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Elezioni comunali 2024: quando e dove si vota, chi può votare, le sfide chiave. La guida completa in 7 punti

Imagoeconomica

Non si parla d’altro che di elezioni europee, ma sabato 8 e domenica 9 giugno in 3.715 Comuni italiani si voterà anche per le elezioni comunali 2024. E non si tratta di un voto di poco conto, dato che la chiamata alle urne riguarderà 29 capoluoghi di Provincia e sei capoluoghi di Regione. Non bastasse: nelle stesse date, in Piemonte, si voterà anche per l’elezione del consiglio e del presidente della giunta regionale.

Elezioni comunali 2024, quando si vota? Date e orari

Sia per le elezioni europee che per quelle comunali (e per le regionali in Piemonte) i seggi si apriranno sabato 8 giugno alle ore 15. La chiusura è prevista alle 23. Domenica 9 giugno si voterà tutto il giorno, dalle 7 del mattino alle 23. Lo scrutinio per le elezioni comunali comincerà invece alle 14 di lunedì 10 giugno. Gli eventuali ballottaggi si svolgeranno il 23 e il 24 giugno 2024.

Elezioni comunali 2024: chi può votare e quali documenti servono?

Possono votare tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che abbiano compiuto 18 alla data del voto. Ammessi al voto anche i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea residenti nel Comune in cui si svolgono le elezioni, purché abbiano presentato istanza al sindaco entro 40 giorni dal voto. Il voto da fuorisede invece è possibile solo in pochissimi casi e solo per le elezioni europee, non per le comunali.

Per poter votare bisogna andare al seggio elettorale con un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale. In caso di smarrimento o esaurimento degli spazi per le timbrature, una nuova tessera può essere richiesta anche nei giorni di votazione presso l’ufficio elettorale del comune di iscrizione nelle liste elettorali.

Elezioni comunali 2024: dove si vota?

Le elezioni amministrative riguardano 3.520 comuni delle regioni a statuto ordinario, 114 comuni del Friuli Venezia Giulia, 27 comuni della Sardegna e 37 comuni della Sicilia. Tra essi come detto ci sono 29 capoluoghi di provincia e 6 capoluoghi di regione: Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Cesena, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Urbino, Verbania, Vercelli e Vibo Valentia. Nel caso di Cesena e di Urbino si tratta della prima tornata di elezioni in seguito alla riassegnazione ai Comuni dello status di capoluogo di provincia.

Le sfide chiave: i capoluoghi di regione

 A Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza si voterà per eleggere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale.

Bari

In un clima infuocato Bari si affrontano 5 candidati alla carica di Sindaco, sostenuti da un totale di 26 liste. Il centrosinistra, dopo 20 anni di governo, si presenta diviso offrendo così un assist al centrodestra: Michele Laforgia è sostenuto dal M5S e Vito Leccese scende in campo per il Pd, Verdi e Azione. Pd e M5s non sono riusciti a trovare un accordo unitario, dopo che sono saltate anche le primarie a 48 ore dal voto nei gazebo. Una conseguenza del terremoto giudiziario e delle tre inchieste penali per voto di scambio, anche politico-mafioso, che hanno spinto, lo scorso aprile, Giuseppe Conte e lo stesso candidato sindaco Michele Laforgia ad annullare la sfida con il candidato Dem, Vito Leccese, ex capo Gabinetto di Antonio Decaro.

Il centrodestra invece, come da tradizione, si presenta compatto a sostegno di Fabio Romito, giovane consigliere regionale che potrà contare sull’appoggio di ben dieci liste. 

Sono due gli outsider: Sabino Mangano, ex consigliere comunale del Movimento 5 Stelle dal 2014 al 2019 che guida la lista Oltre che raggruppa quattro movimenti civici associati; e Nicola Sciacovelli, consigliere comunale per dieci anni che presenta due liste civiche. 

Cagliari

A Cagliari il centrodestra cerca la riconferma. Dopo la sconfitta alle regionali di febbraio del sindaco uscente Paolo Truzzu (vinse al fotofinish Alessandra Todde), Fratelli d’Italia, Lega e Forza italia hanno deciso di puntare su Alessandra Zedda, ex presidente della Giunta regionale sarda ed ex assessora, un tempo in Forza Italia e poi confluita nella Lega.

Il PD e il Movimento 5 Stelle sostengono la candidatura di Massimo Zedda, 48 anni, sindaco del capoluogo sardo tra il 2011 e il 2019. La sua candidatura è appoggiata anche da Italia Viva, che però non ha presentato una propria lista per le elezioni comunali. Gli altri candidati sono Giuseppe Farris (Movimento CiviCA 2024), Emanuela Corda (Alternativa) e Claudia Ortu (Cagliari popolare). Azione non sostiene ufficialmente nessun candidato sindaco.

Campobasso

Nel capoluogo molisano sono tre i candidati alla poltrona sindaco, sostenuti da 12 liste in totale: Aldo De Benedittis per il centrodestra, Marialuisa Forte per il centrosinistra e Pino Ruta per il Cantiere Civico. Non si ricandida la prima cittadina uscente, Paola Felice (Movimento 5 Stelle), entrata in carica nel 2023 per sostituire il neo eletto consigliere regionale Roberto Gravina.

Firenze

A Firenze, da sempre roccaforte rossa, il centrosinistra si presenta più diviso che mai e, pur partendo favorito, rischia di finire al ballottaggio giocandosela all’ultimo voto con il centrodestra che scommette sull’outsider proveniente dalla cultura. 

