Domenica 23 febbraio la Germania va al voto anticipato per eleggere i membri del Bundestag, la camera bassa del Parlamento tedesco che, a sua volta, deciderà chi sarà il nuovo cancelliere o la nuova cancelliera che verrà successivamente nominato/a dal capo dello Stato. Tre i candidati principali: Friedrich Merz, (Cdu-Csu), Olaf Scholz (Spd) e Alice Weidel (Afd). Si tratta di un’elezione decisiva per il futuro del Paese, ma anche dell’intera Europa, orfana del suo stato membro più stabile e solido in un periodo delicatissimo in cui il vecchio continente deve fare i conti con lo sgretolamento del fronte occidentale e l’inedita ostilità degli Stati Uniti, la guerra in Ucraina e una sempre più lampante mancanza di competitività che rischia di relegarlo ai margini della geopolitica e della finanza internazionale. Secondo gli ultimi sondaggi pre-elettorali, in testa ci sarebbero i cristianodemocratici (centrodestra), ma gli occhi del mondo sono puntati sull’estrema destra di Alternative fur Deutschland, appoggiata anche da Elon Musk, i cui risultati potrebbero scompaginare l’assetto politico tedesco che da decenni si basa sull’alternanza tra Cdu e Spd.
Perché la Germania va a elezioni anticipate?
Il 6 novembre del 2024, mentre l’attenzione del mondo era concentrata sul neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump e sulla sua vittoria a valanga del giorno precedente, in Germania implodeva la già traballante coalizione semaforo, così chiamata per i colori dei tre partiti che la componevano: rosso per il partito socialdemocratico, che esprimeva anche il cancelliere Olaf Scholz, giallo per i liberali, cui si aggiungevano i Verdi. A far detonare la crisi è stata la cacciata del ministro delle Finanze (liberale, Fdp), Christian Lindner da parte di Scholz, con il cancelliere che aveva utilizzato parole durissime nei suoi confronti, accusandolo di essere troppo “impegnato in meschine tattiche di partito”. Nodo del contendere: la crisi economica tedesca e la necessità di trovare 10 miliardi di euro per finanziare il bilancio 2025.
Dopo un primo tentativo di resistere fino al 15 gennaio, il 16 dicembre Scholz si è presentato in Parlamento, consapevole che sarebbe stato sfiduciato e dando de facto avvio all’iter che, il 27 dicembre, ha portato il Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier a convocare elezioni anticipate. Le elezioni erano originariamente previste il 28 settembre 2025.
Elezioni Germania 2025: il contesto economico
Per capire la crisi politica non si può prescindere dal contesto economico. La locomotiva tedesca ormai non esiste più. Il Paese più stabile e solido dell’Unione Europea è infatti in recessione da ormai due anni: nel 2023 il Pil è sceso dello 0,3%, nel 2024 è calato dello 0,2% e per l’anno in corso si stima una leggera crescita che però viene considerata sempre più a rischio a causa dei possibili dazi Usa che potrebbero colpire duro l’export tedesco, che già nel 2024 ha registrato un calo dell’1,3%.
E ancora: la produzione industriale è di circa 10 punti percentuali inferiore ai livelli pre-Covid. Simbolo della crisi tedesca sono le difficoltà del comparto auto, fino a pochi anni fa fiore all’occhiello dell’industria tedesca. Oggi Volkswagen in primis, ma anche Bmw e Mercedes non riescono a reggere ai colpi della concorrenza cinese, incapaci di competere nella corsa all’elettrico.
Elezioni Germania 2025: come si vota
Si vota utilizzando un sistema proporzionale misto: ogni elettore esprime due voti nella stessa scheda. Il primo (Erststimme), è di tipo maggioritario: si sceglie un candidato della propria circoscrizione elettorale locale (in tutto esistono 299 collegi uninominali). Vince chi riceve più voti all’interno della circoscrizione. Il secondo voto (Zweitstimme), è di tipo proporzionale: gli elettori scelgono liste presentate dai partiti, senza esprimere preferenze. È con questa seconda votazione che si determina la distribuzione dei seggi a livello nazionale.
