La Lega sfonda e raggiunge il suo massimo storico conquistando, a spoglio quasi ultimato, il 34,3%, poco meno del doppio di quanto aveva raccolto alle politiche del 2018 (il 17,4%) e oltre cinque volte i voti raccolti alle Europee del 2014 (il 6,2%). Crolla invece il suo alleato di governo, il Movimento 5 Stelle, che si ferma al 17% (contro il 32,7 delle Politiche e il 21,2% delle ultime Europee), una soglia destinata ad aprire processi politici nelle file dei grillini. Recupera il Pd che sorpassa i Cinque Stelle conquistando il 22,7%, un livello lontanissimo dal 40% che aveva raggiunto Matteo Renzi alle precedenti elezioni europee ma sopra il fatidico 20% e in particolare sopra i Cinque Stelle (alle Politiche 2018 i dem erano al 18,8%).
Fratelli d’Italia si attesta al 6,5%, in aumento rispetto alle Politiche, e si candidano a fare alleanza con Salvini, mentre delude Forza Italia di Silvio Berlusconi, che si ferma all’8,8% (alle Politiche era al 14), nettamente sotto il 10% che veniva considerato il minimo vitale per non temere la dispersione del partito. Infine, non raggiungono il quorum del 4% e perciò non entreranno nel nuovo Parlamento europeo +Europa di Emma Bonino, che si ferma al 3,1%, e La Sinistra (1,7%).
Sul piano nazionale è evidente che un risultato del genere non resterà senza conseguenze, malgrado il leader della Lega Salvini abbia escluso crisi di governo. Ma bisogna vedere se, dopo la disfatta, non saranno i Cinque Stelle a lasciare il Governo e, in ogni caso, se l’Esecutivo gialloverde proseguirà, non sarà come prima ma il baricentro si sposterà nettamente a destra a favore della Lega. Non caso Salvini ha detto che bisogna accelerare sull’attuazione del contratto di governo dando la priorità alla sicurezza e alla flat tax.
Un buon risultato ha ragggiunto il Pd di Zingaretti che, scavalcando i Cinque Stelle, diventa il secondo partito nazionale e potrebbe essere indotto – nella prossima legislatura – ad avvicinarsi ai Cinque Stelle, cosa che però provocherebbe quasi sicuramente il divorzio del gruppo riformista che fa capo a Renzi.
Ora si attendono i risultati delle amministrative e soprattutto del Piemonte, dove le prime proiezioni danno in vantaggio la destra, di Firenze e di Bari, oltre che degli altri capoluogi di provincia.