti sostengono addirittura che si potrebbe arrivare fino a Natale) e, caso inedito, potrebbe anche formarsi il primo governo a tre della storia. Fondamentali saranno dunque gli equilibri che si creeranno con il voto.
Elezioni Germania: il sistema elettorale
Il meccanismo elettorale tedesco si basa su un sistema misto con soglia di sbarramento al 5%. In generale i partiti ottengono seggi in proporzione ai voti conquistati alle urne. Ma la situazione non è così semplice come sembra. Oltre alla proporzionalità, un cospicuo numero di deputati viene eletto con metodo maggioritario in collegi uninominali.
Passando dalla teoria alla pratica, ogni elettore esprimere due voti. Con il primo (denominato “erststimme”) il cittadino sceglie un candidato del proprio collegio uninominale con un sistema maggioritario e chi ottiene più voti riceve il seggio. Con il secondo (“zweitstimme”), basato su un sistema proporzionale, si sceglie la lista o il partito e si stabilisce dunque qual è la percentuale di seggi che avrà ogni partito.
Da sottolineare che, il numero dei seggi del Bundestag è variabile perché i candidati eletti con il sistema maggioritario accedono al Parlamento anche se sono in numero maggiore rispetto alla quota proporzionale che spetterebbe a un partito. In questo caso però, anche tutti gli altri partiti ricevono deputati in più in modo da mantenere comunque la proporzionalità. Facendo un esempio pratico: oggi i deputati del Bundestag sono 630, nel 2009 erano 622.
Elezioni Germania: le possibili coalizioni
Come detto in precedenza, sarà fondamentale capire quali saranno i partiti più votati e quanti partiti entreranno in Parlamento per comprendere le alleanze sulle quali si formerà il nuovo Governo. Sarà dunque una “questione matematica”.
Come ha spiegato Regina Krieger, corrispondente da Roma di Handelsblatt a FIRSTonline: “una coalizione “nero-giallo”, della Cdu-Csu con i liberali, ci sarà solo se basteranno i voti e seggi conquistati dai due partiti. Più praticabile sembrerebbe una maggioranza espressa da una “coalizione Jamaica” di CDU, liberali e verdi che però ha problemi di intesa politica. Questa volta le maggioranze nette saranno più difficili, perché oltre ai liberali e verdi ci sono anche la Linke e la Afd, quindi sei forze politiche. Ecco perché un bis della “grande coalizione” (tra Cdu e Spd, ndr.) quindi è molto probabile. Sarà comunque la Cancelliera a dettare la linea politica in tutti i casi”.
Eccezion fatta per il partito di estrema destra AfD, che in ogni caso sembra essere destinato all’opposizione, i media tedeschi non escludono ad oggi nessun tipo di combinazione.
Elezioni Germania: i programmi di Merkel e Schulz
Uno dei motivi per i quali i Socialdemocratici di Schulz hanno perso terreno dopo l’iniziale exploit che ha seguito la candidatura dell’ex presidente del Parlamento europeo è la sostanziale equivalenza tra il suo programma e quello di Angela Merkel. Parlando in parole povere, per molti tedeschi, il nuovo e il vecchio si equivalgono dunque cambiare non avrebbe molto senso.
Parlando dei programmi, tra le promesse della cancelliera uscente figurano:
- la riduzione del tasso di disoccupazione dal 5,5 al 3%
- taglio delle tasse per la classe media e aumenti per i redditi sopra i 232mila euro,
- la predisposizione di un piano che incentivi l’accoglienza dei migranti con maggior competenze.
Al centro del programma di Schulz ci sono invece:
- taglio delle tasse sui poveri e innalzamenti sui redditi sopra i 76mila euro,
- riduzione delle spese militari,
- riduzione delle disuguaglianze sociali.
- blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile.
Elezioni Germania: i partiti minori
A preoccupare molto gli opinionisti tedeschi è il possibile ingresso nel Bundestag dell’estrema destra populista rappresentata dal partito Alternative für Deutschland (AfD). Nel 2013, smentendo i sondaggi, AfD non riuscì a superare la soglia di sbarramento (5%), mentre quest’anno, secondo le ultime rilevazioni, dovrebbe riuscire a farcela agilmente, puntando addirittura a diventare il terzo partito del Paese. Nonostante ciò, la possibilità che AfD entri a far parte di una possibile coalizione di Governo rimangono molto scarse.
Non dovrebbe avere problemi a conquistare il Bundestag nemmeno Die Linke, partito di sinistra radicale che però non ha proprio un rapporto idilliaco con Spd, tanto da portare molti ad escludere una possibile coalizione tra le due forze.
A superare la soglia di sbarramento potrebbero essere infine i liberali di Fdp e il partito ambientalista dei Verdi.
Elezioni Germania: i sondaggi
In base a uno degli ultimi sondaggi realizzati, il Cdu di Angela Merkel, insieme alla Csu, dovrebbe conquistare il 36% delle preferenze, 5 punti in meno rispetto alla precedente tornata elettorale. Spd si fermerebbe al 23% (-2% rispetto a quattro anni fa), mentre Fdp salirebbe al 9% (era all’8,6% nel 2013). Linke potrebbe arrivare al 10% mentre AfD e Verdi si assesterebbero intorno all’8%.
Il 20 settembre il Financial Times ha effettuato una media dei sette principali sondaggi che fornisce un risultato molto simile:
- Cdu/Csu: 36%
- Spd: 22%
- Afd: 11%
- Fdp: 10%
- Linke: 9%
- Verdi: 8%.