È ammesso il voto disgiunto, il candidato indicato con il primo voto può anche essere di un partito diverso da quello indicato con il secondo voto, ed è prevista una soglia di sbarramento: per entrare al Bundestag un partito deve ottenere almeno il 5% dei voti nazionali o vincere tre collegi diretti. Il Bundestag da quest’anno avrà un massimo di 630 membri (erano 736 nel 2021), a seguito di una riforma adottata nel 2023.
Come si sceglie il cancelliere e i tre candidati principali
In totale sono 29 i partiti che partecipano al voto, ma solo 11 di essi competono a livello nazionale, compresa l’unione Cdu/Csu (il partito gemello in Baviera): Spd, Verdi, Fdp, Alternative für Deutschland, Die Linke, Freie Wähler, Volt, Mlpd, Bündnis Deutschland e Alleanza Sahra Wagenknecht. I cristianodemocratici (Cdu) sono candidati in tutti i Länder, tranne che in Baviera, dove in campo ci sono i cristianosociali (Csu).
In Germania, come detto, non c’è elezione diretta del cancelliere. A sceglierlo è il Bundestag sulla base dei risultati elettorali, mentre la nomina formale spetta poi dal capo dello Stato. Tradizionalmente però, i partiti in corsa indicano il proprio candidato cancelliere già prima delle elezioni e dunque il leader del partito che vince è il favorito per la carica.
Sono tre, ad oggi, i rappresentanti che potrebbero farcela, con possibilità molto diverse tra loro (occorre dirlo). Il primo è Friedrich Merz, leader dell’alleanza di centrodestra tra Cdu e Csu, il cui programma si basa su tre capisaldi: controlli permanenti alle frontiere e introduzione di una detenzione amministrativa per gli autori di reati in attesa di espulsione, semplificazione burocratica, riduzione della tassa sull’elettricità e delle tariffe di rete. Merz ha spostato molto più a destra il suo partito, rispetto all’impostazione moderata seguita in precedenza da Angela Merkel.
L’Spd, centrosinistra, punta di nuovo sul cancelliere uscente Olaf Scholz, nonostante gli ultimi mesi del suo governo abbiano coinciso con il suo periodo di massima impopolarità tra gli elettori. Le proposte di Scholz spaziano dall’aumento del salario minimo all’abbassamento al 5% dell’Iva sui prodotti alimentari e alla maggior tutela per gli inquilini. Sull’immigrazione il premier uscente difende il diritto d’asilo, considerato parte integrante del sistema giuridico e dei valori tedeschi.
Occhi puntati poi su Alice Weidel, leader del partito di estrema destra dell’Afd, che propone chiusura delle frontiere e rimpatri su larga scala, uscita dall’accordo di Parigi, un’economia di stampo liberista e passi indietro sui diritti Lgbtq+, nonostante sia sposata con una donna e abbia due figli.
Elezioni Germania 2025: i temi chiave del voto
Dopo i recenti attacchi di ispirazione islamista a Magdeburgo e Aschaffenburg, secondo la stragrande maggioranza degli osservatori è l’immigrazione il tema principale di queste elezioni, seguito da economia, pensioni e difesa e sicurezza.
Gli ultimi sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi elettorali effettuati da Insa, il principale istituto demoscopico tedesco, la Cdu/Csu sarebbe sopra il 30% delle preferenze e dovrebbe dunque essere il partito più votato. Segue l’estrema destra di Alternative fur Deutschland con il 21%, mentre l’Spd del cancelliere uscente Olaf Scholz potrebbe crollare al 15%.
