Dai risultati parziali ma già consolidati di questa tornata elettorale delle amministrative, in cui votavano decine di capoluoghi tra cui Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli, oltre che la Regione Calabria e le suppletive in Toscana e di nuovo a Roma, emerge soprattutto un dato: il centrodestra non ha sfondato, anzi è andato male, confermandosi in Calabria e strappando il ballottaggio solo a Roma e a Torino, dove comunque (sulla carta) potrebbe partire sfavorito. Lega e Fratelli d’Italia saranno anche i primi partiti nei sondaggi a livello nazionale, ma nelle grandi città (domenica e lunedì hanno comunque avuto la possibilità di votare quasi 13 milioni di italiani, non proprio pochi) non funzionano: flop di Bernardo a Milano, dove ha stravinto Sala al primo turno, ma ancora peggio è andata a Bologna e Napoli, dove la coalizione è stata letteralmente umiliata da Lepore e Manfredi. A Roma Michetti chiude il primo turno in vantaggio e sarà un testa a testa tra 15 giorni con Roberto Gualtieri: il candidato del Pd supera la sindaca uscente Virginia Raggi che finisce ko, superata anche da Carlo Calenda, autore comunque di un buon risultato finendo terzo al rush finale, con risultato ampiamente in doppia cifra.
Il centrosinistra dunque blinda Milano, Napoli e Bologna, e frena l’avanzata delle destre a Roma e Torino, dove si andrà al secondo turno con buone chance per il Pd di portare a casa il sindaco, soprattutto se dovesse replicarsi in quei ballottaggi l’alleanza con i 5 Stelle che così bene ha funzionato ad esempio a Napoli (ma anche a Bologna). Il centrosinistra, e in particolare il Pd, potrebbe persino fare l’en plein tra i capoluoghi di Regione, anche se in realtà a Trieste passa il centrodestra, così come nella Regione Calabria, dove stravince Occhiuto. Da segnalare, a proposito di Trieste, l’inquietante buona performance del Movimento 3 V, quello dei No Vax, che supera il 3% dei consensi. Anche a Milano Gianluigi Paragone con il suo Italexit che è No Green Pass sfiora il 3%, segno che la pandemia ha creato uno spazio elettorale, seppur piccolissimo. A vincere comunque questa tornata, dai dati disponibili finora e in attesa dei ballottaggi dove ci saranno, è il centrosinistra e soprattutto il Pd, che tra l’altro vince anche la suppletiva di Siena dove per un seggio vacante alla Camera si era candidato il segretario Enrico Letta.
Altra protagonista di queste Comunali, purtroppo, è stata l’astensione, quasi ovunque al record storico, soprattutto nelle grandi città. A Milano ha votato meno della metà degli elettori, non era mai successo ma il sindaco uscente e riconfermato Beppe Sala ha fornito una chiave di lettura che rende l’idea: hanno votato meno persone, ma lui ha preso 40.000-50.000 voti in più, a testimonianza del fatto che a non andare a votare sono stati soprattutto elettori di destra o del Movimento 5 Stelle.
Aggiornato martedì 5 ottobre alle 10:50