Si torna alle urne, stavolta per le elezioni comunali. Non ci saranno in ballo le grandi città, quelle che più contano a livello nazionale come Roma o Milano, ma se i principali leader nazionali in questi ultimi giorni sono impegnati a girare in lungo e in largo l’Italia per tenere i loro comizi elettorali è perché queste elezioni, le terze in soli due mesi, rappresentano comunque un test importante. L’ennesimo in un 2018 che ha messo a dura prova tutti i partiti, sovvertendo quella che fino a pochi mesi fa in Italia sembrava una geografia politica acquisita.
Dolo le ultime tornate elettorali difficile infatti continuare ad affermare, a livello esemplificativo, che la Toscana continui ad essere la roccaforte della sinistra. Proprio per questo motivo diventano importanti i voti di Massa, Siena e Pisa, dove il PD cercherà di giocare in difesa, contrastando l’avanzata delle nuove forze di Governo. Lo stesso accadrà mille chilometri più in giù, a Catania, dove il sindaco uscente Enzo Bianco, candidato del centrosinistra, correrà per un secondo mandato, ma stavolta senza avere alle spalle il simbolo del Partito Democratico. Una scelta arrivata forse per arginare l’ondata “gialla” che alle elezioni del 4 marzo, sembra aver travolto tutta la Sicilia, anche se in questo caso l’avversario più temibile si preannuncia il candidato del centrodestra, Salvo Pogliese.
Ad Avellino, città di Luigi Di Maio, il Movimento 5 Stelle dovrà affrontare un’ampia coalizione che ha ricevuto la benedizione di due pezzi da 90 della vecchia politica come Ciriaco De Mita e Nicola Mancino. Altro risultato molto atteso è quello di Brescia, dove il sindaco uscente Emilio Del Bono, sfiderà la candidata del centrodestra, Paola Vilardi, e quello del M5s, Guido Ghidini (i candidati sono in tutto 8 però). Su Del Bono il peso di fermare l’avanzata leghista che il 4 marzo ha coinvolto l’intera Lombardia.
Le risposte che la politica si attende da questo voto sono essenzialmente due: da un lato si cercherà di capire qual è la reazione dell’elettorato al nuovo Governo Lega-M5s. Sarà in questo contesto che i cittadini avranno la possibilità di far capire ai vertici nazionali la loro opinione sulla neonata alleanza giallo-verde e sul programma presentato in Parlamento dal Premier Conte, anche se a queste elezioni le due forze si presentano come “rivali”. Dall’altro invece si cercherà di capire qual è lo stato di salute del centrosinistra dopo le sconfitte rimediate alle nazionali prima e alle regionali poi. C’è stato un primo, timido, recupero oppure la fase politica discendente continua? Lo sapremo l’11 giugno, a scrutinio completato.
Di seguito, alcune importanti informazioni sulle elezioni comunali del 10 giugno.
ELEZIONI COMUNALI 2018: DOVE SI VOTA
Si vota in 761 Comuni, tra cui 20 capoluoghi di provincia (un capoluogo di Regione, Ancona) che saranno chiamati alle urne per le elezioni amministrative del 10 giugno. Sono oltre 6,5 milioni i potenziali elettori che dovranno eleggere sindaci e consiglieri comunali. Il comune più grande è Catania, con oltre 300mila abitanti, il più piccolo è Castelmagno (Cuneo) con 62 abitanti.
I 20 capoluoghi di provincia dove si vota sono:
- Lombardia: Brescia e Sondrio;
- Veneto: Treviso e Vicenza;
- Liguria: Imperia;
- Toscana: Massa, Pisa e Siena;
- Abruzzo: Teramo in Abruzzo;
- Marche: Ancona;
- Umbria: Terni;
- Lazio: Viterbo Viterbo
- Campania: Avellino;
- Puglia: Barletta e Brindisi;
- Sicilia: Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Trapani.
Tra le città elencante, sono 7 quelle che superano i 100mila abitanti, i cui risultati sono per forza di cose quelli più attesi: Ancona, Brescia, Catania, Messina, Siracusa, Terni e Vicenza.
A fare la parte del leone in questa tornata elettorale sarà ancora una volta la Sicilia, dove si vota in 137 comuni (5 capoluoghi di provincia su 9), circa un terzo del totale. Attenzione particolare nei confronti di Trapani, dove un anno fa, alle amministrative 2017 non si raggiunse clamorosamente il quorum di votanti al ballottaggio (la legge regionale prevede che debbano andare a votare il 50% +1 degli avanti diritto e che per vincere si riceva almeno il 25% dei consensi).
ELEZIONI COMUNALI 2018: QUANDO SI VOTA
Come detto, si vota domenica 10 giugno. L’eventuale ballottaggio è invece stato fissato a due settimane di distanza: domenica 24 giugno. In entrambi i casi i seggi rimarranno aperti dalle 7 del mattino alle 23 di sera. Lo spoglio comincerà subito dopo la chiusura delle urne.
ELEZIONI COMUNALI 2018: COME SI VOTA NEI COMUNI CON PIU’ DI 15MILA ABITANTI
I comuni con un numero di abitanti superiore a 15mila sono soggetti ad un sistema maggioritario a doppio turno. Agli elettori verrà consegnata una sola scheda di colore blu nella quale sono già stati inseriti i nomi dei candidati alla carica di simbolo. Sotto il nome di ciascun candidato troviamo i simboli delle liste che lo sostengono. Tre le modalità di voto previste per eleggere il primo cittadino:
- Tracciando un segno su una lista: in questo caso il voto va sia al candidato sindaco che alla lista prescelta.
- Tracciando un segno sul nome del candidato: il voto andrà a lui ma non alle liste che lo sostengono.
- Tracciando un segno sul nome del candidato sindaco e un secondo segno su una lista a lui non collegata (Voto disgiunto).
Per quanto riguarda il consiglio comunale, accanto al simbolo della lista c’è uno spazio bianco dove si possono esprimere le preferenze, scrivendo uno o due nomi dei candidati della lista. Nel caso in cui si esprimano due preferenze, i candidati votati devono essere di genere diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Viene eletto sindaco già al primo turno chi ottiene almeno il 50% più uno dei voti (40% in Sicilia). In caso contrario si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. Al secondo turno vince chi riceve più voti.
ELEZIONI COMUNALI 2018: COME SI VOTA NEI COMUNI CON MENO DI 15MILA ABITANTI
Nei comuni fino a 15mila abitanti si applica un sistema maggioritario a turno unico, cioè non è previsto il ballottaggio.
Su ogni scheda elettorale sono inseriti i nomi dei candidati alla carica di sindaco, ognuno dei quali affiancato da una lista di sostegno. Votando un candidato si sceglie anche la lista di consiglieri a esso collegata. Non è previsto voto disgiunto.
Sotto al simbolo ci sono una o due righe bianche per il voto di preferenza dove si potrà indicare uno dei nomi tra i candidati presenti nella lista collegata (nei comuni con più di 5mila abitanti si possono esprimere 2 preferenze, in quelli con meno di 5mila abitanti solo una, eccezion fatta per la Sicilia e per il Friuli Venezia Giulia).
Vince chi ottiene il maggior numero di voti e alla lista vengono attribuiti tanti voti quanti quelli attribuiti al sindaco.