Male anche i Verdi di Robert Habeck, fermi al 13%, mentre la Linke, il partito della sinistra, dovrebbe attestarsi intorno al 7%. In bilico anche l’alleanza Sahra Wagenknecht, attorno al 5%, mentre potrebbero restare fuori dal Bundestag, i Liberali (Fdp), dati sotto alla soglia di sbarramento del 5%.
Risultati simili anche per YouGov che dà la Cdu/Csu al 29%, Afd al 21%; Spd al 16%, Verdi al 13%, Linke al 7%, e Alleanza Sahra Wagenknecht al 5% e Fpd al 4%.
Le probabili coalizioni post voto
Dai numeri che usciranno dalle urne dipenderanno le coalizioni post voto. La più fattibile sarebbe la cosiddetta “Coalizione Kenya”, che prende il nome dai colori della bandiera del paese africano (nero, rosso e verde) e comprende Cdu/Csu, Spd e Verdi. “Le proiezioni attuali suggeriscono che questa sia l’unica coalizione a tre partiti praticabile e in grado di garantire la maggioranza”, spiega Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.
Gli scenari alternativi includono invece una “coalizione nero-verde” (Cdu/Csu e Verdi) o una “coalizione giamaicana“, (Cdu/Csu, Verdi e Fdp): sebbene matematicamente possibile, l’attuale sondaggio dell’Fdp al di sotto della soglia del 5% rende incerta la loro inclusione. Inoltre, le differenze ideologiche, in particolare tra la Cus e i Verdi, presentano notevoli ostacoli sia per la prima che per la seconda.
C’è poi la possibile “Coalizione Germania” (nero, rosso e giallo) (Cdu/Csu, Spd e Fdp), che potrebbe essere presa in considerazione se l’Fdp superasse la soglia elettorale. Tuttavia, il rifiuto categorico dell’Fdp di rientrare in una coalizione simile al precedente accordo riduce notevolmente questa possibilità. ”Questo lascia la ‘Grande Coalizione’ (Cdu/Csu e Sdp) che la cancelliera Angela Merkel ha guidato con successo per circa 12 anni durante il suo mandato di 16 anni come cancelliera, dal 2005 al 2009 e di nuovo dal 2013 al 2021. Tuttavia, il panorama politico in Germania è cambiato da allora. Il sostegno ridotto della Spd significa che questa coppia potrebbe avere difficoltà a raggiungere una maggioranza stabile. Inoltre, c’è riluttanza all’interno di entrambi i partiti a rinnovare questa alleanza a causa di attriti passati”, afferma Diodovich.
In questo contesto occorre considerare il nodo Afd: tutti i partiti tradizionali hanno escluso qualsiasi collaborazione con l’estrema destra che però in base ai risultati che otterrà potrebbe determinare il futuro del Paese.
Elezioni Germania 2025: quando arrivano i risultati
Si vota dalle 8.00 alle 18.00 di domenica 23 febbraio. I primi exit poll usciranno subito dopo la chiusura delle urne. Qualche ora dopo potrebbero arrivare i primi risultati ufficiali.
Quale sarà la reazione dei mercati?
“I movimenti sui mercati saranno più legati a una forte vittoria dei partiti populisti, in particolare l’AfD di Alice Weidel chiarisce ancora l’esperto di IG Italia. Se le percentuali dei sondaggi saranno confermati “non ci aspettiamo significativi movimenti dell’indice tedesco – continua – Discorso ben diverso in caso di una grande vittoria del partito populista di estrema destra, AfD, nel caso che il partito di Alice Weidel, nuova frontiera del Movimento MEGA (Make Europe Great Again), possa superare il 25% dei consensi o diventare il primo partito tedesco. In caso di successo di Alternative fur Deutschland, ci aspettiamo un ribasso per l’indice Germany 40, ma anche un forte calo del cambio euro/dollaro. Una vittoria di Alice Weidel potrebbe spingere il cambio euro dollaro verso i minimi annuali a 1,0178”, conclude Diodovich.