Dopo 10 anni di amministrazione targata Dario Nardella, il Pd ha scelto di candidare la sua delfina, l’assessora all’Educazione Sara Funaro, senza passare dalle primarie. Una decisione che ha irritato non poco il resto della compagine. Il risultato? Funaro è sostenuta da Sinistra Italiana +Europa, Azione, Europa Verde, Movimento Laburista, Volt e Movimento Centro. Italia Viva ha invece deciso di candidare l’ex vicepresidente regionale Stefania Saccardi, mentre il M5S punta su Lorenzo Masi, avvocato di professione e consigliere comunale uscente. 

Il centrodestra invece, nonostante le tensioni e le incertezze vissute negli ultimi mesi, come da tradizione è riuscito a ricompattarsi su un solo nome: quello dell’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt

Ma non è finita qui, perché nel capoluogo sono 10 i candidati alla carica di sindaco. Ai 4 “big” si aggiungono: Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune), Francesca Marrazza (Ribella Firenze), Alessandro De Giuli (Firenze Rinasce), Francesco Zini (Firenze Cambia) e Andrea Asciuti (Firenze Vera). 

Secondo gli ultimi sondaggi né Pd né centrodestra riusciranno a raggiungere la maggioranza al primo turno e la scelta del sindaco potrebbe avvenire dunque al ballottaggio, quando diventeranno decisivi i voti di chi è rimasto fuori (Italia Viva su tutti).

Perugia

A Perugia, da 10 anni guidata dall’uscente Andrea Romizi (Forza Italia), la sfida è tra cinque candidati: per il centrodestra scende in campo con l’assessora all’Urbanistica uscente Margherita Scoccia, mentre la civica Vittoria Ferdinandi è riuscita nel miracolo di a compattare Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e una parte di Italia Viva.

In corsa anche Massimo Monni (Perugia Merita, appoggiata da Psi, Italia Viva e Tempi Nuovi – Popolari Uniti), Leonardo Caponi (con il simbolo del Pci, cui è stata aggiunta la scritta ‘Perugia contro guerra e neoliberismo’) e l’ex centrocampista del Perugia Davide Baiocco (Forza Perugia e Alternativa Riformista – Italexit). 

Potenza

A un mese e mezzo dalle regionali vinte dal centrodestra, a Potenza si torna a votare per eleggere sindaco e consiglio comunale. Cinque i candidati, tra i quali non compare il nome del sindaco uscente, il leghista Mario Guarente. Per il centrodestra c’è invece Francesco Fanelli, vicepresidente della giunta regionale sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Potenza civica-Fanelli sindaco, Amiamo Potenza e Orgoglio lucano/La Vera Basilicata. 

Centrosinistra diviso anche nel capoluogo lucano: Pierluigi Smaldone per Movimento 5 Stelle, Potenza Ritorna e Città Nuova, Vincenzo Telesca sostenuto da: Uniamoci per Potenza – Vincenzo Telesca sindaco, Insieme per Potenza, Basilicata Casa comune, Potenza Prima, Insieme per Potenza e La Potenza dei Cittadini -Potenza democratica. Vincenzo Telesca è anche appoggiato dal Partito democratico che lo sostiene senza il simbolo. A loro si aggiunge Francesco Giuzio, candidato con Basilicata Possibile e Maria Grazia Marino con Forza del Popolo. 

Elezioni comunali 2024: come si vota nei comuni con più di 15mila abitanti 

Nei comuni con più di 15mila abitanti, sono tre le opzioni di voto:

  • si può tracciare un segno sul simbolo di una lista: il voto andrà sia alla lista che al candidato sindaco collegato;
  • si può traciare un segno sul nome del candidato sindaco: il voto andrà solo a lui/lei;
  • voto disgiunto: è possibile votare per un candidato sindaco e per una lista a lui/lei non collegata. 

Accanto al simbolo della lista è possibile indicare anche una o due preferenze, nel caso siano due devono riguardare candidati di sesso diverso, altrimenti la seconda viene annullata.

Al primo turno, viene eletto chi ottiene il 50% + 1 delle preferenze. Senza maggioranza assoluta si va al ballottaggio in programma il 23 e il 24 giugno.

Elezioni comunali 2024: come si vota nei comuni con meno di 15mila abitanti

Nei Comuni con meno di 15mila abitanti non è previsto il voto disgiunto e i voti espressi per un singolo candidato vanno alla lista a lui/lei collegata. Non solo, nei comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza, in quelli fra 5mila e 15mila due preferenze con il rispetto dell’alternanza di genere. 

Non c’è ballottaggio, quindi vince chi al turno unico ottiene il maggior numero di voti, a prescindere dalle percentuali.

Le elezioni regionali in Piemonte

La maxi tornata elettorale di giugno si chiude con le elezioni regionali in Piemonte, con il governatore uscente Alberto Cirio (centrodestra) pronto a tentare la riconferma. Per restare sulla poltrona di presidente dovrà vedersela però con Gianna Pentenero, 59 anni, attuale assessora al Lavoro di Torino. Sarà lei la candidata del centrosinistra sostenuta da Partito democratico, Alleanza verdi sinistra, Stati Uniti d’Europa, Lista civica ambientalista e solidale e Lista civica Pentenero presidente. 

Il Movimento 5 Stelle ha invece deciso di correre da solo, candidando Sarah Disabato, consigliera regionale e capogruppo uscente del M5s. In passato è stata consigliera comunale a Collegno.

In corsa anche altri due candidati: l’attivista No Tav Francesca Frediani, sostenuta dalla lista Piemonte Popolare, e Alberto Costanzo, appoggiato da Libertà, il fronte del leader del partito ‘Sud chiama Nord’ Cateno De Luca.

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