Cagliari e Bergamo al centrosinistra al primo turno, Pescara e Ferrara vanno invece al centrodestra. A Bari, Firenze e Perugia si va al ballottaggio. Sono questi i principali risultati delle elezioni comunali di sabato e domenica. Se fosse una partita di calcio, il centrosinistra avrebbe vinto 10-6 il primo turno. Ma il centrodestra si consola con le regionali in Piemonte dove Alberto Cirio è stato riconfermato governatore, con il 56,1% dei voti.
Le città vinte al primo turno dal centrosinistra
In Sardegna, il centrosinistra fa il bis e dopo le regionali vince anche a Cagliari, dove Massimo Zedda, sostenuto da Pd e M5S e appoggiato da Italia Viva che però non ha presentato una propria lista, ha vinto al primo turno con il 60,3%, battendo l’omonima Alessandra Zedda (34,2%), candidata del centrodestra, ex presidente della Giunta regionale sarda ed ex assessora, un tempo in Forza Italia e poi confluita nella Lega.
Vittoria del centrosinistra al primo turno a Bergamo, dove la candidata Elena Carnevali (55%) ha sconfitto il rivale di centrodestra Andrea Pezzotta (42,2%). Il risultato si sposa con l’exploit del sindaco uscente Giorgio Gori che ha ottenuto oltre 210mila preferenze alle europee, piazzandosi al secondo posto nella circoscrizione Nord Ovest alle spalle di Cecilia Strada (Pd, oltre 282mila) e davanti al generale Roberto Vannacci (Lega, 186mila). “Un risultato al di là delle aspettative. 51 mila preferenze in provincia, 11 mila in città. C’è un grande risultato del Pd a Bergamo, che fa sperare bene per le Amministrative. Ma è anche il segno di un territorio che vuole contare in Europa”.
Il centrosinistra strappa dunque al centrodestra i sindaci di Cagliari, ma anche Pavia, alle liste civiche il sindaco di Sassari e conferma i comuni di Bergamo, Cesena, Livorno, Modena, Pesaro, Prato, Reggio Emilia.
Le città vinte al primo turno dal centrodestra
Il centrodestra ha vinto al primo turno a Pescara – con Carlo Masci del centrodestra al 51%, Carlo Costantini del centrosinistra (Pd+M5s) al 34,2% – e Campobasso, dove De Bendittis al momento è al 51,7% contro il 34,2% di Forte, candidato di Pd + M5s.
Riassumendo i risultati: il centrodestra strappa a M5s il sindaco di Campobasso e conferma al primo turno i comuni di Ascoli Piceno, Biella, Ferrara, Forlì, Pescara.
Nelle precedenti elezioni il centrosinistra vinse in 13 comuni, il centrodestra si aggiudicò 12 sindaci.
Firenze, Bari e Perugia al ballottaggio
Confermati i sondaggi a Firenze, dove la candidata del Pd Sara Funaro (43,2%) non raggiunge il 50% e va al ballottaggio con l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt (32,9%, candidato del centrodestra). Stefania Saccardi di Italia Viva si ferma al 7,29%, mentre la lista “Firenze Democratica” guidata dall’ex assessore Cecilia Del Re è al 6,21%. In questo contesto occorre sottolineare l’ottimo risultato alle europee del sindaco uscente Dario Nardella, eletto con quasi 100 mila preferenze, 60 mila delle quali a Firenze.
Secondo turno anche a Bari, dove Vito Leccese, il candidato Pd erede del sindaco uscente Antonio Decaro, ha ottenuto il 48,2% dei voti. Il leghista Fabio Romito, candidato del centrodestra, è al 29,1 per cento. La vittoria al primo turno non riesce perché tra Leccese e la fascia tricolore si è intrufolato il pentastellato Michele Laforgia (21,75%). Da sottolineare in questo caso è il boom nella circoscrizione Sud del sindaco uscente di Bari Antonio Decaro che batte tutti, compresa la segretaria del Pd Elly Schlein, e racimola quasi 500mila preferenze. Un risultato ancora più rilevante dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sulla Puglia negli ultimi mesi e che ha portato il leader del M5s Antonio Conte (pugliese) a rinunciare a qualsiasi alleanza, decretando però la sconfitta del suo partito, fuori dal ballottaggio a Bari.
Tra le principali città, anche Perugia è il testa a testa tra Vittoria Ferdinandi (Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e una parte di Italia Viva) e Margherita Scoccia del centrodestra si è concluso con il ballottaggio: 49,01% per la prima, 48,29% per la seconda.
Ballottaggio anche a Potenza, Vibo Valentia, Avellino, Cremona, Urbino, Verbania, Lecce e Rovigo.
Cirio fai il bis in Piemonte
Come largamente previsto, il Piemonte ha riconfermato alla guida della Regione l’azzurro Alberto Cirio, che ha conquistato così il suo secondo mandato da governatore con il 56,1% dei voti. Cirio ha sconfitto la sfidante dem Gianna Pentenero che ne ha riconosciuto la vittoria con una telefonata a poche ore dall’inizio dello spoglio.
Con la conferma della regione Piemonte al centrodestra (Presidente Alberto Cirio), la coalizione mantiene il potere in 14 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto. Il centrosinistra governa in 6 regioni: Campania, Emilia Romagna, Puglia, Sardegna, Toscana e Valle d’Aosta.
“Sono molto soddisfatto di questo risultato – ha commentato Cirio – e lo sono soprattutto perché è una conferma nel senso che cinque anni fa per me fu straordinario diventare governatore della mia Regione, ma arrivavo nuovo nel contesto torinese e tanti non mi conoscevano. Oggi essere confermato vuol dire che i piemontesi mi hanno scelto, avendo visto i pregi e i difetti che ognuno di noi ha. Questo mi responsabilizza moltissimo e mi fa dire che domani saremo in ufficio a lavorare per i cittadini del Piemonte”. “In questa Regione – ha rimarcato il vincitore delle elezioni – confermare un governo uscente non era scontato. Basta pensare a chi mi ha preceduto, tutte persone di valore come Mercedes Bresso e Sergio Chiamparino (entrambi esponenti del Pd, ndr), che furono eletti al primo mandato ma poi non riconfermati”. L’ultimo a fare il bis fu l’azzurro Enzo Ghigo, eletto nel 1995 e confermato nel 2000.
“Abbiamo cercato – ha detto invece Pentenero – di fare il possibile per un risultato che è stato solo in parte raggiunto, quindi dobbiamo prenderne atto e con grande onestà intellettuale continuare a lavorare per il Piemonte”. Il riferimento è alla tardiva indicazione della sua candidatura da parte del Pd. C’è anche il rimpianto del mancato accordo con M5s: “Qualcosa poteva cambiare. Noi abbiamo lasciato la porta aperta fino in fondo, ma nessuno ha voluto cogliere l’opportunità nei 5 Stelle, hanno ritenuto di non iniziare un percorso progettuale, politico con noi”. Pentenero è entrata in corsa in extremis, per salvare il Pd da una spaccatura fra Daniele Valle e Chiara Gribaudo, sostenuti rispettivamente dai bonacciniani e dagli esponenti dell’area Schlein.