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Elezioni Catalogna 2024, i socialisti di Sánchez vincono ma è rebus alleanze: ecco gli scenari possibili

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Le elezioni in Catalogna hanno segnato una svolta significativa con la vittoria dei socialisti di Salvador Illa, che hanno conquistato 42 seggi. È la prima volta in 13 anni che i partiti indipendentisti non riescono a ottenere la maggioranza nel Parlamento catalano. Tuttavia, sorgono domande sulle alleanze necessarie per formare un governo. Junts per Catalunya, Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) e la Cup insieme hanno ottenuto 59 seggi su 135, ben al di sotto della maggioranza assoluta di 68 necessaria per governare la regione. Si apre quindi la possibilità di un accordo con uno dei due principali partiti indipendentisti: i Junts per Catalogna (centro-destra), guidati da Carles Puigdemont, sono diventati la seconda forza politica con il 21,62% dei voti e 35 seggi, mentre Esquerra Republicana (sinistra) ha subito una significativa perdita, passando da 33 a 20 seggi.

Anche la sinistra indipendentista della Cup ha perso terreno con 5 seggi in meno rispetto alle elezioni precedenti. Questo risultato segna un rovesciamento rispetto alle elezioni del 2021, quando i tre partiti indipendentisti avevano ottenuto 74 seggi.

Il Partito Popolare, al contrario, ha registrato un notevole aumento con 15 seggi, grazie all’assorbimento dei voti di Ciudadanos, mentre Vox è rimasto stabile a 11 seggi e i Comuns Sumar dell’ex sindaca di Barcellona Ada Colau hanno ottenuto sei seggi, perdendone due. Infine, il Parlamento ha visto l’entrata di due deputati di Aliança Catalana, ma i tre storici partiti catalani hanno escluso accordi con l’estrema destra indipendentista.

I socialisti vincono in Catalogna: cosa succede ora?

“Nessun catalano sarà lasciato indietro in questa nuova fase”, ha dichiarato con fiducia Illa. Ma per raggiungere la magica soglia dei 68 seggi, avrà bisogno dell’appoggio di Comuns Sumar ed Erc. Nel frattempo, il rafforzamento della destra anti-indipendentista complica ulteriormente il quadro politico.

Questo potrebbe portare a un allontanamento definitivo del blocco indipendentista e rafforzare i legami con i socialisti, che hanno già una partnership con il governo progressista a livello nazionale. Il premier spagnolo Pedro Sánchez vedrebbe così rafforzato il suo governo, che deve nel frattempo affrontare le accuse di corruzione riguardanti la moglie.

Tuttavia, per Illa non sarà facile negoziare un accordo di governo, considerando che Erc deve fare i conti con il calo di consensi e potrebbe non essere convinto dell’alleanza con i socialisti. Difatti, il partito di Pere Aragones sembra già aver preso una posizione, annunciando che Erc sarà all’opposizione e rispetterà la volontà dei cittadini. “Psc e Junts hanno vinto, la polarizzazione ha vinto, spetta a loro gestire la nuova fase”, ha detto Aragones. L’unica certezza al momento è che nessun partito ha la maggioranza assoluta. Ma gli scenari possibili sono due: una maggioranza di sinistra risicata e fragile oppure un ritorno alle urne.

Intanto, Carles Puigdemont, in esilio in Francia, non perde tempo nel fare capire che vuole tornare a dirigere la Catalogna e propone la formazione di un “governo forte e interamente catalano”, sfidando i partiti centralisti. Tuttavia, come sottolineato, questa coalizione non avrebbe i numeri necessari per governare.

Sánchez: “Risultato storico, una nuova tappa”

“Congratulazioni a Salvador Illa per questo storico risultato ottenuto in Catalogna. Noi socialisti siamo di nuovo la prima forza. Da oggi inizia in Catalogna una nuova tappa per migliorare la vita dei cittadini, ampliare diritti e rafforzare la convivenza”: così su X il premier spagnolo commentando i risultati delle amministrative catalane. “La Catalogna è pronta per trasformare in realtà un futuro nuovo e aprire un periodo di speranza”, ha aggiunto il leader iberico.

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