Il 20 giugno il Partito democratico gioca un’altra partita storica, forse non paragonabile a quella del 1976, quando il Pci sognava il sorpasso della Dc alle elezioni politiche, ma in ogni caso una sfida importante, che avrà riflessi sul partito nazionale, sul suo gruppo dirigente, sulle alleanze che si vorranno stringere in un prossimo futuro.
Fra poco più di un mese, a Bologna, ci saranno le primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco del capoluogo e il candidato ufficiale del Pd, Matteo Lepore, assessore nella giunta di Virginio Merola per due mandati, dovrà fare i conti con la volitiva e intraprendente Isabella Conti, prima cittadina di San Lazzaro, dove ha operato bene e con coraggio, lottando anche contro la cementificazione delle Coop e realizzando un innovativo piano di asili nido. Conti, candidandosi, ha gettato il classico sasso nello stagno, ma invece di piccoli cerchi d’acqua sta creando un maremoto.
Una serie di personaggi di peso del partito si sono già espressi in favore della giovane di Italia Viva, che si presenta a Bologna come indipendente, e ieri è arrivato anche l’endorsement di Elisabetta Gualmini, già vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e ora parlamentare europea targata Pd. Molte affinità legano le due donne, a partire dall’impronta lasciata da Matteo Renzi nel loro percorso politico, ma sono unite anche dalla capacità di guardare oltre lo steccato e di parlare a quell’elettorato di centro che il sodalizio con i 5 stelle potrebbe allontanare.
Gualmini si è schierata ieri, nel corso di un’intervista all’emittente Ètv: “Potevo stare alla finestra – ha detto – il mio nome era girato anche come candidata, ma la mia cifra politica è la libertà e in questa scelta voglio mettere tutta me stessa”. Quella di Isabella “è una candidatura che unisce il centrosinistra contro le destre populiste. Se vogliamo battere le destre ci vuole una figura trasversale”. E ancora: “Ci sono forse due idee diverse dietro le due candidature che abbiamo la fortuna di avere. Lepore offre una proposta più di sinistra sinistra, che dal Pd guarda solo a sinistra. Io mi ritrovo invece in un centrosinistra che un giorno dovrà essere più largo, trasversale, plurale e che includa anche quelle persone più moderate che possono riconoscersi in un grande partito democratico e plurale come il Pd”.
Dietro l’angolo, per un partito che si arroccasse su se stesso, c’è il rischio Guazzaloca, il macellaio che divenne sindaco strappando Palazzo d’Accursio alla sinistra per la prima volta dalla fine della guerra. In questa occasione però la sfida è tutta interna allo stesso schieramento. E il malessere non manca. Il responsabile Enti locali del Pd Francesco Boccia ha detto che “le primarie le vincerà sicuramente Lepore e Pd-M5S saranno insieme al primo turno”. Il segretario del Pd bolognese, Luigi Tosiani, in un’intervista al Corriere di Bologna ha invitato gli iscritti a fare fronte comune per l’assessore. “Se vince c’è anche il M5S e il Pd uscirà più forte. In questa campagna occorre costruire le condizioni per unire e non distruggere. Quello lo lascio ad altri”. Si vedrà.
Dal canto suo Isabella Conti, forte di un discorso politico di ampio raggio e che può incontrare molti consensi, non si fa tanto intimorire: “Le primarie scelgono il candidato con un progetto alto, valori di centrosinistra e la capacità di sconfiggere la destra”. Per il resto “siamo tutti fratelli e tutti nella stessa squadra”.